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Nuovi percorsi ridisegnano la pianta di un’abitazione, tipica degli anni ‘70.
Servizio e testo di Claudia Avolio architetto
Foto Athos Lecce
“La nostra sfida è stata quella di riorganizzare gli spazi in funzione di stili di vita contemporanei, eliminando il vecchio corridoio centrale e creando una struttura che dividesse la zona living dalla zona notte”. Così gli architetti Claudia Avolio e Giampaolo Poddi descrivono il senso del progetto di ristrutturazione di un appartamento nel centro di Milano. “Abbiamo risistemato gli spazi inserendo materiali neutri come il parquet di acero sbiancato e arredi essenziali, ma
mai freddi, che trasmettessero l’amore dei proprietari per l’abitazione intesa come ritiro dalla città, come spazio rarefatto in cui si respira un’aria d’ispirazione quasi zen”.
Il progetto si sviluppa attorno ad un punto focale: una scenografica struttura cilindrica, interamente realizzata in wengè, su disegno degli architetti, situata nell’ingresso che, come un guscio, protegge la zona più privata della casa, le due camere da letto e il bagno padronale e contemporaneamente fa da ripostiglio e disimpegno per il bagno di servizio.
Sipario fisso nel nuovo open space che spazia dal living alla cucina, questo contenitore in legno nasconde, infatti, al suo interno un disimpegno e delle armadiature, dalla parte della zona giorno, e una colonna lavanderia, dalla parte della zona notte.
Scelte di design rigorose enfatizzano il parquet e le pareti bianche.
Ingresso su disegno degli architetti; tavolo e sedie, Molteni;
illuminazione, Artemide; parquet in acero sbiancato.
QUALITÀ DELL’INTERVENTO
Centralità del progetto: una struttura cilindrica divide il living dalla zona notte.
Innovazione: la vecchia pianta viene ridisegnata dalla struttura cilindrica.
Uso dei materiali: acero sbiancato, wengè, resina, e legno laccato bianco lucido.
Nuove tecnologie: impianto di trattamento e depurazione dell’acqua ad uso domestico Cleone di Kuna Water, distribuito in Italia da H2OPTIMA Milano.
Cucina, Varenna. Nel soggiorno: imbottiti, Minotti; illuminazione, Artemide.
Lavabo in cemento, Moab 80; sanitari, Flaminia; rubinetterie, Ritmonio.
Biografie
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CLAUDIA AVOLIO, architetto
Laureatasi in architettura presso il Politecnico di Milano, dopo la collaborazione con Jacopo Gardella, al progetto del ”Parco della murgia materna” inizia, nel ‘98, la collaborazione con lo studio Aldo Rossi Associati. Dal 2001 lavora a Milano come libero professionista insieme all’Arch. Giampaolo Poddi, occupandosi prevalentemente di ristrutturazioni e architettura d’interni.
GIAMPAOLO PODDI, architetto
Si è laureato in architettura presso il Politecnico di Milano. Dopo anni di apprendistato presso alcuni studi milanesi, inizia la collaborazione con un gruppo immobiliare. Da questa esperienza nasce la convinzione che l’utente debba essere il protagonista intorno a cui far sviluppare l’idea stessa del progetto. Dal 2001 lavora a Milano come libero professionista insieme
all’Arch. Claudia Avolio. |
Spicca, nel rigore formale dell’ambiente, il contrasto cromatico fra il marrone scuro del wengè della struttura, unico elemento decorativo, e il colore chiaro delle pareti e del pavimento in acero sbiancato.
Sulla zona living si affaccia, in un alternarsi di chiaroscuro, la cucina, funzionale ed essenziale, dal carattere minimal e high – tech. Dall’interno della struttura cilindrica si accede al bagno di servizio in cui i contenitori bianco laccato lucido si alternano al lavabo e al piatto doccia, entrambi realizzati in cemento grigio. L’estrema luminosità degli spazi, enfatizzata dalla scelta di colori nelle sfumature del bianco e del naturale, caratterizza non solo gli ambienti ma
anche l’arredamento, semplice ed elegante.
La composizione generale dell’intervento è giocata sul tema dell’essenzialità e del minimalismo, in un susseguirsi
di ambienti che danno origine ad un organismo quasi vivente. In questo abile gioco di contrasti, ogni cosa trova, sorprendentemente, un suo equilibrio che, neppure la città, sottostante, riesce a violare.
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