Il paese parla…intorno al fuoco

Appunti di un viaggio tra Udine e Latisana, in Friuli

“Fuori c ’è il gelo,la neve accecante. Della bufera la rude carezza. Dentro,c ’è il focolare scoppiettante. Nido di gioia della fanciullezza. Le magiche parole sussurreranno piano: non devi più temere il vento e l ’uragano ”

(Da "attraverso lo specchio". in Lewis Carrol, Alice, Einaudi, Tornimo 1978; Trad. di G.Almansi)

Interviste di Alberto Pitton

Nei secoli il camino è diventato un’invariabile per ogni tipo di costruzione, dal castello alla dimora contadina, e
punto ‘focale’ delle principali attività al loro interno. Oltre che per cucinare, servì per riscaldarsi. Elemento unificante per eccellenza, il fuoco ha la forza di tenere insieme le persone, di farle parlare e condividere le esperienze della giornata, i problemi e le gioie. Attorno ad esso si leggeva, si tramandavano le tradizioni orali, si trasferiva l’esperienza del vissuto. Negli ultimi anni, però, da elemento funzionale è diventato oggetto da esibire e la sua bellezza fatta non solo di decorazioni varie ma anche di buon funzionamento. Il cambiamento degli stili di vita, delle case, l’introduzione di tecnologie non aggreganti come la televisione ne hanno, a volte, oscurato l’esistenza. Ma ci sono zone in Italia in cui la sua presenza e il suo valore sono sempre molto forti, come nel Nord Est. Il Fogolâr in Friuli è un pezzo della sua storia e il fuoco un elemento vivo nei cuori della gente. In un viaggio tra Udine e Latisana, tra il Nord e il Sud della
regione, è emerso l’attaccamento della gente per il vecchio focolare e la volontà di non rinunciarvi, anche se con funzioni diverse rispetto al passato, dove era il sostentamento della famiglia. La sua presenza è un insieme di elementi architettonici, di design, ma anche di memorie, usanze, fiabe, cibo e miti religiosi.
Tutti rivisitati attraverso le testimonianze di chi, per lavoro o semplicemente per ricordo, si confronta con il fuoco.

Fabio Di Bartolomei
DESIGNER,UDINE

L’aspetto estetico fa da cornice ad un fascino e un mistero particolare che circonda il camino e la sua vita, il fuoco.
“Il camino nella nostra regione è ancora un punto fermo della casa perché la sua funzione aggregativa è tuttora molto forte e la richiesta degli antichi fogolârsè molto alta; consuetudine che io apprezzo perché rispecchia i nostri vecchi costumi. Negli ultimi anni, dal punto di vista stilistico e strutturale c’è stata, per così dire, un’evoluzio ne naturale, un cambiamento di gusti da parte della gente, ma non è generalizzata.

Il nuovo focolare della famiglia moderna oggi è la televisione, non più il camino e per questo cerco di inserire delle forme adeguate agli interni delle abitazioni.
Prediligo la costruzione di camini piuttosto grandi e utilizzo spesso dei macchinari interni posti nel chiuso della cappa:
si potrebbe parlare più di riscaldamenti estetici che di veri e propri focolari. Di solito prediligo abbinare un vano televisore, proprio per mettere in risalto il cambiamento di due epoche diverse con diversi punti di aggregazione. Ma ribadisco: sono contento che il Friuli sia legato alla memoria storica che vede il camino come punto di calore e di ritrovo”.

Ferruccio Casasola
CONSIGLIERE COMUNALE DI LATISANA,UDINE

Fuoco come aggregazione, momento di raccolta che rende le persone più meditative, in comunione. A livello pubblico sono ancora numerose le manifestazioni che vengono svolte e il Nord Est è una delle zone in cui sono più radicate. A Latisana è presente il rito di origine celtico-pagana della foghera, un falò acceso durante il giorno della Befana che assume la valenza di una vera e propria festa con pinsa, dolce tipico, e vin brulè.

“Per una comunità il fuoco è molto importante e questi culti antichi lo dimostrano. Il Friuli vive questo evento come un momento di attrazione sociale. Oggi sono cambiate le tecniche e i materiali utilizzati per il falò: centinaia di palle di soia poste su una conca in mezzo al fiume Tagliamento, con un sottofondo di musica e fuochi d’artificio… Fuoco che nella nostra tradizione ha una simbologia propiziatoria perché, secondo la leggenda, dalla“foghera” si leggono gli oracoli e le previsioni dell’anno nuovo”.

Paola Bega
CASALINGA

Intimità familiare, raccoglimento, cucina: un connubio di immagini che il camino ha reso indissolubile. E la donna è la regina del focolare, ieri come oggi. “I miei ricordi sono proprio legati ai momenti di ritrovo attorno al focolare, fulcro della casa contadina friulana.

Era il luogo dei racconti degli anziani, la primaria fonte per il riscaldamento e per la cottura del cibo. Ma un tempo si preparavano pietanze semplici, i cosiddetti piatti poveri, specchio di una società rurale, ma ancora oggi sempre presenti e ricercati”.

Ada Maurizio
PENSIONATA DI ROCHS, UDINE

Il fogolâr è anche il luogo delle presenze dentro la casa del misterioso, luogo mitico attorno al quale si concentrano i racconti, oltre che luogo della cultura del cotto. Il camino nella simbologia paesana viene delineato come un posto ambiguo, sospeso tra la terra e il cielo.

