L’uso dei tiranti nei casi di dissesto

L’USO DEI TIRANTI NEI CASI DI DISSESTO

Diversi sono i motivi che causano dissesti negli edifici storici. In questi casi l’intervento di restauro necessita il consolidamento previo della struttura. I macchinari oggi esistenti consentono di forare muri antichi in assenza di vibrazioni per collocare tiranti atti a rendere sicuro l’edificio sotto il profilo statico.

Gli edifici in muratura sorti prima dell’evento del cemento armato, per la loro tipologia e tecnica costruttiva, possono cogliere di sorpresa i tecnici e le maestranze chiamate ad intervenire sui diversi problemi che con il passare dei secoli manifestano. I problemi a volte meno sentiti o meno valutati dagli addetti ai lavori sono quelli statici, anche perché sono complessi e in più casi connessi a cause diverse anche non contemporanee e pertanto difficili da valutare e diagnosticare al fine di un intervento mirato ed efficiente. Le cause che portano anche problemi di carattere statico agli edifici storici sono generalmente molteplici e di svariata natura. I principali sono: a) Perdita di caratteristica meccanica dei vari elementi che costituiscono la fabbrica: – conci di costruzione (mattoni o pietre); – legante delle malte di allettamento; – ossidazione di tiranti con relativa rottura;- ammaloramento di travi in legno inglobate nelle murature con originarie funzioni di cordolo. b) Eventi straordinari: – terremoti; – alluvioni; – variazione di livello della falda freatica; – alterazione delle quote sui terreni adiacenti; – eventi bellici. c) Agenti atmosferici. Non poca influenza hanno gli agenti esterni dovuti alle mutate condizioni atmosferiche conseguenti ad un rapido e repentino innalzamento dei tassi di inquinamento; infatti la quantità di sostanze tossiche prodotte dall’era moderna è generalmente solubile nelle acque atmosferiche che, durante le precipitazioni, si depositano sui manufatti in oggetto causando danni irreversibili sia sulla funzione statica sia su quella architettonica degli elementi che la compongono. d) Interventi umani: – durante le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria gli interventi nei secoli non sempre sono stati eseguiti con la dovuta cognizione, cautela o sensibilità; – carico anomalo di sottotetti voltati con macerie provenienti dalle diverse riparazioni e rifacimenti del tetto in varie epoche.

Nelle foto: Il disegno mostra in trasparenza un esempio di ubicazione del sistema di tiranti all’interno dei muri di un edificio storico. I tiranti ricostruiscono la solidità della “scatola” muraria, sanando fessurazioni ed evitando spanciamenti.
Esempi di crepe che compromettono la solidità dei muri.

Non di rado infatti si constatano: – l’ammaloramento di una capriata o di una trave portante che viene puntellata direttamente sull’estradosso della volta sottostante; – eliminazione volontaria di tiranti per fattori di pura estetica o per posizionare in una cella campanaria una campana più grande; -posa di nuovi tiranti in posizioni anomale o pretesati inadeguatamente; – aperture di vuoti in posizioni delicate cau-sando scompensi di spinte verticali; – scarico di acque piovane direttamente sul terreno di fondazione; – sollecitazioni dinamiche di varia natura; – ampliamenti e sopraelevazioni. Concludendo sulle principali cause negative derivanti da impropri interventi umani, mi è doveroso segnalare i danni non quantificabili causati dall’impiego di certi prodotti formulati, pubblicizzati e commercializzati prepotentemente da ditte o persone a cui nulla interessa il valore artistico e storico di certi edifici; dalla metà degli anni ’80 a tutt’oggi i progettisti e gli addetti ai lavori si trovano bombardati e condizionati quasi sempre da prodotti moderni miracolosi bi- tri- pluri componenti che, a detta dei produttori, risolvono problemi che a mio avviso di ben altro hanno bisogno. Per affrontare e risolvere adeguatamente certi problemi, è mia ferma convinzione sia necessario riacquisire le cognizioni tecnico operative e sui materiali stessi usati per certi edifici.

