Intervista

Il bagno ibrido
David Adjaye
Torsten Neeland
Barber&Osgerby

Il concetto di integrazione totale dell’ambiente di lavoro e dello spazio abitativo ” applicabile anche alla stanza da bagno?
D.A. Il concetto di integrazione é totalmente realizzabile, anche se devono essere tenute in considerazione le questioni relative all’estrazione e alla privacy visiva.
T.N. Posso pensare che la doccia venga integrata nell’ambiente dell’ufficio, ma mi riesce difficile immaginare che lo stesso avvenga per il bagno, per lo meno quello tradizionale destinato alla realtà abitativa. Attualmente sto lavorando alla progettazione interna di un ufficio, nel quale é stata inclusa anche una doccia.
B&O.
No, non nel senso convenzionale. Quello che succede in una stanza da bagno é legato a funzioni prevalentemente private. Sono cose che non devono essere condivise in uno spazio pubblico. Tuttavia una stanza da bagno può essere integrata in un ambiente abitativo/lavorativo attraverso un mobile o una scultura. Oppure partiamo dalla concezione opposta alla precedente, in base alla quale esiste una netta separazione fra il mondo del lavoro e quello del bagno
Se si presuppone che il bagno sia l’unico luogo rimasto in cui rifugiarsi per evadere dalla vita di tutti i giorni, come bisogna immaginarlo? La stanza da bagno nel contesto di un nuovo concetto di dominio pubblico: come si riflette nell’architettura questa nuova concezione?
D.A.
Anche questa visione é importante. La realizzazione del bagno dipende dalle ambizioni del cliente.
T.N. Per me il bagno é un luogo nel quale ritirarsi, curare il proprio corpo e rilassarsi, pertanto credo che non sia il luogo adatto per un ufficio. Per motivi di igiene, ritengo che la vasca da bagno non sia indicata per spazi pubblici o semipubblici.
B&O. la stanza da bagno é un rifugio. Il bagno dovrebbe rappresentare un ambiente diverso, privato ed igienico, dotato di un impianto di illuminazione e di un controllo della temperatura separato, regolabili a seconda dello stato d’animo e delle personali esigenze. Al bagno viene chiesto di assumere un ruolo diverso a seconda del particolare momento della giornata: al mattino é il luogo in cui cercare la carica per affrontare la giornata, alla sera diventa un luogo in cui rilassarsi o “sfinirsi”.
D.A. Questo é un argomento di cui si parla molto. Il bagno può diventare un luogo più comunitario e sociale. Tuttavia, nel contesto di un dominio pubblico, il tempo é un fattore fondamentale e deve essere tenuto in considerazione.
T.N. Gli aereoporti e le stazioni offrono la possibilità di fare la doccia, e in questo caso si potrebbero soddisfare le esigenze degli handicappati e adottare soluzioni formali tratte dalla sfera privata. In questo contesto, l’illuminazione potrebbe essere un tema molto interessante, al fine di rendere questi ambienti un po’ meno anonimi. E’ fondamentale studiare delle superfici che rendano la pulizia quanto più pratica possibile.
B&O. Una forma scultorea che trasmette un naturale senso di pulizia, perfino di sterilità, che da un punto di vista visivo é totalmente separata da ciò che la circonda. In questo tipo di progetto l’apparenza esterna assume la stessa importanza di ciò che vi é all’interno.
Parliamo di distinzione fra sessi nell’ambito del bathroom design: ci sono considerazioni al riguardo o tipi di approccio? L’architettura del bagno ” determinata dal tipo di funzione e le funzioni possono essere suddivise in base al sesso?
D.A. Io non credo in una formula che preveda la segregazione dei sessi, e non sono interessato ad una soluzione androgina.
T.N. La separazione dei sessi assume una certa importanza quando si parla di docce e toelette in ambienti pubblici e semipubblici. L’abolizione di questo tipo di distinzione potrebbe essere fraintesa. In un Club londinese, uomini e donne potevano osservare quello che faceva l’altro sesso attraverso dei monitors: questo ovviamente suscitava una certa indignazione, ma allo stesso tempo favoriva la comunicazione fra i sessi. Secondo me non si devono fare distinzioni nella progettazione di stanze da bagno, toilette e docce per uomini o per donne.
Oggi, ad esemio, esistono dei contenitori per le urine che possono essere utilizzati sia dagli uomini che dalle donne. B&O. Non crediamo che vi siano differenze sostanziali nel design di ambienti destinati a sessi diversi. L’architettura della stanza da bagno deve essere studiata in base alle funzioni principali di questo ambiente. Nel nostro progetto abbiamo interpretato alla lettera questa concezione, e ad ogni funzione é stata attribuita la sua area specifica in uno spazio definito.
I rituali del bagno, il feticismo del corpo, il benessere nel bagno. In una parola, l’erotismo del nuovo bagno. Quali sono i fattori determinanti in questo contesto?
D.A. Come conseguenza del fatto che abbiamo più tempo a disposizione, il nostro rimanere in bagno é sempre meno legato al concetto di funzione mentre lo é sempre più a quello di piacere, dando spazio a rituali, feticismo, benessere ed erotismo.
T.N. Nella seconda metà del ventesimo secolo, e ancora oggi, alla stanza da bagno venivano riservati degli spazi piuttosto ridotti. Poichè oggi la cura del proprio corpo, con il tempo libero, il relax e il fitness acquistano un’importanza sempre maggiore, ne consegue che alla stanza da bagno vengano dedicati spazi più ampi. Ad esempio, il bagno potrebbe essere visto anche come un luogo in cui riposare, con caratteristiche proprie dello spazio abitativo: un luogo nel quale i membri di una famiglia o di una coppia si incontrano, si rilassano e comunicano.
B&O. E’ difficile rispondere a questa domanda. La gente sta diventando sempre più ossessionata dal proprio corpo e dalla salute, pertanto può capitare che vengano richieste funzioni aggiuntive, come nel caso della toilette giapponese, che controlla se ci sono dei problemi di salute attraverso gli escrementi. I rituali che hanno luogo nella stanza da bagno sono una cosa molto personale, ma la gente si adatterà a qualunque tipo di ambiente.

