Il rustico delle memorie

Ristrutturazione: Giulio Zucchi, architetto Testo: Giulio Zucchi zetagizeta@libero.it

La località è Mandello del Lario, paese che si affaccia sulle rive del lago di Lecco con alle spalle le Prealpi lombarde e la Grigna in primo piano. Un fazzoletto di terreno situato sul retro di un fabbricato prospiciente la strada ospita un piccolo rustico ristrutturato al quale si ha accesso attraversando un androne e percorrendo un vialetto in pietra che attraversa un giardino. La storia del rustico, che risale ai primi del 1900, è quella di nascere come deposito attrezzi, per poi diventare un piccolo laboratorio artigianale ed infine, completamente abbandonato, essere utilizzato anche come pollaio. Prima della ristrutturazione l’aspetto era quello di un rudere che a mala pena restava in “piedi” raffazzonato con qualsiasi tipo di materiale di recupero e con i solai in legno puntellati e semidistrutti dall’abbandono e dall’incuria. Per anni in questa condizione, la svolta per la rinascita di questo fabbricato è merito del nuovo proprietario che, avendolo ricevuto in eredità dal padre, decide con entusiasmo ed in piena sintonia con la moglie, di ristrutturarlo e ricavarne un luogo ricco di memorie e ricordi. Per questo motivo il recupero è stato impostato nel rispetto delle caratteristiche tipologiche e morfologiche locali ed indirizzato ad un completo restauro conservativo con la riscoperta delle memorie costruttive e dei materiali già presenti e utilizzati in origine nel rustico.

Il primo passo verso il recupero del fabbricato è stato quello di rinforzare e risanare i muri perimetrali in pietra, verificare le fondazioni, rimuovere e rifare completamente la copertura che è stata totalmente demolita e poi fedelmente ricostruita. Il fabbricato, con l’inizio dei primi interventi di demolizione, risultava così completamente spoglio e svuotato; restavano in piedi solo i muri perimetrali. Ora tutto era pronto per il lavoro di recupero che ha richiesto, sia dal punto di vista progettuale che realizzativo, circa un anno di duro lavoro ed impegno di tutti . L’utilizzo e la realizzazione di particolari elementi costruttivi e decorativi in ferro battuto si inserisce prepotentemente all’interno di questo contesto.

Nella foto a destra l’architetto Giulio Zucchi ed il fabbro che ha realizzato tutti i ferri battuti Giovanni Trincavelli detto "Gechi"

Progettista e proprietari in stretto contatto, hanno scelto di utilizzare il più possibile gli elementi naturali quali pietra legno e ferro e i materiali ritrovati sul posto che recuperati e riutilizzati oltre che reinterpretati sono diventati elementi fondamentali nell’originale risultato finale della ristrutturazione. Il cotto, i ciottoli di travertino, il legno utilizzati per i pavimenti, la pietra e il mattone per i muri e il recupero delle originali finestre a nido d’ape, il legno per la struttura del tetto a questo punto si uniscono nelle scelte progettuali di arredo e nella filosofia dell’intervento. Le inferriate Sulle facciate esterne in pietra a vista del rustico, fa subito bella mostra il ferro battuto che orna ogni finestra o parapetto. Tutte le finestre al piano terra sono protette da un’inferriata di fattura particolare in cui l’aspetto finale è stato ottenuto dopo diversi passaggi e fasi di realizzazione. Il punto di partenza sono state due vecchie inferriate arrugginite e abbandonate ritrovate accatastate nel rustico prima della ristrutturazione insieme ad altre ferraglie. Inizialmente si presentavano come povere inferriate dei primi del ‘900 realizzate da barre verticali inserite e legate orizzontalmente in altrettante barre tonde provviste di un foro passante in modo da formare una maglia quadrata. L’intervento di recupero è stato quello di dare nuova vita a queste inferriate rendendole meno anonime con l’inserimento di barre in ferro battuto modellate in modo che ricordino rami di fiori che dal basso, raggiungendo le due estremità dell’inferriata, le completano agli angoli con due corolle di fiore. I rami in ferro battuto si dipanano dal basso dove è previsto l’alloggiamento di una fioriera e, con un andamento il più possibile naturale, si intersecano con l’iniziale maglia quadrata della vecchia inferriata formando un tutt’uno. L’inferriata con rami, foglie e fiori finale sono completate con il tocco d’artista del fabbro che su consiglio dell’architetto, realizza la riproduzione di un animale sempre in ferro su ogni inferriata, che ricorda rispettivamente una lucertola, una farfalla e un passero. Le inferriate al piano primo sono invece state realizzate ex novo su modello delle precedenti ricalcandone lo stile.

