L’ARMONICA VISIONE DEI MOSAICI

Ravenna, città d’arte di cui ben otto monumenti riconosciuti nella lista del Patrimonio Unesco, da sempre capitale del mosaico, ha tra le proprie gemme una delle più importanti di epoca bizantina: la Basilica di Sant’ Apollinare in Classe.
Intitolata al primo Vescovo della città, fu eretta nella I metà del VI sec. per volontà del Vescovo Ursicino grazie ai finanziamenti di Giuliano Argentario e consacrata nel 549 dall’Arcivescovo Massimiano.
L’interno, a tre navate, conserva il fascino originario, con le due file di dodici colonne in marmo greco venate trasversalmente e con gli splendidi mosaici del presbiterio. Il catino absidale è occupato dalla singolare raffigurazione di Sant’Apollinare orante, in mezzo al suo gregge simboleggiato da dodici pecorelle in un prato fiorito sormontato da una figurazione simbolica della Trasfigurazione. Nella fascia superiore dell’arco, al centro sta un medaglione col ritratto aureolato di Cristo, ai lati, in una coltre di nubi variopinte, vi sono i simboli degli Evangelisti. Numerosi sarcofagi marmorei (datati dal V all’VIII sec.) lungo le navate consentono uno sguardo d’insieme sul rilievo funerario paleocristiano e sul suo svolgersi, dalla plasticità e dal realismo dei primi sarcofagi alle rappresentazioni allegoriche con rilievo sempre più appiattito di quelli più tardi.L’INSTALLAZIONE ILLUMINOTECNICA
Nell’anno giubilare 2000, per rispondere all’esigenza di disporre di un’illuminazione flessibile, in grado di ottimizzare i differenti modi di utilizzo della Basilica (corretta lettura dei contenuti artistico/culturali per le visite turistiche, raccoglimento dei fedeli, festa del Patrono, diverse liturgie, spettacoli di arte sacra, ecc.) la Valerio Maioli ha installato il sistema di gestione computerizzato DigiLux VM3000® (brevettato nel 1994 e costantemente migliorato), in grado di controllare, attraverso un cavo di dialogo, tutte le sorgenti luminose (accensione, spegnimento, regolazione dell’intensità da 0 a
100). È un sistema a illuminazione diretta, con luci d’accento che si sovrappongono all’illuminazione generale d’ambiente: i proiettori sono occultati dietro alle travi della navata. Tale posizione, a 20 metri di altezza, non favorisce la manutenzione ma la scelta è stata dettata dal desiderio di ottenere un effetto luministico molto dolce, non abbagliante e diffuso.
Coll’avvento delle lampade LED (Light Emitting Diode), si è pensato di sostituire i proiettori del 2000, che erano dotati di lampade alogene ormai obsolete.ALOGENE E LED A CONFRONTO
Il sistema precedente utilizzava lampade AR111 da 100 Watt di potenza e incandescenti dicroiche da 50 Watt. Al loro posto sono stati utilizzati, rispettivamente, proiettori L111 da 30 Watt e L50-7 da 8,6 Watt.
L’illuminazione dell’assemblea è stata realizzata installando sulla capriata della navata centrale proiettori L111 dotati di lampade LED da 30 Watt; mentre l’illuminazione d’ambiente, di tipo morbido e diffuso, è stata ottenuta con i proiettori rivolti a terra. L’illuminazione d’accento raggiunge due scopi: valorizza le due file di colonne di marmo greco con i sovrastanti capitelli e i medaglioni dei vescovi ravennati (dal Protovescovo Apollinare all’Arcivescovo Cantoni, sul modello della serie dei Papi presente nella chiesa di San Paolo fuori le Mura a Roma) e, contemporaneamente, sottolinea gli spazi interessati dalla celebrazione.
Nelle navate laterali, una serie di proiettori con lampade LED da 8,6 Watt illumina lo spazio destinato alla deambulazione, sottolineando gli innumerevoli sarcofagi marmorei presenti nonché, all’inizio della navata destra, uno scavo che apre su un tratto di pavimento musivo originale del VI secolo, che si trova 50 cm sotto quello attuale. I mosaici del presbiterio sono illuminati con proiettori L50-7 a LED da 8,6 W posti sulle banchine delle finestre absidali.