Rifugio della privacy o nuovo dominio pubblico
I serlohn/Colonia. In occasione della Fiera del Mobile 2001 di Colonia, Dornbracht, produttore di rubinetterie e accessori di pregio che opera su scala internazionale, presenta i progetti di architetti di grande fama come David Adjaye, Edward Barber and Jay Osgerby, Torsten Neeland e Claudio Silvestrin. Questi architetti hanno sviluppato la loroidea di un bagno del futuro per il progetto “Dornbracht Bathmodules”: L’intenzione è di iniziare a creare un visione poetica tesa al confronto tra high tech e spiritualità, in nuovi contesti. Questo perché l’ibrido bagno – soggiorno può essere conciliato concependo il bagno come area di benessere e relax. Sono stati creati, così, bagni come spazi virtuali in cui tutti gli eventi della casa possono accadere. Uta Brandes è stata la moderatrice di un stimolante forum tra gli architetti protagonisti di questo progetto e noi ve lo riproponiamo.
At the International Furniture Fair 2001 in Cologne, Dornbracht presented virtual projections by David Adjaye, Edward Barber and Jay Osgerby, Torsten Neeland and Claudio Silvestrin. These internationally acclaimed architects developed their ideas of a bathroom of the future for the project “Dornbracht Bathmodules”. The intention being to create a poetic visionary confrontation in the field of tension between. In doing so, Dornbracht is looking at a new architectural context, a different understanding of the integration of the “source of cleansing”. This is why hybrids of living rooms and bathrooms are conceivable, which interpret the bathroom as a wellbeing and relaxing area. Room constellations were created, comprehensive living spaces in which all living events take place.

 

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