Le vers en verre


Le curiosità di Casa felice

Esiste un modo per dare alla letteratura la possibilità di nutrire il corpo oltre che lo spirito! È con questo spirito (mots d’esprit) che Francesco Forlani e Franco Roggero hanno pensato di declinare i versi dei maggiori poeti, italiani e non, attraverso le cose della tavola.

La tavola “hommage” a Pavese, si presenta così come la poesia “Lavorare Stanca”, in cui ogni parola, emozione trova il posto che spetta nel convivio.

Un’idea delicata, leggera e geniale per arricchire i momenti piacevoli conviviali. La tavola si dipinge
dei colori dei versi di autori e suscita emozioni da condividere, da guardare e da regalare.

PABLO NERUDA

Neftali Ricardo Reyes, ben più noto con lo pseudonimo di Neruda, nacque a Parral (Cile) il 12 luglio del 1904. Nel 1906 il padre, rimasto vedovo, si trasferisce a Temuco e si risposa con Trinidad Candia. A soli 19 anni, nel 1923, Neruda pubblica il suo primo libro, Crepuscolario e già nel 1924 riscuote un notevole successo con Venti poesie d’amore e una canzone disperata. A partire dal 1925 dirige la rivista "Caballo de bastos". Nel ’27 intraprende la carriera diplomatica, viene nominato console prima a Rangoon, poi a Colombo (Ceylon). Nel 1930 si sposa con una olandese a Batavia. Nel 1933 è console a Buenos Aires, dove conosce F. García Lorca. Nel 1934 sarà a Madrid, dove stringerà amicizia con Rafael Alberti. Nel 1936, allo scoppio della Guerra Civile parteggia per la Repubblica e viene destituito dall’incarico consolare. Si reca a Parigi. Nel 1938 muoiono il padre e la matrigna. A Parigi, nel 1939, è console per l’emigrazione dei
profughi cileni repubblicani. Nel 1940 viene nominato console per il Messico, dove incontra Matilde Urrutia, per cui
Neruda scrive I versi del capitano. È eletto senatore nel 1945 e si iscrive al partito comunista. Nel 1949 dopo un periodo di clandestinità, per sottrarsi al governo anticomunista di Gabriel González Videla, fugge dal Cile e viaggia nell’Unione Sovietica, in Polonia e Ungheria. Tra il 1951 e il 1952 viene in Italia, vi ritorna nel 1952 e si stabilisce a Capri. Tra il 1955 e il 1960 viaggia in Europa, Asia, America Latina. Nel 1966 è oggetto di una violenta polemica da parte di intellettuali cubani per un suo viaggio negli Stati Uniti. Nel 1971 Neruda riceve il Premio Nobel per la Letteratura. Muore a Santiago de Cile il 23 settembre del 1973.
Tra le sue opere ricordiamo, Residenza sulla terra, I versi del Capitano, Cento sonetti d’amore, Canto generale, Odi elementari, Stravagario, Le uve e il vento, il dramma Splendore e morte di Joaquin Murieta e il libro di memorie Confesso che ho vissuto.

 

 

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