In Friuli il focolare è sempre amato

Progetto della cucina e del focolare: Ufficio Tecnico Gover
Località: Sarno presso Cividale
Materiali: focolare e cucina in muratura con refrattari e marmi
Testo: di Walter Pagliero Foto: Fabrizio Gini

A restauro ultimato, in una villa del ‘700 vicino a Cividale, la ditta Gover è intervenuta per rimettere in uso, là dove già c’era, un tipico focolare friulano, completandolo con una cucina in muratura di tipo tradizionale. La Gover è nota per i suoi prodotti tecnicamente studiati che raggiungono la massima resa in calore, minimizzano il consumo e hanno un’estetica sobria ed elegante che li rende facili da inserire negli ambienti tradizionali come in quelli moderni. In questo caso sono riusciti, con una barriera d’aria forzata, a rendere non fumoso il fogolar, questo antico protagonista delle case friulane che spesso tendeva ad affumicare le stanze.

La ditta Gover di Codroipo. Il pensiero base di questa azienda che costruisce camini, stufe, focolari e cucine in muratura, è di valorizzare l’elemento fuoco nella casa riprendendo il meglio della tradizione e adattandolo alle situazioni ambientali di oggi. La Gover sa cosa accostare alla fiamma: solo materiali naturali utilizzati da sempre come la pietra, il legno, il rame e il ferro, per abbinare nel modo migliore efficienza e tradizione. Prima azienda italiana a dedicarsi alla realizzazione di cucine in muratura su misura, la Gover pone un’estrema cura nella fase di progettazione.

LA FORMA DELLA TRADIZIONE
Questo focolare friulano si trova in un ambiente del Settecento completamente originale: originali sono le due colonne e gli archetti ribassati che lo sostengono, come intatta è la cappa in legno completata dalla mantovana in stoffa secondo l’uso antico; mentre la base, che mancava, è stata rifatta sul ricordo dei precedenti proprietari, i conti di Varmi. Il cordolo del focolare, cioè la cornice della base, è composto da blocchi di una pietra locale, chiamata piasentina, tenuti insieme da chiavi in ottone che hanno il compito di contenere la dilatazione del refrattario che è a contatto con il fuoco. Sopra ai mattoni è poggiato un ciavedal, il tradizionale sostegno in ferro dove si appendono le pentole per cuocere o per tenere in caldo gli alimenti. Sotto si mettono i pentoloni e sopra i piccoli contenitori per le salse delicate; in basso c’é una stanga in ferro su cui poggiare la legna da ardere. Quei bracci che terminano con gigli di ferro battuto (detti i gigli dell’amore) servono appunto per scaldare le salse e le miscele di olio e spezie. È una specie di grande alare tipicamente friulano. Questo pezzo, sicuramente antico, trovato nel negozio di un rigattiere, è stato solo pulito e spazzolato.

IL CIAVEDAL
Solo in Friuli si è conservata la tradizione dell’antico “capofuoco” (in dialetto è diventato ciavedal), quell’attrezzo che nelle grandi cucine assicurava la contemporanea presenza sul fuoco di vari contenitori e nello stesso tempo faceva da reggilegna. È sempre stato in ferro battuto. I più antichi a noi rimasti si possono datare al XVI e XVII secolo e quel modello è sopravvissuto fino a noi. Chi in Friuli ha un fogolar non può fare a meno di un ciavedal che, oltre a essere molto decorativo, è anche strettamente funzionale. L’unico inconveniente rimane il fumo non tutto richiamato dalla cappa troppo alta. Ma Gover ha risolto il problema.

“Questa zona del Friuli è caratterizzata da vari corsi d’acqua, anche paludosi, ed è un abitat ideale per molti palmipedi domestici come le oche e le anitre. Qui la gente di campagna ha una simpatia particolare per questi animali ed è facile vederli rappresentati anche all’interno delle abitazioni. Questo spiega la presenza dei volatili sopra e sotto il “fogolar”, sia le oche in ferro vicino al fuoco, sia le papere in ceramica sulla cornice della cappa. ”
WALTER GOVER

 

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