Servizio di/Report by: Laura Perna
Col tempo – afferma Philip Ball autore di H2O, una biografia dell’acqua, Ed. Rizzoli – alcune sostanze acquistano una dimensione mitica. Trascendono la loro materialità fisica e chimica e si manifestano nella nostra mente come simboli, come qualità. Nell’inconscio collettivo di una cultura, la loro costituzione materiale passa in secondo piano rispetto al loro valore simbolico. L’oro, per gli alchimisti, era più di un metallo: era la perfezione, la mèta di una ricerca spirituale. Quanto al fuoco non basta descriverlo come un gas luminescente, e nel sangue” c’è qualcosa di vitale e irrevocabile che fa di esso ben più di una mera sospensione colloidale. In generale, la descrizione scientifica delle sostanze entrate nel mito è destinata a deluderci. Nel caso dell’acqua però non è necessariamente così: anche quando la spogliamo dei suoi abbelimenti simbolici, della sua associazione con la purezza, l’anima, la maternità, la vita e la giovinezza; anche quando la riconduciamo a un fenomeno da laboratorio, chimico o geologico che sia, l’acqua continua ad affascinarci. Plasmata da forze di ordine fisico l’acqua ricambia offrendo al mondo una vita straordinaria. All’acqua e ai suoi poteri risanatori sono legate tutte le civiltà, da Oriente a Occidente tanto che sia in località asiatiche che presso i greci e i romani si sono trovati i resti di vasti stabilimenti balneari. Plinio il vecchio riferisce poi di “bagni pensili” e narra di un certo Asclepiade Di Brussa, che faceva sospendere e oscillare le vasche da bagno allo scopo di stimolare più energicamente grazie al movimento dell’acqua, la pelle del bagnante. Over time – writes Philip Ball, the author of H2O, a water biography, published by Rizzoli – some substances take up a mystic value. They transcend their physical and chemical materiality and our mind sees them as symbols, as qualities. In the collective unconscious of a culture, their material character becomes second to their symbolic value. For alchemists, gold was more than a metal: it was perfection, the ultimate goal of a spiritual quest. As to fire, it is not just luminescent gas, and blood” has a vital and unmistakable something that makes it more than a colloidal suspension. In general, the scientific description of substances that have become mythical will disappoint us. For water, however, it is not necessarily the same: even if we strip it from its symbolic meanings, its association with purity, soul, motherhood, life and youth; even if we reduce it to a laboratory, chemical or geological phenomenon, water will still be fascinating. Molded by physical forces, water feeds extraordinary life to the world in exchange. Water and its healing powers are vital elements for all civilizations: from East to West, in Asia as well as by the ancient Greeks and Romans, baths are everywhere to be found. Plinius the Elder wrote about “hanging baths” and a man called Asclepiade Di Brussa, who let bathtubs hang and dangle in order to stimulate the skin of bath-dwellers more energetically thanks to the movement of water. 1. Il legno avvolge con la sua morbidezza e vitalità la struttura d’acciaio di “Palmas”. Una doccia a tutto comfort che dialoga piacevolmente con gli altri elementi del bagno. Calibe Ma per la nostra civiltà il ricordo più antico dell’acqua “costruita” è strettamente legato alle terme romane con quell’insieme di forme e arredi studiati per completarne il benessere: panche in bronzo, decorazioni a stucco policrome, mosaici, lucernari e a tutti gli ambienti annessi: biblioteche, sale per riunioni e conferenze, palestre, stadi, solari. Per questa loro polivalenza, le terme erano un centro di vita sociale e di incontri, un appuntamento fisso nella vita del cittadino romano. Una pratica, quella del bagno quotidiano, che scompare nel medioevo rimanendo esclusivamente “un mezzo per allontanare dall’organismo umori guasti ed alterati e veleni responsabili delle malattie”. Una convinzione che permane anche in epoca rinascimentale, dove nello spazio segreto dei giardini si rinnova il mito della “fontaine de jouvance” o dei “jardins de loisir”, cantati nel Roman de la rose dove vecchi e ammalati ritrovano nell’acqua di fonte la giovinezza perduta. Bisognerà attendere il crescente peso della borghesia finanziaria nella Francia prerivoluzionaria, per assistere alla nascita dei primi stanzini