Il pellet


Il pellet rappresenta una validissima alternativa alle tradizionali fonti energetiche per il riscaldamento. In primo luogo non inquina essendo un prodotto biocompatibile, le sue emissioni di anidride carbonica sono nulle, sono infatti pari a quella che una pianta assorbe per produrre la stessa quantità di pellet. È un prodotto totalmente naturale, ottenuto da poche e semplici lavorazioni meccaniche attraverso le quali la segatura di legno, finemente lavorata, viene fatta passare attraverso una filiera con fori di dimensioni che vanno dai 6 ai 12 millimetri e quindi trasformata in piccoli cilindri di varie misure ad elevata densità.
Questo processo di lavorazione genera un elevato calore che favorisce l’effetto legante della lignina (sostanza naturale presente nel legno) la quale ne determina la compattezza e garantisce il mantenimento della forma dei pellets ottenuti e quindi la possibilità di utilizzarli come combustibile per stufe, camini e caldaie. Infine è comodissimo da usare e produce pochi residui di cenere e, non ultimo, costa relativamente
poco.
In passato gli scarti del legno come la segatura venivano invece buttati o utilizzati solo in parte, mentre oggi grazie all’invenzione del pellet ed una sempre maggiore coscienza ambientale, questi materiali residui hanno una seconda vita ed un utilizzo pari al 100%. Il pellet è quindi un prodotto totalmente naturale e molto rispettoso dell’ambiente. Sicuramente il pellet rappresenta la più valida alternativa ai tradizionali combustibili da riscaldamento: è facilmente reperibile, pratico da trasportare, ecologico, economico e sicuro. Il pellet viene confezionato in sacchi da 15 Kg,
di minimo ingombro e che ne agevolano il trasporto, inoltre non sporca e non fa polvere quando viene manipolato. La qualità principale del pellet è data dalla sua elevata resa termica (superiore all’80%) e dal suo bassissimo residuo finale di ceneri (0,58%).

L’utente finale si chiede quindi come fare a riconoscere il buon pellet da quello di scarsa qualità. Alcuni dicono di guardare il colore, se è scuro è di buona qualità, se è chiaro è di scarsa qualità o viceversa, altri dicono di annusarlo e se ha un cattivo odore, vuol dire che è di scarsa qualità (se è umido ed ha preso la muffa, non avrà certo un buon odore), altri ancora dicono di provare a bruciarne alcune manciate e vedere se lascia residui di cenere fine o spessa, ecc. Si tratta in maggioranza di affermazioni provenienti da leggende metropolitane che forse possono avere anche
una loro validità scientifica, ma che è meglio non prendere in considerazione. Voglio precisare che il principale parametro per valutare il pellet è il suo contenuto di umidità: meno umidità c’è e meglio è. Conta poco il colore e l’odore. Tutto il pellet viene prodotto in maggioranza da scarti di legno e può assumere colori e odori diversi a seconda del legno di provenienza. In generale possiamo dire che il pellet migliore è quello ottenuto dal legno vergine di faggio e abete, deve avere un colore chiaro o "bianco", deve riportare sulle confezioni le etichette in cui sono descritte tutte le caratteristiche del prodotto (potere calorico, luogo di provenienza, ecc…), deve riportate sulle confezioni le varie certificazioni di qualità secondo le normative internazionali come la DIN 51731 o la ISO-NORM
M7135, deve avere forma e misure regolari e corrispondenti a quelle indicate sulle confezioni, non ci devono essere eccessivi residui di segatura e il pellet deve essere liscio, compatto e lucido. Per valutare con serietà la qualità del pellets occorre farlo analizzare da un laboratorio attrezzato e competente, in grado di valutare, con una analisi fisico/chimica e con prove di combustione, la resa e i componenti di cui è costituito, primo fra tutti la percentuale di umidità, che è quella che più influenza la resa del combustibile. Il laboratorio dovrebbe valutare la presenza di resine e sostanze estranee come colle e vernici o la presenza di olii sintetici che possono essere aggiunti per scopi poco nobili e non tanto chiari.

