L’intervento – Cenni storici

L’INTERVENTO IN UNA BASILICA TOTALMENTE AFFRESCATA

La realizzazione dell’impianto di illuminazione e, prima ancora la sua progettazione, in un tale, pregevole contesto, non hanno potuto prescindere dall’ausilio del sistema di gestione e controllo Digilux VM3000®, per proporre la giusta soluzione illuminotecnica adatta ad ogni singolo elemento che, con gli altri, concorre ed ha senso, se inserito nell’insieme corale del monumento. La necessità di intervenire in una struttura così particolare ha reso necessario, inoltre, un’attenta scelta dei corpi illuminanti: delle loro dimensioni e del tipo di lampada. La qualità della luce, dettata dalla necessità di ottenere la migliore resa cromatica su superfici totalmente affrescate, ha orientato la nostra scelta
verso il tipo alogeno, con la sola esclusione dei due ambulacri, per i quali si è resa opportuna una scelta orientata verso proiettori lineari a lampada fluorescente ben occultati grazie alla presenza di una cornice lungo le pareti, questa volta, prive di affreschi. Laddove necessario sono state inserite delle strutture realizzate ed ingegnerizzate appositamente
per la Basilica di S. Caterina, in grado di essere alloggiate nelle strette imbotti delle finestre e sulle cornici, oppure, come nel caso dell’abside della navata destra, a vista, estremamente funzionali e visivamente discrete.
L’attenta fase di analisi progettuale, ovviamente, non si è conclusa nella fase precedente la realizzazione, ma ha proseguito fino alla taratura finale dei corpi illuminanti concludendo la realizzazione dell’impianto di illuminazione e fungendo da supporto alla programmazione di tutte le funzioni previste dal sistema di gestione e controllo Digilux
VM3000® in modo da modulare, non solo la giusta intensità luminosa per ogni singola parte della basilica, ma anche di realizzare un impianto flessibile, adatto ad ogni esigenza del monumento (visita, funzioni religiose, ecc…).

Il chiostro del convento di S. Caterina d’Alessandria,
con le pareti del porticato affrescate.
La imponente navata centrale, divisa in tre campate
dalle colonne polistilo, splendente nei suoi colori.

CENNI STORICI

La costruzione della Basilica ebbe inizio nel 1383 e si concluse nel 1391 ad opera di Raimondello Orsini del Balzo, potente feudatario del Mezzogiorno. Egli ottenne dal pontefice Urbano VI, come riconoscenza per il suo appoggio contro Carlo III di Durazzo, licenza di costruire un convento con ospedale e chiesa per i frati minori di Terra d’Otranto.
L’esecuzione dell’apparato decorativo interno ebbe termine nella prima metà del ‘400, con la committenza di Maria d’Enghien, regina di Napoli e di Sicilia, moglie, prima, di Raimondello Orsini del Balzo e poi del re Ladislao il Magnanimo. Lo stile della Basilica è un bell’esempio di romanico pugliese, una rara commistione fra romanico, d’influenza bizantina, e gotico, d’influenza normanna. Tale affermazione è chiaramente riscontrabile nella tipologia della pianta a cinque navate, di cui le due intermedie, adibite ad ambulacro, risultano di passaggio verso le due laterali attraverso archi a sesto
acuto ribassato poggianti su pilastri. La navata centrale è di dimensioni maggiori rispetto alle altre due determinando, così, anche le dimensioni dell’abside ottagonale e dell’arco acuto in facciata, di accesso alla Basilica. La navata centrale è suddivisa in tre campate mediante la presenza di colonne polistilo, addossate ai pilastri, che si ergono per la definizione degli archi divisori, delle nervature delle volte a crociera e della linea esterna della parete. La quarta campata, corrispondente all’attuale presbiterio, costituiva l’abside della chiesa ed era sopraelevata rispetto al piano della chiesa stessa. La facciata esterna è tricuspidata ed abbellita da uno splendido rosone in pietra. L’interno della Basilica rivela un notevole sforzo artistico iniziato da maestranze locali fatte poi ben presto sostituire da altre napoletane. Il continuum pittorico può essere considerato secondo solo alla Basilica di S. Francesco ad Assisi.
Gli affreschi raffigurano i cicli pittorici, cui si aggiungono le rappresentazioni delle quattro Virtù cardinali, delle tre Virtù teologali più la Pazienza nelle vele della prima campata. Le absidi e le navate laterali ripropongono invece affreschi
il cui tema è la lezione francescana della storia dell’uomo intesa come storia dell’Amore di Dio. La Basilica si arricchisce, inoltre, di opere marmoree, cenotafi, del Tabernacolo ligneo opera di frà Giuseppe da Soleto, e del Tesoro costituito da oggetti d’arte per la conservazione delle reliquie.

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