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Papa Wojtyla come il “Nuovo Mosé”: una lastra di cristallo sabbiato su cui emerge l’immagine dell’ulivo. Un’opera densa di simboli che presentiamo con le parole del Vescovo di Livorno, S.E.R. Mons.Alberto Ablondi: “È bello che due artigiani del vetro ed artisti della luce e del colore abbiano sentito Papa Giovanni Paolo II come un Nuovo Mosé, e lo abbiano accolto con le sue grandi ispirazioni nella trasparenza del loro cristallo. Se l’opera fosse stata commissionata da un grande Centro culturale rappresenterebbe il sentire di tanti; la spontaneità invece del suo affiorare dalla opinione pubblica fa di essa un documento del modo con cui questo Papa è entrato non solo nella storia, ma nelle case e nella mentalità. Quel volto del Papa che la sabbia “sparata” ha delineato così bene non resta una pia immagine; anzi si moltiplica nella efficacia della presenza. Perché quel volto si anima della Croce che presenta e che il Papa ha portato in tutto il mondo; ed anche i lineamenti di Madre Teresa, che affiorano delicatamente, indicano la strada dei poveri, che il Papa ha difeso ovunque. Come la strada della verità sempre professata si condensa del bastone pastorale, segno della autorità episcopale. Con intuito di autenticità l’opera non solo richiama l’impegno e il cammino di Papa Giovanni Paolo II. Esalta anche la sua ‘ostinata’ sensibilità ecumenica; e lo fa soprattutto con quei colori diversi che si richiamano alle differenti confessioni cristiane e che sono già profetici dell’unità cui tende l’ecumenismo. Sí perché i colori sono così belli e sapientemente accostati per cui si nota quella integrazione che esalta le differenze e tutte le valorizza invece di farle diventare divisioni. L’arte dunque ha sintetizzato la missione di Nuovo Mosé e il cristallo è materia così luminosa da farsene strumento di ammirazione di diffusione e risonanza.”
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