Servizio di: Angelo Fiore, architetto Da sempre i caffè urbani si dispongono su strade o piazze che costituiscono l’ideale prolungamento del loro spazio interno, soprattutto durante la bella stagione; il portico, elemento di mediazione tra interno ed esterno, diventa luogo di sosta e socializzazione. Emblematico è il caso della Piazza San marco a Venezia (foto 1) in cui la relazione tra il grande spazio urbano e i caffè che vi si affacciano è favorita dalla presenza del profondo portico; qui nel 1720 venne fondato il Caffè Florian, (foto 2) uno dei più 99IDEE interior bar e caffè antichi d’Italia. Con la costruzione delle Si tende ad annullare il confine tra interno ed esterno, per rendere gli avventori protagonisti della scena urbana; i tavoli e le sedie vengono disposti lungo le vetrine, talvolta concepite per poter essere rimosse durante la stagione calda, mentre verso l’interno del locale si trovano le sale più raccolte e private. L’assetto dell’area esterna prospiciente il locale si configura come una vera e propria zona di consumo, arredata con tavoli e sedie disposti secondo razionali criteri distributivi, protetta da manufatti architettonici come quelli sopra descritti o da strutture di vario tipo che prendono il nome di dehors. Questi sono degli elementi mobili composti da impalcati leggeri, in legno o metallo, provvisti di tamponamenti di vario genere (legno, materiale plastico, vetro…) in grado di garantire stabilità, funzionalità e mantenere un corretto rapporto con il contesto.
Nel progetto di un dehors per un caffè situato nella Piazza del Duomo di Crema, una splendida piazza nella quale convivono la cattedrale gotica, il Palazzo Comunale rinascimentale e una lunga schiera di case-bottega, lo studio D+F associati ha disegnato un manufatto che si inserisce delicatamente nel già connotato contesto. La struttura metallica, dal disegno esile e slanciato, sostiene il tetto in tavole di larice ordito su una trama di travi metalliche. La piattaforma in doghe di legno isola lo spazio dalla pavimentazione in porfido, costruendo un luogo di sosta utilizzabile anche nei mesi invernali grazie ai tamponamenti in materiale trasparente.
I dehors derivano probabilmente dai chioschi, una tipologia comparsa nei progetti per i parchi attrezzati durante il XXVIII secolo e presto diffusasi anche nelle città. Strutturati come delle piante centrali (quadrate, circolari, ottagonali), realizzati con struttura portante in ghisa e tamponamenti in vetro, adornavano le vie e le piazze assumendo funzione di edicole o piccoli caffè; in principio la “gravità” delle strutture tende ad offuscare la presenza del vetro, ma dal 1930 al 1950 si assiste ad un’inversione di tendenza. Compaiono i primi chioschi realizzati con struttura metallica snella e ampie superfici vetrate. C’è anche una mutazione di ordine tipologico e funzionale, che inizialmente rendeva il chiosco differente dal caffè; nel primo si trova solo la funzione di preparazione (ecco perché sono piuttosto introversi), quella di servizio è demandata all’esterno, mentre nel secondo le due funzioni convivono.
Nei progetti di Gatz e Kammer, eseguiti negli ’50 (del secolo scorso), si assiste alla volontà di recuperare questa dualità anche nel chiosco, che diventa sia 99IDEE interior bar e caffè un punto privilegiato di osservazione dell’intorno, ma anche un “oggetto” da ammirare; le ampie aperture consentono di leggerne la vita dall’esterno. Il progetto per il caffè britannico Inn the Park a Londra, di Hopkins Architects rappresenta la fusione tra spazio artefatto e natura. Situato a St. James Park, il più antico tra i parchi reali della città, il progetto asseconda l’orografia del luogo caratterizzata da un fitto tessuto di alberi e da dolci declivi.
La forma a goccia dell’edificio deriva dalla giacitura dei vialetti progettati da Sir John Nash nel 1827 e daldisegno del percorso che costeggia il lago; per il retro il riferimento è il tracciato della Horse Guards Parade. Il
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