Progetto di Emilio Ambasz, architetto Un progetto in cui natura e architettura si fondono con equilibrio mirabile: Emilio Ambasz è maestro in questo tipo di proposte. Il costruito diventa il modo in cui l’abitare si inserisce nel clima e nel paesaggio, con confortevolezza amichevole. Se c’è la possibilità di togliere i confini che separano l’architettura dal paesaggio e, in questo mondo che è sempre più città diffusa ovunque, trovare un equilibrio nuovo, organico e autentico con una natura intessuta di progetto e riconciliata con l’abitare, l’opera di Emilio Ambasz è destinata a restare come antesignana di questa via di riappacificazione. Il progettista ha raccolto la suggestione della tradizione: quella delle case a patio centrale come si vedono in molti paesi caldi e assolati. Edifici caratterizzati dallo spazio aperto all’interno, circondato da un peristilio che ombreggia le pareti e lascia libera circolazione all’aria . E non ha neppure tralasciato il gusto “mudejar” dell’arte arabo-ispanica che proprio qui in Andalusia trovò il suo più fertile terreno di coltura, importando il gusto per l’ornamento fine, per il lavoro del legno a motivi intrecciati e trafori con figure geometriche. Ed è evidente protezione solare: la casa sta entro l’angolo che le due pareti disegnano sul terreno, ma non si vede. Eppure il diedro non è solamente La dinamica verticale sostituisce quella dei ripari orizzontali che schermano: l’obiettivo cercato, ricavare un ambiente dalla climatizzazione naturale, è raggiunto nel dialogo tra gli spazi coperti dal prato e il bianco diedro. È una casa che si scopre ogni giorno di nuovo, perché è prossima al mutare del clima, vicina allo scorrere della luce nel cielo: pur sottratta al volume del costruito (così opportunamente svuotato nelle pareti ad angolo che s’elevano libere), proprio perché sotterrata, trova una nuova relazione con la volta celeste. Questa non è più l’origine del calore da cui difendersi e la si guarda con occhio benevolo, mentre il diedro, come vela orgogliosa, dialoga col vento. L.Servadio
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