La vera cultura alpina

Movimento di vero relax in montagna
Moments of real relaxation in the mountains

Servizio di: Leonardo Servadio

Gion caminada riesce a ripercorrere sistemi architettonici tradizionali: travi in legno massiccio a “blockhaus”, zoccolo in pietra. E mantiene intatto il sapore delle case di montagna di una volta. Con soluzioni decisamente contemporanee

Gion caminada manages to breathe new life into traditional architectural systems, such as solid wooden ‘blockhaus’-style beams and stone bases, yet he maintains the feel of mountain houses of the past using decidedly contemporary solutions.

Sta nelle Alpi profonde, queste casa dai solidi muri di legno massiccio. Ed è opera di uno degli architetti che con maggiore intensità hanno saputo raccogliere la tradizione antica del luogo e proiettarla nell’interscambio continuo di
esperienze del “villaggio globale”. La casa è ubicata appena fuori dal villaggio di Blatten, in una valle laterale del Vallese, sopra Briga e Naters, in Svizzera. Si arrampica sul declivio e guarda con la facciata nord verso il paese.
Balza all’occhio il sistema costruttivo, a “Strickbau”, il nome locale per “Blockhaus”, cioè l’incastro delle travi di legno sovrapposte. Antica tecnica e architettura moderna si sposano in un prodotto altamente raffinato. Una tecnica che si è andata perdendo: Gion Caminada è tra i pochi che l’hanno rivisitata e la praticano con la giusta sensibilità. Secondo la tradizione delle case alpine, l’edificio poggia su un alto zoccolo di pietra che media il dislivello del terreno. Lo zoccolo presenta ampi spazi aperti: un atrio dove le pietre sovrapposte a pilastro fuoriescono dal perimetro della casa, conferendole visivamente un’immagine di forte radicamento. La pluralità di aperture e l’ampiezza dello spazio coperto dell’atrio consentono di accumulare qui la legna per il riscaldamento.

Nelle foto: vista della facciata nord della casa, che guarda verso il villaggio. Nello zoccolo in pietra sono ubicati il deposito di legna, l’atrio di ingresso, la cantina. Al primo e secondo piano gli ambienti dell’abitazione.
Un particolare dell’ingresso e del fianco della casa. Si nota l’allargarsi verso l’esterno del corpo del fabbricato nella parte mediana, che amplia gli ambienti interni e movimenta le pareti.
Particolare del vano scala, visto dal locale maggiore del primo piano.

This house with walls in solid wood is set deep in the Alps. The architect has captured tradition and projected it into the continuous exchange of experiences from the ‘global village’. The house is just outside the village of Blatten in Switzerland. It climbs up the slope with its north face looking onto the town. The ‘Strickbau’ (local name for ‘Blockhaus’) construction system is immediately apparent with its jointing of wooden beams. This traditional technique merges with modern architecture to create an elegant result. The technique itself has gradually disappeared, yet Gion Caminada is among the few who have given it new life. Traditional Alpine constructions rest on a stone base that levels out the terrain. The base has large open spaces where stones are piled up pillar-fashion around the perimeter of the house, giving an impression of solidity; firewood can also be stored here.

Il vano scala è posto nella parte mediana dell’edificio e di fatto lo divide in due parti: quella verso nord e quella verso sud. La parte meridionale guarda verso il monte, la parte nord verso valle. Nella parte nord si trovano due ampie stanze sovrapposte sui due livelli: sono dedicate agli ospiti e al lavoro. Gli ambienti centrali per la vita domestica sono nella parte contigua al vano scala al centro della casa: due ampie stanze che ospitano al primo piano la sala con camino, soggiorno e cucina; al secondo piano il locale progettato per il relax. Qui si trova il guardaroba. Dallo stesso grande ambiente si accede, senza porte frammezzo, a un bagno nascosto dietro una parete – paravento. È in questi due ampi locali sovrapposti che si svolge la vita in comune: qui si ritrovano la famiglia e gli ospiti per la vita sociale. I locali sul lato
sud, corrispettivi a quelli sul lato nord, sono dediti alla vita privata: al primo piano si trova un salotto e al piano superiore due camere da letto. E anche all’interno domina il legno: non solo nelle travi massicce, ma anche nelle
tavole che costituiscono la fodera interna delle pareti e nelle porte.