I VANTAGGI
? costa molto meno rispetto ai tradizionali combustibili fossili: a parità di calore prodotto il pellet risulta essere decisamente meno caro rispetto al petrolio o al gas metano;
? è una risorsa rinnovabile che troviamo anche nel nostro giardino: infatti è ottenuto prevalentemente dalla lavorazione di segatura proveniente dalla lavorazione del legname o da legno vergine;
? rispetta il Protocollo di Kyoto in materia di emissioni di CO2: essendo un materiale di origine biologica, abbassa notevoltente le emissioni di anidride carbonica rispetto ai combustibili fossili a parità di resa calorica;
? è comodo e facile da trasportare: il pellet, rispetto alla legna da ardere, ha una densità molto più alta e quindi occupa uno spazio minore e può essere facilmente trasportato sfuso, in sacchetti o Big Bag;
? è ottenuto dal riutilizzo di materiali di scarto: con l’invenzione del pellet i materiali di scarto provenienti dalla lavorazione del legname vengono riutilizzati al 100%;
? richiede pochissimo impegno per il suo utilizzo: è comodo e leggero e può essere stipato in grandi quantità limitandone i rifornimenti, può quindi essere utilizzato senza problemi anche da persone anziane o con leggeri handicap fisici;
? ha un costo che non subisce drastiche variazioni come il petrolio: il prezzo del pellet è stabile ed affidabile e risente meno di tutti quei fattori che invece determinano i cambiamenti di prezzo del gas o del petrolio come ad esempio le guerre;
?brucia ad elevate temperature limitando le quantità di ceneri: vista la sua elevata densità e il suo basso tenore di umidità (8÷12 %) minore rispetto alle legna da ardere, brucia quasi completamente raggiungendo altissime temperature, limitando quindi le quantità prodotte di ceneri e di residui come il catrame e favorendo una pulizia
più veloce della stufa o della caldaia
? è un prodotto naturale e non contiene sostanze chimiche aggiunte: la compattezza e la forma a cilindro dei pellet è mantenuta tale nel tempo grazie alla lignina che ne favorisce anche la scorrevolezza e la fluidità;
? riduce la nostra dipendenza dal petrolio e dal gas: i combustibili fossili come il gas o il petrolio creano dipendenza nei paesi importatori i quali sono soggetti ai capricci del mercato e ai cambiamenti politicosociali dei paesi produttori;< br /> ? è una risorsa inesauribile e senza limitazioni geografiche: essendo un materiale di origine vegetale, può essere prodotto ovunque e anche col fai da te, con piccole macchine apposite;
?ha un funzionamento che è tutto automatizzato, dal prelievo dal serbatoio all’immissione nella camera di combustione, dall’accensione all’andamento della temperatura: questo consente un controllo automatico,
come una normale caldaia a gas, e anche l’accensione a distanza con telefono o SMS.

Qui accanto vediamo tre diversi tipi di pellet ottenuti da segatura di diverse essenze lignee: dall’alto di noce, di
faggio e di ciliegio.
Nella pagina accanto, in alto un primo piano sui pellet di più comune impiego, quelli di abete.
C’è da dire che le stufe a pellet normalmente vengono tarate e regolate ipotizzando un loro utilizzo con i pellet più
diffusi (quelli chiari di faggio e abete);
utilizzando pellet diversi potremmo riscontrare dei malfunzionamenti e rese minori, ma basterà regolare le stufe e potremmo ottenere ottimi risultati;
bisogna però aggiungere che alcune case produttrici possono ritenere decaduta la garanzia sulla stufa se si usano pellet difformi da quelli prescritti come standard.

COSTI DEL PELLET
Negli ultimi anni il pellet ha subito notevoli aumenti (oggi è circa 18÷24 €/q.le), ma risulta essere ancora molto conveniente rispetto ai tradizionali combustibili.
Molti sono i fattori che ne determinano il prezzo: la fortissima domanda; poi il pellet in molti impianti è essicato col metano e quindi i costi di produzione oscillano con esso; viaggia su gomma (ed il prezzo del gasolio è in continuo aumento); molte stufe a pellet funzionano solo col pellet "chiaro" (non di corteccia) e quindi si è vincolati ad un certo tipo di prodotto; la segatura è limitata alle scorte fatte durante l’estate, infatti nei paesi produttori in pieno inverno non viene prodotta; il costo dipende anche dalla quantità che se ne compra.

 

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