All’architetto viene chiesto di progettare uno spazio in grado di accogliere e magari capace di stupire, per evidenziarne la funzione che, con la sua sacralità, introduce e sottolinea la necessità del rispetto, quale soglia del passaggio (non solo fisico geometrico) tra esterno e interno in funzione della chiesa. Il Premio di Architettura "I Sagrati d’Italia" non poteva che essere accolto con favore. Questa iniziativa oltre a essere il primo Premio italiano di architettura per via telematica, è riuscita a promuovere l’interesse culturale degli architetti su di un aspetto particolare dell’architettura sacra; su di un luogo cerniera tra l’edificio sacro ed il contesto circostante. Questa iniziativa ha assunto una rilevante valenza anche per un altro motivo: quella di riuscire a promuovere, attraverso lo strumento del concorso di progettazione, l’interesse degli architetti sull’architettura religiosa. In un contesto culturale laicista, questo concorso è da accogliere con estremo interesse, quale strumento per promuovere il bello per un’architettura che da sempre è parte fondamentale del patrimonio culturale. La ricchezza di spunti che si trae dagli elaborati presentati ne sono la più immediata e tangibile testimonianza, rappresenta altresì un arricchimento nel contesto culturale dell’architettura con interessanti nuove proposte in linea col tema del Premio.
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