L’adeguamento delle chiese secondo la riforma liturgica

Nota pastorale della Conferenza Episcopale Italiana

– Commento di p.Giacomo Grasso, O.P. –

Nota pastorale della Conferenza Episcopale Italiana
(clicca qui per leggerla)

Presentazione

La riforma liturgica, le cui basi sono poste dalla Costituzione Sacrosanctum Concilium del Concilio Ecumenico Vaticano II, si rivela come un impegnativo cammino di rinnovamento della mentalità e della prassi ecclesiale nella celebrazione del Mistero di Cristo.
Di questo itinerario vasto e profondo fa parte la conoscenza e il retto uso di tutti i segni di fede che la tradizione di origine biblica e patristica ha consegnato alla Chiesa e che essa accoglie e trasmette nel corso della sua missione nel mondo. Coerente con questa prospettiva, la Chiesa ha sempre dedicato speciale attenzione alle opere d’arte e di architettura che sono state create al servizio dell’azione liturgica delle diverse comunità (cfr. SC nn. 122-126) e si sente obbligata anche nell’epoca attuale “a conservare e a tramandare con cura il patrimonio artistico e le testimonianze di fede del passato” (C.E.I., Il rinnovamento liturgico in Italia, n. 13).
Nel rispetto della propria tradizione, che vede negli edifici di culto i luoghi privilegiati per l’incontro sacramentale con Dio, la Chiesa intende evitare “sia di dissiparne i tesori sia di acconsentire a relegarli al rango di oggetti da museo: una chiesa è un luogo vivo per uomini vivi” (Ivi, n. 13).
Per questo i Vescovi italiani, con la presente Nota, desiderano evidenziare e condurre a termine un organico disegno pastorale, secondo il quale “creatività e conservazione, adattamento nella salvaguardia” sono i criteri che devono guidare i tentativi di quanti si impegnano “nella risistemazione di antichi spazi e ambienti per il culto, allo stesso modo che nella creazione di nuove strutture e suppellettili per la liturgia” (Ivi, n. 13).

Avvertenza

La presente Nota pastorale, in base al can. 1216 del Codice di diritto canonico’, ripropone informa organica e ribadisce la normativa liturgica vigente, della quale intende chiarire le connessioni e le con crete applicazioni.
A completamento di quanto abbiamo indicato nella Nota pastorale “La progettazione di nuove chiese” (1993) e negli Orientamenti “I beni culturali della Chiesa in Italia” (1992), questo documento illustra le ragioni e i metodi dell’adeguamento delle chiese esistenti perché esse, in base a una progettazione sollecita e controllata, si prestino
alla promozione del rinnovamento celebrativo, secondo le esigenze della riforma liturgica. A tale segno, si utilizza ampiamente quanto i documenti applicativi della riforma liturgica hanno già stabilito e si dispone in modo ordinato la normativa vigente.
L’insieme di un tale quadro normativo, considerato nella sua unitarietà, manifesta l’impegno della Chiesa italiana nel campo dell’arte liturgica e dei beni culturali, e ribadisce l’uguale importanza dei tre atteggiamenti ricordati: lo sforzo di conservazione, la ricerca di adeguamento alle nuove esigenze e la promozione di nuove opere corrispondenti
all’indole di ogni epoca (cfr. Messale Romano, Princìpi e norme, nn. 253-254).
Nello stesso tempo, questa Nota pastorale si propone come punto di incontro, di collaborazione e di lavoro comune per tutti gli operatori ecclesiali coinvolti nel processo di adeguamento, per i professionisti e i tecnici, come pure per tutti coloro che hanno autorità per la tutela del patrimonio culturale italiano.

Luca Brandolini
Vescovo di Sora-Aquino-Pontecorvo
Presidente della Commissione episcopale per la liturgia

Roma, 31 maggio 1996,
festa della Visitazione della beata vergine Maria

Le disposizioni qui contenute costituiscono norma di riferimento per l’attività di adeguamento liturgico degli organismi diocesani, regionali e nazionali che hanno competenza in materia di arte sacra e di beni culturali ecclesiastici.

Note
1 “Nel costruire e nel restaurare le chiese, con il consiglio dei periti, si osservino i prìncipi e le norme della liturgia e dell’arte sacra.”

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