Il parapetto della scala

Subito all’ingresso, anche sulla scala che porta al piano primo ed anch’essa realizzata con materiali naturali quali il legno, la beola e parte dei mattoni recuperati durante i lavori, si trova un bel manufatto in ferro battuto che, con la sua forma sinuosa assolve alla funzione di parapetto e nello stesso tempo lascia la scala molto trasparente. Dalla parte opposta sulla parete in pietra è stato reinventato un parapetto utilizzando una particolare scala a pioli dei primi del ‘900 che un meccanismo di chiusura rende di aspetto tubolare riducendone l’ingombro quando non utilizzata . La scala è ancorata alla muratura da un supporto in ferro battuto appositamente studiato per permettere agevolmente le operazioni di chiusura e apertura della scala stessa ed apprezzarne così la particolarità. Un’altra opera in ferro battuto presente nella ristrutturazione è un bel parapetto realizzato sempresu disegno che protegge la zona di soppalco che si affaccia sullo spazio del piano terra. La forma e il disegno di questo parapetto fanno sempre riferimento all’idea iniziale di realizzare un’opera particolare e allo stesso tempo originale che rifletta lo spirito della ristrutturazione e che rispetti elementi grafici comuni in tutte le realizzazioni in ferro presenti. Infatti anche qui ritroviamo forme che ricordano un ramo come elemento naturale e il ricciolo come elemento decorativo finale. Il parapetto è completato lateralmente da due cancelletti apribili con decoro floreale centrale che permettono l’accesso alla passerella aerea perimetrale per raggiungere le finestre. Per il parapetto della passerella realizzato anch’esso in ferro (in quanto zona esclusivamente di servizio anche se decorativa) si è optato per un disegno estremamente semplice e leggero completato al centro da semplici corde di canapa intrecciate per garantire un’adeguata protezione.

Il letto

All’interno della ristrutturazione troviamo elementi decorativi in ferro battuto che caratterizzano alcuni aspetti dell’arredo. Particolare attenzione riveste la testata del letto che è stata realizzata utilizzando due vecchie ante in legno da finestra e “appese” alla muratura con una barra in ferro tonda con terminale sempre a ricciolo e realizzata dal fabbro su misura. Il fissaggio alla muratura è stato realizzato con una piastra provvista di gancio per l’alloggiamento del ferro di testata. Analogamente al resto anche le gambe del letto su cui poggia la rete in doghe di legno sono realizzate utilizzando due decori in ferro battuto recuperati da una vecchia ringhiera.

Le tende

Come per la testata del letto anche i bastoni di tutte le tende sono stati realizzati artigianalmente modellando una barra di ferro tondo con terminale a ricciolo . A protezione del piccolo soppalco dedicato a zona lettura vicino alle scale sono stati utilizzati quattro originali fenicotteri in lega metallica che un tempo ornavano un importante tavolo in cristallo purtroppo andato distrutto tempo fa. La lampada in bagno Molto originale è la lampada da parete utilizzata per illuminare lo specchio del bagno. La lampada in questione è un particolare oggetto dei primi del ‘900 con un braccio completamente a snodo che permette la rotazione, l’estensione e il capovolgimento della lampada in svariate direzioni, così da poter indirizzare la luce dove meglio si vuole. È un esemplare di notevole pregio stilistico e d’ingegno.

Osservazioni

Tutti gli elementi decorativi e strutturali in ferro nella ristrutturazione sono stati realizzati dal fabbro artigianalmente e su disegno dell’architetto che ne ha curato i particolari e le proporzioni.

 

 

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