Il nuovo impianto del Museo Materima di Casalbeltrame (Novara)
Testo Renato Ruggero Raimondi
Un museo-bottega: luogo di conservazione ed esposizione di opere d’arte, ma anche terreno di coltura per nuove idee, nel solco della tradizione di un mecenatismo colto e propositivo. Materima è un’incubatrice dell’arte, un bacino dove la scultura si specchia nell’azione. È stato voluto da Nicola Loi che, negli spazi di una cascina agricola raccolta attorno a un ottocentesco palazzetto signorile, ha aperto ambienti espositivi corredati da laboratori artigianali. Giovani artisti possono esercitarsi con l’assistenza di validi scalpellini, cesellatori di bronzi, marmisti, mentre nell’ala accanto (e anche nell’ex aia, a cielo aperto) varie opere di Floriano Bodini, Marino Marini, Giacomo Manzù, Augusto Perez, Giuliano Vangi, irraggiano il loro messaggio ricco di energie e ricordi, suggestioni e fantasia, richiami e moniti sotto le volte ribassate in mattoni dove un tempo stavano fienili e stalle, o sotto capriate lignee restaurate, o stagliandosi contro il vasto cielo che copre l’ubertosa pianura del Novarese.
Il Museo Materima di Casalbeltrame (Novara) si sviluppa negli spazi di una cascina agricola restaurata. Gli spazi espositivi si sviluppano nell’ala nord e all’aperto. Nell’area sorge anche Palazzo Bracorens de Savoireux. Pagina a lato:sbarchi ascensore ai due livelli espositivi.
In questa terra di risaie che odora di agricoltura antica, l’arte contemporanea eredita la pace campestre, sotto l’egida dell’oasi naturalistica del Parco delle Lame di Sesia. Dieci anni di lavori di ristrutturazione hanno recuperato il cascinale e l’hanno aggiornato. L’ala est della struttura, già abitazione dei mezzadri, è divenuta, al piano terra, biblioteca che raccoglie tutto quanto è pubblicato sulla scultura. Mentre nell’ala nord, ove stavano fienili e stalle, oggi si aprono duemila metri quadrati di spazi espositivi su due piani. Qui l’ascensore rende facile e gradevole la visita, ponendosi – con la sua lucida trasparenza e la sua efficiente prestanza – sia come strumento di servizio, sia come misurato contrappunto di tecnologia dell’utile, a fronte della pura libertà espressiva delle forme. Non a caso l’ascensore è come un portale di acciaio: ma il materiale, nelle sue lucide superfici capaci di pacati riflessi, si accosta alle strutture antiche dell’edificio senza scontrarsi, e si affianca alle opere disposte all’intorno imbastendo con esse un dialogo di intelligenza e di sensibilità. I portali dell’ascensore, fornici di svelta efficienza, disegnano piani in successione: la cabina è elemento transeunte, silenzioso moto che unisce i due livelli in un soffio.
L’apertura dell’ascensore: risalta l’ampiezza della struttura in acciaio inox mentre la porta è in vetro. Si nota la bottoniera in fascia orizzontale inox sul lato interno. Sotto: lo schema – pianta e prospetti verticali – dell’impianto con i relativi ingombri. Pagina a lato: lo sbarco al livello alto. La superficie lucida del portale si integra con naturalità nel contesto storico.
Caratteristiche tecniche
Museo Materima di Casalbeltrame (Novara) Progetto e realizzazione: IGV Impianto: ascensore mod. Superdomus® con fossa e testata ridotte, progettato su misura Azionamento: idraulico con pistone in taglia rovescia Cabina: in vetro con finiture in acciaio inox Portata: 400 kg Capienza: n. 5 persone Corsa: 3,96 m Fermate: n. 2 Velocità: 0,4 m/s Porte:automatiche scorrevoli con ampia vetratura e telaio in acciaio inox ad apertura centrale Bottoniera di cabina: orizzontale integrata nel corrimano in acciaio inox
La sua “magia” sta nel non intaccare gli spazi, ma nel corroborarli. Non vi sono a vista elementi meccanici: il motore, di dimensioni ridotte, è contenuto in un armadio che occupa una superficie di circa 0,4 mq contro i circa 3 mq di un locale tradizionale. E all’interno del portale sono contenuti elementi normalmente presenti in un tradizionale locale del macchinario, come gli interruttori generali di forza motrice e luce, il termostato che rileva la temperatura della zona, le lampade d’illuminazione. La fossa ha dimensioni ridotte: 20 cm. Dotato di tutti i dispositivi di sicurezza, questo impianto di ridotte dimensioni è consono all’inserimento in ambienti esistenti, di pregio storico. La trasparenza della cabina consente di godere la bellezza dell’ambiente. In ogni momento, nel corso dei trasferimenti, la cabina è un belvedere viaggiante nel museo. Il cielino della cabina è in acciaio inox a specchio con illuminazione a faretti e la parete posteriore dell’ascensore è ricoperta da uno specchio, per dare maggiore profondità alla sala di esposizione. Una scultura tecnologica in movimento, discreta ed efficiente. Se il futurismo esaltava il rombo della macchina, oggi questo tipo di macchina esalta la quiete e l’agibilità di un museo d’arte contemporanea, ricco di cultura.
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