A parità di flusso luminoso, il valore della potenza installata è scesa da 15.650 a 4.009 Watt, riducendo di 3,9 volte il consumo di energia elettrica; e la vita media delle nuove sorgenti supera le 70.000 ore di attività, rispetto alle 2.000 di una lampada alogena. Si sono usati LED a luce calda (3.200 K) con un indice di resa cromatica 92.
Una resa che, seppure inferiore a quella delle lampade alogene (100), è di tutto rispetto.
Le lampade a LED consentono una facile regolazione del flusso luminoso (come del resto
anche quelle alogene), ottenendo così il valore più appropriato all’utilizzo dello spazio nel
tempo: è una delle prerogative del sistema DigiLux VM3000, che raggiunge valori di illuminamento adatti all’utilizzo dello spazio durante le cerimonie dell’Anno Liturgico.LA LUCE SUI MOSAICI
L’illuminazione dei mosaici richiede un’attenta riflessione su come posizionare i corpi illuminanti.
Infatti, avendo le tessere una superficie riflettente (dovuta alla loro essenza vetrosa) ed essendo esse poste in modo non uniforme, è molto importante scegliere la giusta angolazione: che non appiattisca la visione e non crei riflessi fastidiosi. Se si prova a muovere un faretto, si nota come l’effetto cambi continuamente, anche con piccoli spostamenti.
Ogni opera d’arte richiede esperienza e molte prove pratiche di illuminazione: non servono i programmi di computer per ottenere risultati che non si misurano in lux o con altri parametri (adatti a altri impianti, quali quelli per l’illuminazione pubblica stradale), bensì in termini di qualità della luce e, soprattutto, di sensazione suscitata in chi osserva l’opera.
Parlare di lux riflessi non è significativo, è invece importante cercare di rendere le sensazioni che l’autore del mosaico, del quadro o in generale dell’opera d’arte intendeva creare nella mente, negli occhi e nel cuore di chi guarda.
Il segreto dell’illuminazione artistica sta non nei lux, ma nelle sensazioni! E nella forma dei corpi illuminanti: dovrebbero essere invisibili, ma siccome ciò in pratica non è quasi mai possibile, almeno siano piccoli: non si deve vedere la sorgente, bensì l’oggetto illuminato opportunamente nel suo contesto. Se i corpi illuminanti sono evidenti, e questo spesso siamo costretti a notare anche in alcune importanti chiese e basiliche, essi deturpano, o comunque modificano, la percezione della struttura architettonica
generale. All’illuminotecnico questo non dovrebbe essere consentito.
È molto importante, perché tali interventi siano ben realizzati, che l’interlocutore, responsabile dell’edificio sacro, capisca a fondo il problema. Gli interventi realizzati in Ravenna hanno sempre trovato in tutti gli interlocutori, Soprintendenti e funzionari che si sono succeduti alla Soprintendenza in questi quasi quarant’anni di attività, persone attente che hanno sempre stimolato la sperimentazione di nuove soluzioni tecnologiche senza mai trascurare il rispetto dell’opera d’arte e del contesto: per questo la Basilica di Sant’Apollinare in Classe è la prima a livello nazionale, a essere illuminata interamente con proiettori luminosi equipaggiati con LED ad alta efficienza.L’Arch. Emilio Roberto Agostinelli, Direttore Coordinatore della Soprintendenza BB.AA.PP. di Ravenna, ha progettato le installazioni illuminotecniche della Basilica di Sant’Apollinare in Classe, e spiega: “Su impulso del Soprintendente, Arch. Antonella Ranaldi, si è deciso di modificare il sistema illuminotecnico per contenere, a pari qualità della luce, i costi di manutenzione: la sostituzione programmata delle lampade ad altezza di 20 metri era assai onerosa, come anche i consumi elettrici. I nuovi apparecchi comportano un risparmio cospicuo quanto necessario, dilatando notevolmente la frequenza delle sostituzioni per le quali occorre mobilitare piattaforme mobili elevatrici. La collaborazione
con Valerio Maioli perla realizzazione di questo, come di tanti altri impianti in Ravenna, è stata assai fruttuosa e segna un importante esempio di ricerca congiunta tra pubblico e privat
o. C´è chi sostiene che, per conservare l´autenticità del manufatto, bisognerebbe evitare di introdurre illuminazione elettrica in una basilica antica come Sant´Apollinare.
L’uomo del XXI secolo, anche a fini di sicurezza, richiede intensità di illuminamento certo sconosciute in passato: e comunque i nuovi impianti con apparecchi Digilux sono tali da ottenere un effetto dosabile e coerente con l´architettura.”

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