da toilette, stretti e assai poco funzionali, ma che individuano una collocazione fissa soprattutto al riparo da occhi indiscreti per tutte le funzioni naturali. La sola presenza di un luogo privato per l’espletamento di certe funzioni rese successivamente inevitabile la diffusione dell’igiene intima. La crescita della borghesia prima del 1789 e il suo successivo trionfo coincise con un generale spostamento di valori che investì anche il concetto di pulizia personale. Cominciò infatti a diffondersi la concezione del bagno igienico freddo quale elemento rigenerante per l’organismo. For our civilization, the oldest occurrence of “conpostructed” water is closely related to Roman baths, with their ensemble of shapes and furniture designed for complete well-being: bronze benches, multicolor stucco decorations, mosaics, skylights, and all environments equipped with libraries, meeting and conference rooms, gymnasiums, arenas, solariums. With so many functions, Roman baths were the center of social life and meetings, a fixed date in the life of Roman citizens. The habit of a daily bath disappeared in the Middle Ages, to become “a way of removing bad substances and poisons from your organism to prevent illnesses”. This vision also continued during the Renaissance, where in the secret space of gardens, people cultivated the myth of the “fontaine de jouvance” or the “jardin de loisir”, which were sung in the “Roman de la rose” where the elder and the ill recovered their lost youth in source water. Only the increasing importance of the financial bourgeoisie of pre-Revolution France led to the introduction of early toilet rooms, very narrow and uncomfortable, however introducing the principle of a fixed location for physiological needs away from indiscrete eyes.The existence of a private place for physiological necessities fostered the diffusion of personal hygiene.The rise of the middle class before 1789 and its successive triumph brought about an overall change of values, which also affected the concept of personal hygiene. Cold hygienic baths became popular as a refreshing practice for the human body. 4-5. Il sistema esclusivo Leak Free elimina i punti di contatto tra box e piatto doccia evitando antiestetiche siliconature. Un particolare di “Luna”, box doccia in cristallo e alluminio con ante completamente apribili. Calibe In tal senso il freddo divenne un pretesto di polemica litica contro una nobiltà in decadenza infiacchita secondo la concezione del tempo, a causa del bagno caldo unitamente al lusso, ai cosmetici alla conduzione della “cosa pubblica”. La scelta del freddo dipendeva non tanto dall’esigenza di pulizia quanto dal fatto che rendeva forti, risvegliando energie assopite. Cominciò di pari passo a farsi strada tra gli igienisti coevi la consapevolezza che la pelle dovesse essere ben pulita al fine di favorire la traspirazione. Questo nuovo concetto di igiene decretò l’inizio di una fase che porterà fino ai nostri giorni. Per la prima volta cominciò ad imporsi la necessità di preservare la massa della popolazione dalle malattie e a farsi strada il concetto di igiene collettiva. Lo stesso spazio pubblico ne fu sconvolto e dovette essere riformulato con nuovi e più adeguati criteri. Intorno al 1850 nelle case più eleganti si utilizzava l’antesignano del moderno WC e contemporaneamente si andavano destinando intere stanze appositamente riservate alla toilette: nei casi più raffinati esse si presentavano come ambienti molto confortevoli, ricoperti da tappeti (in Francia molto diffusi quelli a piccolo punto) e, accanto alla vasca accostata alla parete, si aggiungevano comode poltrone capitonné, chaise longues, mentre tavole e specchiere completavano l’arredo. Alle pareti si prediligeva un rivestimento di tela cerata o di cotone e, per scaldare gli ambienti, era indispensabile una stufa o un manichino di vimini, con scaldino ai piedi, per disporre la biancheria. In this respect, cold soon became a polemic argument against the decaying noble class, who was considered to have weakened owing to hot baths and luxury, cosmetics and the management of public life. Cold was appreciated not because of mere cleaning reasons, but because it made you stronger, reviving “dozed” energies. At the same time, the hygiene fanatics began to think that the skin had to be cleaned properly in order to support transpiration. This new hygiene