Le volte come una volta


Sono realizzazioni di atmosfera, in cui si ritrova la grande tradizione del costruire antico al servizio di ambienti che mantengono inalterato un modo di essere e di ospitare, adatto tanto all’enologia quanto alla bioedilizia

L’arte del costruire ha sempre prodotto ambienti che, al momento della loro realizzazione, erano nuovi. Ma per tradizione antichissima gli edifici sono spesso eretti con materiali di riuso: pietre provenienti da un palazzo diroccato sono usate per costruirne uno nuovo; mattoni tratti da un muro che si vuole smantellare, sono destinati a farne sorgere di nuovi… Si può dire che in campo edile il riciclaggio è sempre stato praticato.
Tanto più lo si può praticare oggi, soprattutto ove vi sia chi ha la capacità di recuperare anche le tecniche antiche, quali quella delle volte: la configurazione che consente di realizzare ampie coperture sin dall’antichità, ma che da quando è entrato in voga il cemento armato si è persa. Oggi questa tipologia ritorna, soprattutto per le cantine.

Com’è noto, gli antichi Greci usavano gli archi a sesto acuto: l’arco a tutto sesto è un’invenzione romana di derivazione etrusca.
Dall’arco deriva la volta: la copertura che nasce come una serie di archi in fila, uno dietro l’altro. La parte più difficile nella realizzazione sta nell’incrocio tra due superfici voltate: la disposizione degli elementi, mattoni o conci di pietra, deve essere estremamente precisa. Nelle immagini si osservano alcune soluzioni per cantine vinicole: ambienti adatti a conservare le botti a temperatura ideale (mai troppo fredda, mai troppo calda, come si ottiene soprattutto in ambienti sotterranei) e a compiere assaggi, realizzate con materiali naturali quali i mattoni o le pietre, nuovi o di recupero.

La differenza, rispetto alle modalità costruttive antiche, sta in questo: che per motivi di economia la struttura oggi viene realizzata in calcetruzzo armato. Questo però deve essere ben protetto (soprattutto dall’umidità e dalle infiltrazioni), altrimenti nel volgere di qualche decennio può essere a rischio.
Rivestimenti in pietra o mattoni sono quelli che offrono le migliori garanzie di lunga durata. Le volte quindi non hanno più una funzione stutturale, bensì diventano momenti che caratterizzano l’edificio sotto il profilo estetico. (CPS pietrantiche).

Ed ecco dunque che ancora si possono trovare realizzazioni che usano materiali antichi, con disposizioni che rimandano a tecniche vecchie di secoli o millenni. La bioedilizia le ha fatte riscoprire: in ambienti quali i centri enologici le volte in pietra o mattoni offrono un’ambientazione di grande suggestività, in contesti in cui si richiede un clima, fisico ed emotivo, particolare.

AUTENTICITÀ MATERIALE
Il mattone e la pietra non nascono come materiali da costruzione: si trovano in natura ma sono elaborati anzitutto per le suppellettili già in epoca preistorica.
Non a caso tra le più antiche manifestazioni di opere d’arte si trovano statuette in terracotta, o vasi dello stesso materiale. Nella terracotta – come nella pietra elaborata in conci per la costruzione – riscontriamo una bellezza intrinseca: l’effetto estetico si manifesta in una corrente di simpatia tra oggetto e animo umano, e deriva forse dall’antica consuetudine che per l’essere umano significa “casa” ancor prima che esistesse la capacità di costruire edifici chiusi tra quattro mura. Sono materiali che hanno anche una intrinseca capacità coibente in equilibrio con le necessità dell’abitare.

 

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