The staircase is placed in the middle of the building and divides it into two parts: north facing the valley, and south facing the mountain. The north section has two large rooms on two levels that are used for guests and for work.
Central rooms for everyday living are next to the staircase, comprising a large kitchen and living room with fireplace on the first floor, and a relaxation area (where the wardrobe is) on the second floor. From this area one has access (no doors) to a bathroom hidden behind a screen. It is in these two large rooms placed one on top of the other that friends and family get together. The rooms to the south, corresponding to the northern section, are dedicated to private living. On the first floor there is a living room with two bedrooms on the level above. Wood also dominates inside, not only with regards the solid wooden beams but also the planks used to line walls and doors.

L’architetto Gion Caminada

Per chi viene dalla città, la montagna è luogo di incanto, di paesaggi inconsueti, di grandi solitudini. Probabilmente il montanaro avrà una visione differente non molto tempo fa chi viveva della pastorizia o dell’agricoltura alpina si trovava in condizioni di continua precarietà: quanto più isolato il luogo tra la cime, tanto più aspra la vita. L’architetto Gion Caminada viene da questo retroterra culturale: nato nel paese di Vrin, nella Val Lumnezia, nei pressi di Coira, cantone dei Grigioni, ha lavorato da ragazzo quale falegname.

Un’origine che condivide con Peter Zumthor, uno dei maggiori architetti svizzeri contemporanei. Questa origine gli ha conferito una particolare sensibilità per il materiale e per gli oggetti che con questo si possono realizzare. I suoi studi di architettura si incentrano infatti nella realizzazione di edifici in legno. Anche per salvare la tradizione locale aggiornandola. Caminada partecipa attivamente alla progettazione delle trasformazioni che il territorio subisce a seguito della meccanizzazione dell’agricoltura e delle sue conseguenze sul paesaggio: l’abbattimento dei muretti in pietra che definivano i confini di proprietà, per esempio, per permettere il passaggio delle macchine. Col suo impegno consente all’architettura del luogo di continuare a vivere nel mondo moderno e globalizzato, anzi, preconizza l’utilizzo delle antiche tecniche rinnovate anche dentro la metropoli. In un’intervista pubblicata nel volume “Cul Zuffel e l’aura dado – Gion a. Caminada ” (a cura di Bettina Schlorhaufer, foto di Lucia Degoneda, edito da Quart Verlag), da cui le immagini qui pubblicate sono tratte, Caminada ha detto: “il tipo di casa dipende dal luogo e dalle persone che ci abitano. Il tipo di costruzione a incastro si libera da questa realtà locale e diventa un metodo di progettare globalmente applicabile”.

Gion caminada’s background can be traced back to mountain living and carpentry. His origins are similar to those of peter zumthor, one of the leading contemporary swiss architects. These origins have given him a special feel for wood, his architectural studies having concentrated on the design and construction of wooden buildings. Caminada is also actively involved in designing changes to the territory directly related to the mechanisation of agriculture. Caminada is committed to seeing local architecture used in a modern and globalized world, and he even envisages its use in cities. In an interview published in ‘cul zuffel e l’aura dado – gion a. Caminada’ (the pictures shown here are taken from the book) caminada states ‘the style of a house depends on its location and inhabitants, yet jointed construction systems free themselves from this local reality and can become a globally applicable design model.

La diversa dimensione dei locali, quelli “comuni” e quelli “privati”, di per sé stabilisce una gerarchia di spazi e facilita la
differenziazione di luoghi e funzioni. Lo stacco è sottolineato anche dalla diversità di quota: nel passaggio dalle stanze private agli spazi comuni si scende di un gradino. E nelle pareti laterali si manifesta l’allargamento consentito dallo
scarto verso l’esterno realizzato al centro dell’edificio.

