Luci ed ombre nei giardini siciliani


Interviste

Il verde deve essere sempre organizzato, ma la mano dell’uomo si deve vedere il meno possibile.

Ettore Paternò, nasce con la passione per le piante. Quando eredita le proprietà di famiglia, riorganizza l’agrumeto e impianta un vivaio per sperimentare in Sicilia l’utilizzo di piante provenienti da tutto il mondo.
l’attrazione per il giardino è un passo breve. Insieme alla moglie Maria Antonietta Vittorelli, appassionata disegnatrice di piante, progetta giardini e si dedica ad una attività editoriale centrata sui temi inerenti le potenzialità del settore vivaistico in Sicilia, le possibilità di acclimatare piante subtropicali e le riflessioni su giardini europei. In particolare sull’importanza dell’ombra, dei profumi e degli spazi nei giardini mediterranei. Insieme pubblicano nel 1992 "Luci ed
ombre nei giardini siciliani”, libro edito dall’Istituto d’Arte di Catania con il patrocinio dell’Ordine degli Architetti. Fonda il Garden Club di Catania e la Società Beccariana, riceve diverse onorificenze ed è stato membro dell’AIAPP. Ettore Paternò del Toscano è scomparso nel maggio del 2009 a quasi 90 anni.

Agata Anna Milazzo
Agata Anna Milazzo, nata a Catania nel 1964, dopo essersi laureata
in Ingegneria Civile presso l’Università degli Studi di Catania e conseguita l’abilitazione all’esercizio della professione, esercita la professione di ingegnere con la passione per la bioarchitettura. Dottore di ricerca, autrice di diverse pubblicazioni scientifiche, insegna “ Analisi e Pianificazione del Verde
Territoriale ed Urbano” presso il Corso di Laurea in Progettazione e Gestione di Aree a Verde, Parchi e Giardini (Università degli Studi di Catania, Facoltà di Agraria).

La viva, suggestiva e completa testimonianza di questo grande maestro del giardino siciliano è il Parco Paternò del Toscano, a Sant’Agata Li Battiati (CT), visitato da appassionati di tutto il mondo. Lo ricordiamo con una intervista dell’autunno 2008, realizzata da Rosario Incarbone laureato in Progettazione e Gestione di Aree a Verde, Parchi e
Giardini (Facoltà di Agraria di Catania,) con una tesi dal titolo “Gli spazi a verde di Ettore Paternò”.

D. Cavaliere Paternò, come ama definirsi?

R. “Un artigiano che fa giardini, quindi un giardiniere.
Del resto Le Notre non era altro che un giardiniere ed è diventato un caposcuola, la stessa cosa dicasi di Burle Marx che mi fece la seguente dedica «a Ettore Paternò per la sua abilità giardinistica». Loro non si definiscono grandi architetti paesaggisti bensì semplicemente giardinieri. Essere un buon giardiniere non è facile – ed è già un grande titolo –
bisogna avere una buona conoscenza delle piante ed un ‘sesto senso’ su come organizzare il giardino… .
Purtroppo non è riconosciuto un gran merito saper fare un giardino”.

D. Che cosa è il giardino?

R. “Uno spazio a cielo aperto da vivere, una continuazione della casa, del chiuso. Deve essere qualcosa da vivere, specialmente da noi al Sud che possiamo stare all’aperto per otto mesi all’anno. I giardini più sono aderenti alla natura e più sono realizzati bene. Non devono essere artefatti, ma naturali. Un giardino è colorato, quando ci sono alternanze di zone di sole che penetra attraverso gli alberi, e zone di ombre. Ciò che conta nella creazione è trovare un’armonia, dotando il giardino di personalità, di anima”.

D. Quali sono gli elementi indispensabili per ottenere un bel giardino?

R. “L’ombra, l’acqua, il colore ed il profumo dei fiori”.

D. Che importanza riveste l’ombra in un giardino mediterraneo?
R. “In un giardino mediterraneo si va all’aperto a prendere il fresco che ci viene dato dall’ombra, dagli alberi che ci trasmettono la giusta umidità atmosferica, per cui l’ombra ci da un senso di benessere. Il sole filtra attraverso gli alberi, i rami e le foglie, formando ombre sempre mutevoli, creando effetti spettacolari di luce e colore. Ci sarebbe tanto da dire
su l’uso di ombra ma ciò che più importa usare la fantasia dell’ombra, come accade in un dipinto tra luce e ombra”.

D. Lei sostiene che il giardino deve essere inteso come verde organizzato?
R. “Il verde deve essere sempre organizzato, ma la mano dell’uomo si deve vedere il meno possibile.
Infatti, quando si progetta un giardino deve sembrare che tutto sia spontaneo anche se a monte la sistemazione delle piante deve essere pianificata.
Del resto le piante aggiustano tutto, si amalgamano, si formano tra loro”.

D. Perché il verde pubblico è cosi trascurato e perché le nostre città sono così povere di spazi verdi?

R. “È un discorso che riflette la poca educazione che hanno i nostri amministratori che non si rendono conto dell’importanza che hanno le zone a verde per la vivibilità dei loro amministrati. Le piante ci danno una marea di cose straordinariamente utili alla nostra vita ma, purtroppo, la cultura dei nostri politici non è tale da capire queste cose”.

D. Oltre le definizioni ufficiali per Lei che cosa è il paesaggio?

R. “È molto difficile da precisare, il più grande paesaggista è Dominus Deus. Il paesaggio è quella aderenza del manufatto umano alla natura, se riesci a creare un ambiente dove dalle piante al verde, a tutto quello che vi è in natura lo puoi ridurre in termini visivi, allora crei il paesaggio.

D. Quali sono gli stimoli e le motivazioni per cui Lei si è trovato ad occuparsi d’architettura del paesaggio, in un periodo in cui ne era sconosciuta l’esistenza in Italia?
R. “Ho sempre amato il verde e le piante, forse questo mi viene dal fatto che quando ero ragazzo preferivo andare all’orto botanico ed ai giardini che a scuola. I miei veri maestri erano i vari giardinieri che mi hanno inculcato il gusto della pianta, del verde, di tutto quello che le piante ci danno con estremo altruismo e generosità”

D. Quando si progetta anche il piccolo giardino privato di una casa, il ‘giardinista’ deve tenere conto del paesaggio in cui opera?
R. “Certo, anzi il giardino deve essere ambientato in un contesto più vasto altrimenti si hanno delle stonature stridenti tra quello che è il nucleo del terreno in cui si opera ed il terreno circostante. Bisogna inserire il giardino in un contesto che non sia stridente”.

D. Delusioni e soddisfazioni del suo lavoro?
R. “Delusioni direi no, forse qualche incomprensione. Normalmente mi è stata riconosciuta dai vari committenti la soddisfazione di avere dei giardini piacevoli da vivere. La soddisfazione è l’amicizia che nasce e rimane con il committente che è grato del lavoro che ho svolto”.

 

Condividi

Utilizziamo i cookie per offrirti la migliore esperienza sul nostro sito web.
Puoi scoprire di più su quali cookie stiamo utilizzando o come disattivarli nella pagine(cookie)(technical cookies) (statistics cookies)(profiling cookies)