Le schede

Scheda 20061

Località: Racalmuto (Agrigento)
Nome della Chiesa: San Francesco
Oggetto segnalato: la chiesa stessa
Caratteristiche: edificio cinquecentesco in pessime condizioni statiche
Nome del Parroco: Arch. Don Alfonso Puma
Costo di intervento: e 400,000
Segnalato da: Arch.Vincenzo Matteliano e Arch. Salvatore Morreale, Racalmuto (Agrigento)
La facciata della chiesa

Incerta è la data di fondazione della chiesa di San Francesco. Questa supposizione la ritroviamo nel Dizionario Topografico della Sicilia di Vito Amico che così recita:
“ … il Convento dei Carmelitani è sontuoso ed antico, ma di incerta fondazione, come anche l’altro di San Francesco dei Conventuali, che sorge presso il castello…” e il libro Racalmuto, Memorie e Tradizioni di Nicolò Tinebra Martorana , riporta: “… la chiesa di San Francesco dei conventuali è antica e forse fondata insieme al suo convento al principio del XV…”.
Dall’Archivio della Curia vescovile di Agrigento abbiamo ancora queste notizie:
– la conferma della chiesa dedicata a San Francesco del 1620.
– La concessione da parte della Curia dell’altare il 20 marzo 1756.
– Il decreto di fondazione della parrocchia.
La chiesa, nel suo insieme, per i suoi pregevoli valori storici ed architettonici e per la sua posizione nel vecchio tessuto urbano di Racalmuto ne fa una tra le più rappresentative del centro storico.
I primi interventi di manutenzione a cui è stata sottoposta risalgono al 1566 quando Giovanni del Carretto conte di Racalmuto, dopo la fine della peste Bubbonica che colpì nel 1565 la comunità racalmutese, fece un ex-voto al monastero di San Francesco dei frati conventuali, donando una cospicua somma per il risanamento dei locali. Ammirevole è l’altare maggiore in legno dell’Ortisei, alla cui sommità è la statua dell’Immacolata, commissionato dal Sac. Giuseppe Cipolla. Si apprezzano, inoltre, una artistica bara con l’Immacolata, anch’essa in legno dell’Ortisei; un dipinto raffigurante la transverberazione di San Francesco di Assisi. Tinebra Martorana, alla pagina 142 del suo volume sopra citato, descrive anche “una pittura di Pietro D’Asaro in cui è rappresentato S.an Francesco di Assisi che dà leggi
a Santa Chiara monaca”.

Le canne dell’organo; il degrado delle superfici; l’ingresso dal cortile
a cielo libero chiuso da mura.

Nel 1929 altri interventi interessarono soltanto la parte interna della chiesa. Mentre nel 1976 l’Arciprete Alfonso Puma fece consolidare talune parti di muratura del prospetto e fece ricostruire il campanile. L’impianto rettangolare è a tre navate, quello centrale si conclude con una volta a botte, scandita da archi a spicchio d’arancio; tre archi di cui uno trionfale separano le tre navate dalla zona presbiteriale sulla quale troviamo la copertura a capanna. Notevoli sono i fregi e le lavorazioni che decorano l’interno della chiesa; l’esterno, invece, non presenta particolari decorazioni. L’ingresso (che avviene dalla piazza antistante) alla chiesa è accompagnato da un primo ingresso ad un cortile a cielo libero chiuso da mura perimetrali che caratterizza la chiesa ponendola in un contesto di unicità. I locali della Chiesa presentano condizioni di degrado che ne minano la praticabilità, e che certo non è consono all’etica dell’istituzione in oggetto. Si evidenziano, infatti, in molte parti, antiestetici scrostamenti degli intonaci interni che fanno affiorare affreschi di pregevole fattura soprattutto nelle pareti laterali della chiesa. Anche la pavimentazione è molto fatiscente a causa del fenomeno di risalita dell’acqua, fenomeno visibile anche nel corpo murario che presenta anche delle lesioni. Le aperture esterne e le porte interne, realizzate in legno, si presentano in pessime condizioni. I prospetti esterni presentano alcuni conci degradati. Dei vani finestre poste sulla parte alta del prospetto principale che dà sulla piazza antistante presentano degli architravi dissestati e pericolanti, inoltre l’ingresso è stato incorniciato con conci di tufo squadrati che non hanno niente a che vedere con i conci in pietra informe costituente il prospetto. In pessime condizioni i cantonali soggetti a fenomeni di rotazione. Anche la pavimentazione del “cortile” è in condizioni di degrado. L’impianto elettrico si presenta obsoleto e fuori traccia, è predisposto in maniera insufficiente, in considerazione della destinazione dei locali . Inoltre, nella copertura e soprattutto nel tetto a capanna della navata centrale, in pessime condizioni si hanno infiltrazioni d’acqua piovana che minano l’integrità degli affreschi murali.

Arch. Vincenzo Matteliano, Arch. Salvatore Morreale

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