Lettera apperta

a cura di Giuseppe Maria Jonghi Lavarini
“La grazia non si può estorcere, non si può insistere per averla, non v’è procedimento che la procuri. Per l’arte edilizia ciò costituisce una verità particolarmente difficile, che bisogna rammentare senza posa” Rudolf Schwarz

“Con questo scritto intendo mettermi sulla strada di quel fecondo colloquio della Chiesa con gli artisti che in duemila anni di storia non si è mai interrotto, e si prospetta ancora ricco di futuro alle soglie del terzo millennio”. Desideriamo aprire questo numero di CHIESA OGGI architettura e comunicazione con una citazione della Lettera agli Artisti scritta da Giovanni Paolo II un anno fa, perché quel documento è quanto mai attuale. Il Giubileo che stiamo vivendo ha dedicato una giornata di preghiera e di riflessione proprio agli artisti; ma più in generale di arte e della sua ricerca poetica e spirituale è intessuto tutto questo periodo giubilare. Si tratta della memoria e della capacità di rendere vivo nell’oggi un messaggio di sempre: che è quello della dignità dell’uomo e della sua missione di protendersi nella trascendenza.
“Ogni uomo e ogni generazione hanno bisogno di imparare e di vedere per capire. Ma, in tutto ciò, le singole generazioni non iniziano dal nulla; debbono anzi attingere dalle sintesi degli antenati per cogliere qualche tratto della inesauribile verità e bellezza”. Lo ha detto tempo fa Mons. Francesco Marchisano, Presidente della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa, nell’occasione dell’inaugurazione del Museo Diocesano di Catanzaro. Sono parole, anch’esse di grande attualità.
Il segretario della stessa Commissione, don Carlo Chenis, esprime il senso del Giubileo degli Artisti (che è anche il Giubileo degli architetti) con queste parole: “Lontano dai fasti esteriori, gli artisti sono stati invitati nella ‘casa di Dio’ per confermare la loro vocazione di umili e grandi pellegrini dell’Assoluto, capaci di raccontare quanto Dio ha rivelato all’umanità nello splendore della creazione e della redenzione”.
Come riattualizzare dunque il nostro grande patrimonio artistico e architettonico? Come inverare nell’oggi l’immenso retaggio morale e spirituale dell’arte e dell’architettura? Nell’intervista che riportiamo qui a lato, Mons. Giancarlo Santi, Direttore dell’Ufficio Beni Culturali della Conferenza Episcopale Italiana, sottolinea un problema:
“La riforma liturgica uscita dal Concilio Vaticano II non appare ancora metabolizzata da molti progettisti”. Di qui l’appello perché i documenti della Conferenza Episcopale Italiana in merito all’organizzazione dello spazio liturgico vengano approfonditi. Il punto di partenza è, in un certo senso, semplice, ed è qualcosa su cui la nostra rivista da sempre insiste: che si crei dialogo tra i diversi soggetti chiamati a concorrere al progetto della chiesa. Che il lavoro del progettista sia chiaramente ispirato dalla scienza del liturgista.
La Conferenza Episcopale Italiana e diverse Diocesi, stanno affrontando il problema della formazione degli architetti tramite diversi corsi specialistici. In questo numero diamo ampia rilevanza al Corso organizzato dalla Diocesi di Verona. Come scrive il Vescovo di Verona, Mons. Flavio Roberto Carraro, è stato proposto ai partecipanti “di esercitarsi sul territorio attraverso una sistemazione (…), di alcune nostre chiese. Il risultato mi sembra interessante non solo per le proposte a cui si è giunti, ma sopratutto per il nuovo modo di procedere nella progettazione”. “Quella di Verona” afferma Mons. Santi, “è un’iniziativa interessante e andrebbe imitata”: si riferisce proprio alla esercitazione attiva di proposte progettuali tese a migliorare alcune chiese veronesi.
Don Tiziano Brusco, Direttore dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Verona, nell’esporre il modo in cui si è svolto il corso, propone che per il futuro anche da altre parti d’Italia si presentino casi di chiese in qualche modo problematici, che possano essere oggetto di studio e di approfondimento nell’ambito dei corsi di specializzazione: un’iniziativa che con piacere facciamo nostra e rilanciamo.
Proponiamo inoltre che tali casi problematici, e le soluzioni proposte, siano segnalati su queste pagine e diventino oggetto di discussione, la più ampia possibile. Nella formazione specialistica del progettista per la chiesa è chiaro che gli insegnamenti proposti debbano tendere sempre più a entrare nel dettaglio e a indagare in aree specialistiche. Il dialogo tra le parti, con particolare enfasi su di un approccio competente e aggiornato alla liturgia, è ingrediente necessario perché la creatività sia autenticamente informata. Ma la ricerca progettuale ha bisogno sia di aggiornarsi sia di mantenere il contatto con la storia. Di qui l’importanza di una più approfondita riflessione; tale riflessione può avvenire sulla base di due strumenti fondamentali: i testi di autori significativi (alcuni dei quali presentiamo su queste pagine), e attraverso il dibattito aggiornato e competente sulla produzione corrente.
CHIESA OGGI architettura e comunicazione è impegnata su questo fronte, per fornire e dibattere esempi di chiese significative da tutto il mondo. In questo senso la nostra rivista svolge una funzione unica, di documentazione informata che consente di arricchire il patrimonio di esperienza dell’esistente e del possibile. Un impegno nel quale desideriamo coinvolgere in modo sempre più approfondito tutte le parti in causa.

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