Lift: intervista a Paolo Taverna, direttore generale di Fiera Milano International

Il cambio di data ha rappresentato uno “shock” nel settore… non si é potuto evitare in nessun modo?
Si sarebbe potuto evitare ma conservare a tutti i costi la data prevista non sarebbe stato molto conveniente. Infatti il nuovo decreto ministeriale sulla sicurezza degli ascensori (decreto 26 ottobre 2005, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 14 novembre) riapre – attraverso l’obbligo dell’adeguamento del parco ascensoristico italiano secondo la norma
europea EN 81-80 in tema di sicurezza – un mercato, quello italiano, che per diversi aspetti può essere considerato il più importante al mondo. Fra lo “shock”, come dice lei, e un servizio puntuale agli espositori abbiamo scelto il secondo. A novembre il clima degli affari in Italia sarà in pieno fermento mentre nel mese di marzo sarebbe stato del tutto fermo. Organizziamo fiere da decenni e siamo consapevoli del disagio che questa decisione provoca; ma siamo anche certi che
quella del rinvio era la strada più conveniente. E infine sono solo parzialmente d’accordo con il concetto di “shock”: Lift è una mostra biennale che si è sempre tenuta nell’autunno degli anni pari. Tornare nella sua data storica è una cosa che – disagi a parte – ha fatto molto piacere alla maggioranza degli espositori.

Che cosa vi ha portato a dover prendere questa drastica decisione?
In gran parte ho risposto nella precedente. Posso aggiungere che abbiamo preso la decisione solo dopo aver verificato che tutti gli espositori che avevano già aderito alla esposizione di marzo avrebbero accettato il cambio di data. Anche in questo senso, quindi, lo shock diventa solo un problema di puntuale e corretta comunicazione.

Tutti i problemi hanno anche una parte di opportunitá, che altri vantaggi puó avere questo spostamento?
La grande opportunità è il clima degli affari, che a novembre sarà davvero molto vivace. Peraltro abbiamo sei mesi in più per fare promozione, cioè per acquisire alla mostra un numero maggiore di espositori e di visitatori. Ci tengo a sottolineare che, proprio grazie alle caratteristiche del mercato italiano (circa 800mila impianti, oltre 600mila dei quali
dovranno subire interventi più o meno consistenti nell’arco dei prossimi quattro-sei anni), l’attenzione a quanto sta per accadere è davvero enorme. Esistono anche tensioni non del tutto risolte (le associazioni dei costruttori e della proprietà edilizia contestano tuttora il decreto appena approvato) ma proprio per questo si avverte forte l’urgenza di
un momento di raccolta e di confronto sulle tecnologie, i nuovi prodotti, la stessa interpretazione di leggi e regolamenti.

Questo cambio di data, per esempio, potrá comportare una maggior presenza di espositori? Anche italiani?
Certamente. Noi ci auguriamo proprio questo. Lift è una mostra di nicchia che si riferisce a un mercato non molto vasto, composto per la più gran parte da aziende di piccole dimensioni, difficili da contattare e con un processo decisionale piuttosto lungo. Con lo spostamento di data abbiamo il tempo di lavorare su questo target molto in profondità.

Questa nuova data si consoliderá nel programma delle esposizioni della fiera o é possibile che vengano modificate nelle edizioni future?
A questo punto direi che novembre ridiventa il periodo ottimale di svolgimento di Lift. Certamente in Italia il mondo dell’impiantistica e delle costruzioni è in fermento (Fiera Milano ha lanciato un nuovo evento – si chiamerà Bild up e si svolgerà nella primavera del 2007 – specializzato per l’intera filiera delle costruzioni) e una mostra piccola come Lift non può restare indifferente a questi processi. Posso comunque affermare che attualmente non prevediamo nuovi spostamenti di data.

Nella edizione di quest’anno, con quali altri eventi affini coinciderà LIFT?
Lift si svolgerà da sola. Riportandosi a novembre abbandona infatti la sinergia con Sicurezza, cui effettivamente attribuivamo valore.
E’ un abbandono che non ci fa felici ma – come detto – si è rivelato inevitabile. Devo anche dire, per correttezza, che Lift è una mostra “verticale”, e che le sinergie che comunque avrebbe mosso sarebbero state di informazione e di “curiosità”. Tutti i potenziali visitatori, cioè gli operatori d’affari che operano nel mondo del trasporto verticale, verranno
a novembre come sarebbero venuti a marzo. Sotto questo aspetto avremo forse meno “traffico” ma non certo meno business.

La posticipazione dell’esposizione avrà ripercussioni anche sulla concezione originale della fiera?
No, al contrario. Cogliendo il momento giusto di mercato l’Italia rilancia la sua centralità in questo business a livello europeo. Anzi, proprio per questo motivo siamo certi che la fiera si allargherà ospitando nuovi competitor (pensiamo ai turchi, ai cinesi, ai balcanici), attirati in Italia dalla nuova situazione; essi sono ancora un po’ inesperti dei nostri meccanismi ma sono ricchi di volontà e anche di una certa tecnica, e soprattutto sono molto competitivi sul versante dei prezzi. Lift è anche per loro una occasione ideale per incominciare a sondare il mercato italiano della componentistica, che è molto vasto e dove c’è posto per tutti.

L’evento integrerà questa nuova rivoluzione legislativa nella sua sezione tecnica?
Sì, naturalmente. Abbiamoinfatti previsto – stiamo già lavorando alla sua organizzazione – un grande convegno tecnico-informativo sul nuovo decreto. Migliaia di operatori non sanno ancora che cosa è il livello di rischio di un impianto, come si calcola e attraverso quali interventi ogni impianto potrà essere messo a norma. Nel 2004 al convegno
dentro Lift presero parte quasi trecento persone; per novembre 2006 ne attendiamo almeno il doppio. E non escludiamo nemmeno che al convegno generale possano essere affiancate delle sessioni tecniche – veri e propri seminari operativi – molto specializzate, che da sole varranno il costo del viaggio a Milano.

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