Santuario della Beata Vergine Maria del Riposo, Pandino (Cremona) Progetto: Dr. Arch. Claudio Bettinelli, Crema (CR) Impresa: Domus Costruzioni Spa, Agnadello (CR) Panche: Caloi Industria Srl, Susegana (TV) Legno lamellare: Holzbau Spa, Bressanone (BZ) Mattoni: San Marco Laterizi Srl, Noale (VE) Fusione campane: Capanni Fonderie, Castelnovo ne’ Monti (RE) Campane: Sabbadini, Fontanella (BG) Vetrate: Eugenio Cerioli, Capergnanica (CR) Pavimentazioni esterne: Antoniazzi Spa, Pizzighettone (CR) Diffusione sonora: Melloncelli & C. Snc, Sermide (MN) Un nuovo Santuario per una devozione antica. L’Architetto Claudio Bettinelli ha saputo dar corpo a un percorso ricco di luoghi di sosta che, con immediatezza e semplicità, dà il senso dell’apertura del Santuario verso le necessità dell’essere umano. Uno spazio che in modo attivo cerca di rappresentare la sollecitudine materna che trova in Maria l’esempio perfetto.
Era l’anno 1432 quando, l’ottava di Pasqua, la Vergine apparve a un certo Tommaso, popolarmente conosciuto come “Tommasone”. La notizia si diffuse presto e la devozione crebbe mentre i miracoli continuavano, e così ben presto venne innalzato il Santuario. Poiché nella sua apparizione la Madonna era in atteggiamento di riposo, ecco che il Santuario, ultimato nel 1434, fu dedicato alla Beata Vergine del Riposo. La dedizione continuò nei secoli, ma l’occupazione napoleonica decretò la fine dell’antico edificio e in seguito i ruderi in cui fu ridotto vennero inglobati entro una cascina. L’espansione urbana di Pandino ha suggerito, negli anni Novanta del Novecento, la costruzione di un nuovo centro di culto che recuperasse il valore dell’antico Sanutario. E così ha preso forma il nuovo complesso: articolato nella forma ma allo stesso tempo ispirato alla quiete, alla tranquillità. Lo spazio è ampio ed è stato sfruttato efficacemente per sviluppare il progetto come un percorso che conduce alla chiesa, segnato da un lungo portico che raccorda gli edifici entro i quali sono ospitati i locali di accoglienza e altri servizi. L’andamento ascendente della copertura della chiesa sembra continuare il cammino e slanciarlo, culminando nel campanile. L’ombreggiato portico si snoda anche attorno al corpo della chiesa e questo conferisce l’immagine della protezione e dell’accoglienza al nuovo santuario. Immagine che viene accentuata dalla cura di certi dettagli, quali per esempio l’arrotondamento degli spigoli, o la scelta dei pilastri cilindrici: soluzioni che consentono alla luce di scivolare morbidamente sulle superfici. La parte superiore della chiesa è composta da vele che si susseguono protendendosi verso l’alto, partendo dalla posizione in cui si trova l’immagine di Maria. Pur ricadendo l’una sull’altra, le “vele”, disegnate dalla plasticità della struttura in legno lamellare, salgono fino a definire sopra il luogo dell’Eucaristia lo spazio maggiore. Il campanile, che esternamente continua questo moto ascendente slanciandolo verso il cielo, è costituito da due lame in calcestruzzo che contengono le campane e culminano con la croce. La parete nord chiude repentinamente l’edificio ripetendo nel lembo del sottotetto la finestratura presente in tutti i settori del tetto e proponendo inoltre, per mezzo di altre finestre slanciate, l’immagine della Trinità. L’altare, oltre al significato suo proprio di centro reale dell’assemblea riunita, acquisisce anche il significato di punto di arrivo del percorso che esternamente si compone dei giardini e dei porticati, dei luoghi di incontro, degli spazi attrezzati per il gioco dei bimbi che precedono la chiesa.
Il piccolo complesso è situato nel territorio di Pandino, fuori dal borgo medievale, in una zona occupata un tempo dall’aperta campagna, ora da un nuovo quartiere, oggetto di una nuova espansione residenziale che in pochi anni ha portato a un incremento di oltre 1.500 persone. Il complesso è formato da più parti collegate fra loro ma allo stesso tempo indipendenti. Anzitutto il Santuario mariano, dotato di accesso indipendente dalla via pubblica. L’aspetto che con maggiore evidenza caratterizza il Santuario è la copertura, realizzata con un susseguirsi di quattro vele crescenti l’una sull’altra, sostenute da un’orditura strutturale in legno lamellare, sagomato secondo un particolare disegno che per ciascuna vela raccorda, a quote diverse, profili curvi a segmenti rettilinei diversamente inclinati in pianta. Tale copertura dà forma a un ambiente che, pur scevro da ostentazioni e ricerche scenografiche, suggerisce l’idea di elevazione. Un’influenza di particolare efficacia viene data dalle finestrature, tutte contenenti vetrate artistiche che svolgono il tema del ruolo della Madonna nell’indicare il cammino verso il Signore. Il portico a pianta quadrata, eleme
L’impresa e la Chiesa: CALOI Srl
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