Olaf von Bohr è un maestro dell’industrial design, dall’eleganza semplice e solida. Alcune sue creazioni che già sono stati emblemi di un’epoca, oggi tornano in produzione, a testimonianza di una genialità al di sopra delle mode.
Intervista di: Costanza Genolini, architetto
“Tutto il mio design è un adattarsi alla necessità” dice Olaf von Bohr, rivelando così l’anima del suo impegno professionale. Educato in Austria in una famiglia di artisti (madre pittrice, padre scultore, fratello architetto) e trasferito a Milano a metà degli anni ‘50, Bohr è in breve diventato uno dei maggiori rappresentati di un design esemplare della grande epoca di ricostruzione civile e economica. Bohr è stato tra coloro che con maggior rigore hanno saputo interpretare quell’epoca con fluida essenzialità. “Avendo avuto fin dall’infanzia un’influenza culturale e artistica molto pronunciata e leggermente conservatrice – dice di sé – ma tutt’altro che nazionalistica, mi sembrava molto interessante la sintesi di metodi e ragionamenti di entrambe le parti: quella italiana, più moderna e spiritosa, e quella centroeuropea, più sociale e pratica”. Ha disegnato oggetti in diversi materiali, plastica, ma anche giunco e metallo: in che modo il materiale influisce sul disegno? Troverei noioso esprimermi in un solo materiale. Già tra le materie plastiche ci sono molte differenze di comportamento, nella produzione e nell’uso, e maggiori ancora sono le differenze tra legno, metallo, giunco o ceramica. Ognuno di questi materiali ha caratteristiche sue e problemi intrinseci e affascinanti.
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Olaf von Bohr è nato nel 1927 a Salisburgo, in una famiglia di artisti. Trasferitosi a Milano nel ‘53, lavora nello studio Ponti Fornaroli Rosselli prima di mettersi in proprio nel ‘56. Tra tanti riconoscimenti, ha vinto il Compasso d’Oro nel ‘79 per il “Gancio a muro” 4702 (Kartell) e nel ‘89 (cestino Linda di Gedy). |
Olaf von Bohr
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Oggi siamo tornati ai modi degli anni ‘50 e ‘60: il futuro è nel passato? In quegli anni c’era molto entusiasmo, fede e anche spirito di sacrificio tra i pochi addetti al design. Oggi siamo migliaia. Come il mobile barocco, anche il design anni ‘50- ’60 può creare nostalgie e ispirare rifacimenti. Penso che il futuro del design sarà condizionato dai progressi dell’industria e dalle nuove regole di vita provenienti dall’etica ecologica. C’è qualcosa che ancora le manca, nel vasto panorama della sua opera compiuta? Creare della porcellana da tavola per esempio; il lavoro creativo è sempre una ragione per vivere….. L.S.
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La lampada “Medusa”, design del 1968 di Olaf von Bohr, produzione Ecolight. E’ stata rimessa in produzione in serie limitata da Valenti. È realizzata assemblando attorno a un cerchio in acciaio alcune lamelle di lamiera piegate e verniciate che garantiscono una diffusione graduale e pastosa della luce. (Foto catalogo Valenti)
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Lampada da parete “Conchiglia”. Design di Olaf von Bohr, 1969. Prodotta da Valenti, Milano. Supporto in metallo, riflettore in policarbonato piegato e tagliato a caldo. Colore: opale bianco Dimensioni: 23 x 23 cm. La forma richiama aspetti della natura, ma vive di una geometria studiata nel dettaglio. (Foto Catalogo Valenti).
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“Isis”. Sedia impilabile, con o senza braccioli. Design: Olaf von Bohr (1992). Prodotta da Sintesi 2. Struttura in acciaio cromato o verniciato; seduta, schienale e braccioli in copolimero p.p. nei colori beige, pesca, verde, rosso, blu. Miglior sedia dell’anno, Salone internazionale della Sedia 1997, Udine. (Foto da catalogo).
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Gancio a muro. Design: Olaf von Bohr. Prodotto da Kartell a partire dal 1972 in resina ABS nei colori bianco, nero,rosso, marrone, verde, cromato. Segnalazione d’onore al Premio Compasso d’Oro del 1979. E’ composto da due elementi smontabili: piolo centrale con anima metallica avvitabile a parete e corpo sagomato. (Foto Archivio Kartell).
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Libreria componibile con sistema a incastri. Design: Olaf von Bohr, prodotta da Kartell dal 1969 al 1977. Realizzata in resina ABS e commercializzata nei colori bianco, nero, rosso o arancione, ha ricevuto la segnalazione d’onore al Compasso d’Oro del 1970 e
la medaglia d’argento del Bauzentrum Vienna del 1970.(Foto Archivio Kartell)
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Lampada a sospensione “Dafne” Design di Olaf von Bohr, del 1973. Prodotta da Valenti. Materiale: policarbonato soffiato di colore bianco opale. È stata prodotta anche in versione a piantana. L’accostarsi di elementi semisferici modula la luce e dà un senso di leggerezza. (Foto Catalogo Valenti).
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