Il consolidamento

Elencate alcune delle principali cause dei dissesti statici di un edificio storico, si affronta il problema del ripristino. Gli edifici, quando necessitano, vengono presidiati in modo compatibile con tiranti posizionati in sedi più idonee al fine di renderli sicuri o comunque migliorarli sotto il profilo statico. I tiranti o catene vengono, previa valutazione tecnica, dimensionati e inseriti nelle parti di massima sollecitazione. Nelle volte o negli archi la posizione ottimale è la sezione delle reni, ovvero dove gli sforzi trasmessi dalle volte tendono a ribaltare i piedritti di sostegno verso l’esterno. Nelle murature perimetrali o di spina con funzioni di sostegno, la posizione dei tiranti necessita di valutazioni legate alla causa dei dissesti presenti o in fase di formazione sulle murature e comunque dipendono molto dal tipo di funzione che deve assolvere il tirante stesso. Nelle volte e negli archi generalmente la posa di tiranti comporta la perforazione delle murature in senso ortogonale e pertanto le difficoltà operative si presentano relativamente semplici. Nelle murature invece il problema è molto più difficile in quanto compromette la perforazione a quota stabilita di tutta la muratura longitudinale nella mezzeria stessa (o comunque nel terzo medio della sezione) con tutti i problemi operativi connessi ad un’operazione abbastanza complessa e laboriosa. La perforazione di piccolo diametro, 4-6 cm., avviene con carotatrici a punta diamantata in assenza totale di vibrazioni indotte al fine di non provocare stacchi di parti di intonaci pregiati o affrescati delle murature oggetto dell’intervento.


Nelle foto: Introduzione del tirante entro il muro; un esempio di placca di fissaggio.
Operai al lavoro con il trapano per la perforazione del canale entro cui andrà collocato il tirante.
Due esempi di placca di fissaggio.

A tale scopo vengono utilizzati degli utensili diamantati a sola rotazione che raffreddati ad acqua permettono un avanzamento lineare e comunque con bassi margini di errore sull’allineamento prefissato. Le ditte specializzate in tali interventi si trovano ad affrontare il problema di recupero dei liquidi di raffreddamento (circa 10-16 litri al minuto) che diversamente verrebbero dispersi nella muratura con danni immediati e futuri ben immaginabili. Eseguite le necessarie perforazioni, nelle sedi circolari vengono introdotte barre in acciaio corrispondenti alle caratteristiche progettuali; queste vengono, per lunghezze superiori ai 6 metri, connesse le une alle altre con manicotti di giunzione fino ad ottenere un’adeguata lunghezza che a volte è di alcune decine di metri. Posizionati su piani di appoggio verticali, gli opportuni capochiavi, che possono essere chiavistelli verticali con cuneo di tesatura, piastre rettangolari o quadrate vincolate al tirante con dadi di tesatura, si passa all’operazione di tesatura dinamometrica del tirante stesso che, preteso a valori teorici di calcolo, assume valore di presidio immediato al fine di contrastare gli sforzi nelle murature, cause dei dissesti presenti o in fase di sviluppo. Detti tiranti, previa accurata valutazione, possono essere coassialmente iniettati con prodotti compatibili, con l’evidente scopo di preservarli da qualsiasi agente esogeno esterno e allo stesso tempo costipare, per tutta la lunghezza della muratura che attraversano, tutte le lesioni o irregolarità interne. I tiranti sono generalmente in acciaio ad alta resistenza e comunque sovradimensionati rispetto alle funzioni richieste allo scopo di eseguire un intervento che conservi le sue capacità di presidio per diversi secoli. I prodotti da iniezione devono rigorosamente essere compatibili sia con i tiranti metallici sia con i leganti delle murature esistenti.
Geom. Enrico Pasta, SICEM

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