“… la costruzione a incastro ripercorre le
vie della tradizione ma viene ripresentata
secondo un’interpretazione moderna, assimilabile
all’approccio neorazionalista…”

L’uniformità cromatica e materica (il legno è larice, sia all’esterno sia all’interno) risulta articolata sia dal succedersi delle assi e delle tavole lignee, con le loro gradevoli variazioni nel disegno delle venature, sia dalla varietà di aperture esterne, che qui si presentano sporgenti e poste su piani differenziati, lì seguono invece un disegno più “classico”. La libertà di movimenti all’interno dell’edificio è favorita sia dalla centralità del vano scala, sia dalla contiguità con questo degli ampi locali comuni. Si stabilisce così una gradazione di significato e destinazione: dinamismo nella parte ampia e mediana dell’edificio, riposo e tranquillità nelle parti estreme.

Nelle foto: vista dal vano scala attraverso l’ampio locale comune, verso le due stanze da letto al piano superiore. Si noti come le porte siano scorrevoli e la pavimentazione dei locali “privati” rialzata rispetto a quella dello spazio comune. Il salotto del primo piano col suo affaccio verso sud. Le ampie finestre lo trasformano in belvedere. A sinistra: alcuni particolari costruttivi; l’incrocio delle assi a “Blockhaus” e la sovrapposizione delle stesse nelle pareti laterali.

Having rooms of various sizes, common and private, makes it easy to identify their different functions, and a step leading from the private to the common rooms underlines the separation. The uniformity of colour and material (larch
wood is used both inside and out) can be seen both in the wooden planks, with their attractive grain variations, and in the variety of outside openings that are either projecting and placed on different levels or else have a more classic design. Freedom of movement inside the building is helped both by the centrality of the staircase and by the fact that the large common rooms are located next to it. The final result is one of dynamism in the wide middle part of the building, and rest and tranquillity in the outer parts.

La tecnica di costruzione a “strickbau”, ovvero a “blockhaus”, era diffusa nelle regioni alpine come anche nei paesi del nord europa. La stabilità strutturale è data dagli incastri degli elementi di legno agli spigoli. Si usavano spesso tronchi interi. Col tempo la tecnic
a si è andata evolvendo e dai tronchi si sono ricavate travi squadrate. In ogni caso il tipo di costruzione impone che, salvo particolari accorgimenti, una singola parete sia limitata in lunghezza dall’altezza degli alberi da cui si ricavano le travi. Oggi questa tecnica è andata fuori uso: non viene praticata neppure là dove il regolamento edilizio svizzero prescrive che gli edifici abbiano la forma esteriore del “blockhaus”: così nella maggioranza dei casi anche gli edifici che esteriormente appaiono realizzati con quella tecnica, in realtà sono costituiti da strutture convenzionali, e dotati di rivestimenti che imitano il “blockhaus”. Una casa costruita con questa tecnica avrà necessariamente limitazioni dimensionali, almeno sul lato corto. Nel caso dell’edificio qui illustrato, lo scarto dimensionale presente nella parte centrale, consente di allungare il lato articolando la parete. Per le sue architetture, gion caminada ha studiato con attenzione le tecniche dello “strickbau” e le ha riproposte. Nel riavvicinarsi a questo tipo di tecnica costruttiva, l’architetto ha studiato la possibilità di realizzare edifici a “cellule”: i diversi ambienti risultano inseriti spazi autonomi tra loro accostati .