concept marked the beginning of a new age, which has continued until today. For the first time, the need arose to protect the population from diseases, promoting the concept of collective hygiene. Public space itself was revolutionized and had to be reorganized according to new and more adequate criteria. Around 1850, the most elegant houses had a forerunner of the modern WC, while entire rooms began to be dedicated to the toilet: in the most sophisticated environments, these rooms were very comfortable, covered with carpets (petit-point carpets were very popular in France), and the room along the wall was combined with comfortable capitonné armchairs, chaise longues, tables and mirrors to complete the decoration. The favorite decoration for walls was oilcloth or cotton. The rooms were heated with a stove or featu 7. “Maurea” è una vasca idromassaggio per due con fondo antisdrucciolo e schienali e braccioli per un completo relax. Jacuzzi Se nella società occidentale l’interesse per gli oggetti e l’arredo è soggetto alle alterne for tune di questo luogo, in Oriente non è mai venuta meno l’attenzione per questi gesti della vita quotidiana che trovano nel Giappone la loro massima ritualizzazione. In tutti i ceti infatti, il mobilio per la toilette, l’acconciatura dei capelli e l’igiene personale formavano una parte indispensabile nel corredo della sposa. Poteva trattarsi di pochi oggetti, uno specchio e una scatoletta per riporre cosmetici, o di più elementi, come gli stands per accessori per capelli e quelli per i trucchi a cui si aggiungevano bacili e versatoi, più o meno preziosi, a seconda della classe di appartenza della sposa. Se in Oriente i concetti di riflessione, meditazione, rilassamento sono strettamente connessi a una tradizione culturale millenaria, in Occidente è il XX secolo ad inaugurare una nuova stagione progettuale che ripensa il bagno elevandolo al rango di tipologia progettuale. La visione più moderna di questo spazio (che proprio al Giappone si ispira) è sicuramente quella di Le Corbusier che ne accentua l’autonomia evidenziandone la valenza rigenerativa su quella igienica: “ci si lava innanzi tutto sotto la doccia per poi rilassarsi nell’acqua della vasca”. Le azioni, nel transito da necessarie a rituali, diventano un mezzo di coesione familiare e il bagno, da riservato a condiviso, si apre sul resto della casa diventando in alcuni progetti uno spazio collocato al centro dell’abitazione. Una trasposizione “privata” delle terme dove la nudità (in tutti i sensi) è vissuta in modo naturale e liberatorio. Una poetica dell’intimità che invita a una riflessione sull’approccio progettuale al “sistema-casa”, esigendo una rilettura dello spazio domestico come luogo della propria interiorità. If the interest of Western society for objects and furnishing is subject to the changing role of the bathroom, in the Eastern world there has always been constant attention for the gestures of daily life, which have been turned into important rituals in Japan. For all social classes, toilet furniture, hair dressing and personal hygiene were essential elements of the trousseau. It might consist of a few objects only, a mirror and a small box for cosmetics, or more elements such as the stands for hair accessories and make-up products, more or less valuable bowls and basins according to the social ranking of the bride. If in the Eastern world, the concepts of reflection, meditation and relaxation are connected to a millenary cultural tradition, in the West the 20th century inaugurated a new design season, which developed a new concept for the bathroom. The most modern vision of this room (drawing inspiration from Japan) is certainly the one by Le Corbusier, who underlined its independent role and its regenerative rather than merely hygienic functions: “Mainly, you wash under the shower and then you relax in the bathtub”. Our actions, turning from necessities into rituals, become an element of familiar unity and the bathroom, once private and now shared, opens onto the rest of the house. In some instances, it becomes a room in the middle of the house. A “private” revisitation of Roman baths, where nudity (in all senses) is lived naturally and freely. A poetic of intimacy which invites to a reflection on the design approach to the “house system”, requiring a new vision of domestic space as a place of your own interior life. |