Il restauro migliorativo a Noto


Il 13 marzo 1996 la Cattedrale di Noto, gioiello del Barocco siciliano, vedeva crollare, per l’improvviso cedimento di uno dei suoi pilastri, tutta la navata centrale e quella di destra, uno dei quattro piloni che sorreggevano la cupola, gran parte del tamburo, della cupola stessa e della copertura dell’ala destra del transetto.
Si scelse di ricostruire la Cattedrale così come era sul piano formale, ma migliorandone la struttura in precedenza difettosa, in modo tale da evitare nuovi richi di crollo (v. servizio CHIESA OGGI architettura e comunicazione n. 79/2007).
I progettisti incaricati (Studio di Architettura Tringali- La Rosa, Ing. Roberto De Benedictis) procedettero a ricostruire la cattedrale così come “avrebbe dovuto essere”, il che rappresentò certamente una pratica inusuale, tant’è che l’opera è stata definita un "Restauro Migliorativo", distaccandosi dal concetto canonico di "Restauro Conservativo".
La filosofia seguita nella ricostruzione ha tenuto conto del fatto che gli interventi avrebbero dovuto dialogare con le preesistenze, così da rappresentarne una naturale e coerente evoluzione, tesi a correggerne i difetti, migliorarne le qualità, aggiungervi ciò che mancava, il tutto in un linguaggio non estraneo alla costruzione originaria.
La stessa logica di migliorare ciò che c’era è stata seguita dall’Arch. Salvatore Tringali anche nel progetto e nella realizzazione delle opere di finitura e degli arredi, operando scelte in giustapposizione con l’ambiente architettonico ricostruito, oltre che nel pieno rispetto dello stile tardo Barocco dell’edificio sacro.

In senso orario: la cattedra, la sede presidenziale e le panche nella navata della Cattedrale di Noto.

Le scelte progettuali operate per ogni elemento, sia costruttivo che decorativo, sono state tutte improntate sulla coerenza con quanto già presente nella fabbrica o comunque riscontrabile nelle architetture dell’area, stilisticamente coeve alla Cattedrale.
Gli arredi lignei sono stati realizzati dalla ditta C.B.M. di Casagrande G. & C.
Per ogni nuovo elemento è stata prioritariamente effettuata una analisi su quanto esisteva nella precedente chiesa, dato un giudizio sulla affinità stilistica e in alcuni casi compiuta una ricerca su analoghi elementi, presenti in altre chiese barocche.
È stato così per le panche, presenti nella precedente Chiesa in una versione commerciale di serie che si poneva in netto contrasto con lo stile barocco dell’interno.
Dopo aver compiuto una ricerca su quegli elementi originali ancor oggi presenti in alcune chiese della Val di Noto, gli architetti Salvatore Tringali e Rosanna La Rosa hanno riprogettato le nuove panche della Cattedrale in cipresso, le cui forme, ergonomicamente studiate, richiamano modanature e volute proprie del Barocco. Un altro richiamo forte all’architettura barocca dell’area sta nel banco iniziale che, con il suo carabottino a petto d’oca, evoca le gelosie lignee
delle cantorie, presenti nelle chiese annesse ai conventi di clausura.

 

Condividi

Utilizziamo i cookie per offrirti la migliore esperienza sul nostro sito web.
Puoi scoprire di più su quali cookie stiamo utilizzando o come disattivarli nella pagine(cookie)(technical cookies) (statistics cookies)(profiling cookies)