La chiesa di Saint Joseph a Dallas (Texas)

Alla ricerca della chiarezza

Si tratta di una risistemazione.Vecchia di qualche lustro, solida nell’impianto, la chiesa necessitava di un supplemento di significato. La sua immagine, soprattutto all’interno, era ancorata a vecchi schemi. L’intervento di Duane e Jane Landry ha radicalmente trasformato e nobilitato l’aula celebrativa.

Dallas, in Texas: il profondo Sud degli Stati Uniti. Un luogo che ha conosciuto drastici cambiamenti nel corso degli ultimi vent’anni. La sua geografia umana ed economica è stata rivoluzionata dall’uso dell’aria condizionata: perché qui effettivamente fa caldo, al punto che nei mesi estivi muoversi per le strade diventa un azzardo. Ma, appunto, la tecnologia ha consentito di conformare gli ambienti lavorativi alle necessità umane e così lo stereotipo del sud agricolo e petrolifero è stato spazzato via. Dallas da vent’anni è una delle più moderne città industriali e del terziario, con centri di ricerca scientifica e una vita assai attiva e cosmopolita. La trasformazione, la “modernizzazione” della vecchia città del sud, è riflesso anche nel modo in cui questa chiesa è stata ristrutturata dall’intervento di Duane e Jane Landry. L’edificio, costruito su progetto di F & S Partners, presenta un impianto solido, un disegno preciso, nitido, senza sbavature. Una costruzione fatta per durare nel tempo. Ma poco caratterizzata all’interno. Un tempio, certamente, con tutte le risonanze di austerità che il concetto porta con sé; ma non ancora precisamente una chiesa, secondo quanto richiede il Concilio. A questo edificio, realizzato alcuni decenni fa, l’intervento dei due Landry, pur con modifiche che non interessano l’impianto strutturale, riesce a conferire una impostazione decisamente nuova, coerente coi dettami del Concilio, adatta a una celebrazione comunitaria. L’intervento di ristrutturazione è stato premiato da “Faith and Form”, la rivista statunitense dei luoghi di culto, nel 2002.

Il solido impianto non ha richiesto interventi esterni.
Il nuovo battistero in arenaria consente
il battesimo per immersione.

L’edificio prima dell’intervento era privo di quei simboli che usualmente caratterizzano la chiesa All’interno una croce di plexiglass contrastava, per consistenza materica, con la qualità dei materiali usati per l’architettura: e non v’era crocifisso. Lo spazio della custodia eucaristica era ricavato in un angolo dell’aula, come esiliato dallo spazio centrale della celebrazione, “nascosto al punto che molti non capivano dove fosse collocato” scrivono i progettisti dell’adeguamento. L’altare era collocato in posizione arretrata sulla pedana presbiterale ed era sopraelevato secondo una sistemazione più consona alla celebrazione tridentina. Il battistero non consentiva il battesimo per immersione e la sua collocazione lo rendeva estraneo alle funzioni quotidiane. Ai progettisti venne chiesto di far sì che i diversi poli liturgici fossero integrati entro uno spazio coerentemente organizzato così che la loro disposizione stessa rendesse presente alla comunità la riserva eucaristica, che un nuovo fonte battesimale fosse visibile e accessibile, e che consentisse il battesimo per immersione.

La pianta prima del restauro. Lo spazio liturgico era organizzato secondo criteri tradizionali.
La pianta dopo il restauro. In giallo è
evidenziata la cappella feriale

Soprattutto che l’altare fosse posto in modo tale da consentire una attiva partecipazione dei fedeli alla liturgia eucaristica. La struttura muraria solida e funzionale non necessitò un intervento significativo. La nuova concezione dello spazio liturgico invece richiese studio e attenzione. Con gli architetti hanno partecipato all’opera diversi specialisti, in campo sia liturgico sia artistico. In primo luogo fu drasticamente abbassata la pedana dell’altare e fu tolto il dossale contro il quale poggiava. L’altare è stato portato in avanti, in posizione prossima all’assemblea. Coerentemente, alcuni banchi sono stati ricollocati ai lati della pedana.

Lungo le pareti laterali è stata collocata una Via Crucis.
Il profilo esterno a capanna, all’interno acquisisce e comunica la sensazione della piramide azteca, a causa dei corsi orizzontali e delle gradinature.

Le trasformazioni così realizzate sulla pedana dell’altare ne hanno cancellato il sapore da scenario teatrale; in particolare l’eliminazione della “quinta” avrebbe lasciato come sfondo la parete che divideva l’aula dalla cappella feriale. Tale situazione ha porto il destro a un’ulteriore trasformazione: l’apertura di una porta, in posizione simmetrica rispetto all’entrata, e la collocazione entro quella che era la cappella feriale, della riserva eucaristica. In questo modo lungo l’asse entrata-altare, al di là di questo si entra oggi nellacappella eucaristica al cui centro si trova il tabernacolo. Questo è visibile anche dall’aula celebrativa, perché la porta che separa la cappella dall’aula è di
vetro con una struttura in bronzo: solida e trasparente a un tempo.

Il crocifisso, dipinto secondo i modi giotteschi, è diventato l’elemento dominante nello spazio. L’altare è stato avanzato e sullo sfondo è stata aperta una porta trasparente, oltre la quale si vede il tabernacolo.
Il leggio si presenta come un oggetto di grande sobrietà e leggerezza.

L’assialità della disposizione dei poli liturgici è ulteriormente esaltata dal’assialità della copertura a due spioventi. Le fasce di colore chiaro del manto murario accompagnano questo movimento processionale, aggiungendovi il senso della gradazione ascendente. Il nuovo battistero è stato disegnato a forma di sarcofago. E’ costruito in pietra e al suo interno è posta una vasca di bronzo. Durante la veglia pasquale, vengono collocati dei gradini di pietra che permettono al sacerdote, aiutato da un diacono, di celebrare il battesimo per immersione dei catecumeni.

Il tabernacolo, con un candelabro piramidale, come l’architettura della chiesa.
L’altare in pietra e sullo sfondo la porta della cappella eucaristica.
La porta verso la cappella eucaristica, in vetro con intelaiatura bronzea.

Quando questi riemergono dopo il battesimo guardano verso l’assemblea e verso l’altare. Il luogo del battistero, presso l’entrata, è stato ricavato rimuovendo alcuni banchi. La sua collocazione ne fa memoriale del battesimo per chi entra, e consente una diretta connessione tra acqua battesimale e acquasantiera. La ristrutturazione ha compreso una nuova pavimentazione in travertino e un impianto illuminotecnico a faretti, in sostituzione di un antiquato lampadario centrale preesistente. Tutti i luoghi liturgici sono stati disegnati dagli architetti progettisti, in pietra calcarea, bronzo e legno. La forte disposizione assiale che collega ingresso, battistero, altare e cappella del tabernacolo è stata elaborata come percorso che rievoca il cammino di fede.

Chiesa di St. Joseph a Dallas (Texas)

Progetto ristrutturazione e design: Duane Landry e Jane Landry, Dallas
Opere artistiche: Nancy Rebal (crocifisso, via crucis, edicole del santo e della Madonna); Ellyn Amador (design delle edicole, croce processionale, intelaiatura del crocifisso).
Bronzi e argenti: James Cinquemani
Falegname: Bon Brockus
Progetto edificio esistente: F & S Partners, Inc.
Foto:
Dan Sellers (eccetto l’esterno) Vista dall’aula verso la cappella eucaristica. Il tabernacolo, con un candelabro piramidale, come l’architettura della chiesa.

Vista dall’aula verso la cappella eucaristica.

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