L’onnipresente superficie lignea viene interrotta quasi bruscamente dall’irrompere di apparati di marcata geometria funzionale, per esempio nei locali di servizio, dove il lavabo si presenta con la stessa essenzialità che potrebbe avere in una roulotte. È questa una delle espressioni di un preciso modello di vita che traspare anche nell’architettura.Gli ambienti si fanno tanto più limitati quanto più relativi a attività o momenti dell’isolamento. Reciprocamente, sono tanto più ampi quanto più sono relativi al momento dell’incontro conviviale o comunque dello stare assieme. Anche in questo
traspare il ricordo della casa antica, nella quale vigeva al stessa proporzione dimensionale tra i diversi ambienti. La ristrettezza del privato, del personale; la vastità di tutto quel che apparteneva alla vita in comune. La misura degli ambienti e degli elementi è strettamente controllata, in relazione alla destinazione degli stessi. La finestra così acquisisce anche un valore di sottolineatura del senso degli ambienti. Non a caso la finestra a “dente”, una metà della quale avanza verso l’esterno, serve anche per sottolineare la maggiore ampiezza del locale, apprezzabile nella maggiore profondità delle pareti esterne. I diversi “luoghi” all’interno dell’edificio restano così singolarmente caratterizzati, pur entro una logica che rifugge da discorsi formali, per restare ancorata saldamente alla qualità della tecnica costruttiva e al suo manifestarsi in un disegno di assoluta raffinatezza.

Il pregio singolare di questa, come delle altre architetture di gion caminada, è di riuscire a recuperare appieno la tradizione non come una rivisitazione nostalgica di un passato da conservare, ma come una sapienza consolidata da aggiornare per farla rivivere secondo la sensibilità contemporanea e sfruttando al meglio le tecniche odierne. Così il disegno generale della casa potrebbe essere interpretato quale espressione di un neorazionalismo capace di forte radicamento nel genius loci : in realtà si tratta dell’utilizzo di forme consolidate nel tempo, ma con un “taglio” tipicamente contemporaneo. Il modulo dell’incrocio degli assi di legno agli spigoli, che dà luogo al prolungamento delle pareti oltre il limite, è tecnica antica. Ma il risultato è quello di definire con particolare concentrazione i contorni della casa, quasi incorniciando ogni singola facciata.si tratta di una maniera costruttiva ripresa per esempio dal neoplasticismo olandese. Anche per questo si nota come l’uso della tecnica a “blockhaus” raggiunga effetti di grande significato estetico.

The main merit of this building is not so much that it is built using traditional techniques like some sort of nostalgic return to the past, but that it has been cleverly adapted to suit contemporary needs using modern techniques. The overall design of the house manages firmly to ensconce itself in the spirit of the place. The truth is that time-tested techniques have been used, albeit with a typically contemporary slant: the jointing of beams at the corners, which leads to the prolongation of the walls, is in fact an ancient technique. Yet the result is it defines the edges of the house and almost provides a frame for each façade. This construction technique, for example, was used in dutch neo-plasticism, and this is also why the ‘blockhaus’ technique has such aesthetically appealing results.

Objects with clearly defined functional geometry interrupt omnipresent wooden surfaces almost abruptly, such as in the bathroom where the washbasin has the same simplicity as one would expect in a caravan. This is one of the specific expressions of a lifestyle that the architecture seeks to convey. The more the rooms are intended for privacy the smaller they are. Likewise, the more they are destined for social activities the larger they are. This also has echoes of the past in which room sizes depended on function.

Nelle foto: i locali dedicati al “lavoro” sul lato nord della casa.
Le piante del piano terra (la parte sud, verso destra nell’immagine, risulta interrata), primo piano, secondo piano.
La nicchia del bagno al secondo piano, priva di porta. Finestra al primo piano.

The size of the various components of the rooms is also carefully controlled such that windows, for example, will underline the intended purpose of each room. Thus bay windows, half of which project outwards, help underline the larger size of the room, which is also visible by the greater depth of the outside walls. The different ‘locations’ inside the building in this way are individually characterised, albeit following a logic that shuns formal decisions, in order to remain f
irmly an
chored to the quality of the construction technique and its expression in a design of the utmost elegance.

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