È l’asse che mette in comunicazione questi due mondi. È la cappa dalla quale entrano le streghe e che, nelle buie sere di inverno, rappresenta per i bambini una presenza misteriosa e talvolta paurosa. “Sì, ai bambini faceva sempre una certa pau
ra… Mi ricordo le serate in cui i nonni raccontavano storie tenebrose: dicevano che di notte il camino ospitava delle presenze maligne che punivano i piccoli che rimanevano svegli o chi disobbediva ai propri genitori portandoli via attraverso la cappa del focolare. I racconti erano così lunghi e convincenti che andare a letto e salire le scale fredde e cupe della casa in cui abitavo non era facile: era meglio cercare di non creare problemi perché tutte quelle storie ci condizionavano molto!! Ma, con il trascorrere degli anni, mi sono accorta che ascoltare gli anziani e le loro storie era l’occasione per passare del tempo assieme, per ascoltare e confrontarsi. Un modo per conoscersi e riunirsi, mentre oggi certi valori non sono conosciuti e apprezzati. La vita è cambiata molto dalla mia fanciullezza: per me il camino è stato il luogo dei racconti; è stato imparare a cuocere le pietanze osservando mia madre; sono stati i canti urlati durante i giorni di festa in cui ci si trovava con parenti e amici; è stato il simbolo di una famiglia che ormai non esiste più. È sempre un ricordo di pieno di felicità, di calore umano e speranza. Come l’allegra Favola del Fuoco che veniva cantata ai bambini il giorno di Natale, l’unica notte in cui era concesso rimanere svegli fino a tardi. Notte in cui il focolare respingeva le streghe per far spazio ai festeggiamenti…”

Giorgio Cacciaguerra
PRESIDENTE ORDINE ARCHITETTI DEL FRIULI VENEZIA GIULIA DOCENTE UNIVERSITA’ DI TRENTO

Dal punto di vista architettonico, il camino ha subito dei vistosi cambiamenti di rotta: dalla centralità nella casa contadina alla quasi sparizione durante il progresso tecnologico, fino ad moderno ritorno di fiamma. Ultimamente, infatti,è aumentata la richiesta di questo oggetto tradizionale. L’avanzare della tecnologia, però, ne ha trasformato la funzione in una vera e propria caldaia, efficiente e funzionale. Installato nelle case e nelle villette, affianca molte volte il normale impianto di riscaldamento; collegato alla caldaia centrale o anche da solo provvede a riscaldare l’ambiente con tecniche originali e al tempo stesso innovative.

“Fuoco e camino sono un binomio inscindibile nella composizione architettonica. Oggi le tipologie di focolare sono cambiate perché il camino ha perso la sua originale funzione di riscaldamento unico dell’abitazione e, quindi, diventa un oggetto di memoria. Ciò che si conserva nel tempo è la sua psicologicamente inconscia attitudine di riunione, di creare raccoglimento, anche in appartamenti particolarmente compositi. Per questi motivi la zona dedicata al camino deve essere una zona chiusa, intima, da godere come privacy. Ricordo ancora le parole di un mio insegnante universitario:‘Guai a voi se progettate un camino con due finestre ai lati!’. Negli ultimi tempi, però, bisogna sottolineare che le persone che scelgono di avere un camino nella propria casa lo considerano un oggetto di arredamento. Preferiscono non avere l’onere della manutenzione e lo utilizzano soprattutto dal punto di vista estetico. Il camino diventa un vero e proprio oggetto decorativo”. La ragione strutturale e architettonica deve essere messa a confronto con quella ragione che sottostà al simbolismo e alle credenze, da sempre numerose ed eterogenee. Il fuoco all’interno della casa ma anche come fiamma che arde e rincuora.

LA FAVOLA DEL FUOCO
“Il fuoco è dormiglione e riscalda ma fuori fa freddo e c ‘è la neve. Di rosso e arancione lui è vestito e con i bambini è gentile. Quando è nel Camino ci avvolge con le sue carezze e cuoce i cibi e le castagne. Scalda tutti i nostri cuori e ci saluta scoppiettando felice!”.

Don Nino Rivetti
PARROCO DI MANZANO, UDINE

Non c’è religiosità sotto il cielo che non ponga il fuoco al centro del proprio culto come segno per esprimere la divinità e il suo operare. Nella religione cristiana Dio ama manifestarsi attraverso il fuoco, sia per allearsi con il popolo sia per manifestare la sua azione salvifica.“La Bibbia ci insegna che Dio stesso è fuoco e la sua parola e le sue azioni sono ardenti.

La valenza interpretativa è dichiarata nell’immagine del Signore che illumina, riscalda l’animo e conforta: una presenza misteriosa ma reale. Così illumina, riscalda e fornisce sostentamento il focolare domestico, unico nel creare quella calda intimità che solo lo scricchiolare della legna può dare”. Ogni fiamma che arde è segno di vita, di fede e di amore.

SAPORI DEL FRIULI

Rostì di patate all ’erba cipollina.
Ingredienti per quattro persone: 6 patate, erba cipollina, sale, pepe e una noce di burro.
Spazzolate e lavate bene le patate: asciugatele, sbucciatele e grattugiatele. Condite con erba cipollina tritata, sale e pepe. Scaldate una padella in ferro con una noce di burro e mettetevi dentro le patate schiacciandole e pareggiandole con una paletta. Fatele rosolare a fiamma non troppo alta e rigiratele come si trattasse di una frittata. Terminate la cottura e servite in tavola caldo.
Brovada.
Pelate 3 Kg di rape fresche e lasciatele macerare in un vaso di coccio per almeno 20 giorni. Trascorso questo tempo, potete utilizzarle in piccole quantità per accompagnare il cotechino o il musetto (musét, in friulano). Per cuocerla
per quattro persone: affettate sottilmente 400 gr di brovada e fatela soffriggere con uno spicchio d’aglio in 30 gr di strutto e 30 di olio. Lasciatele cuocere per mezz’ora a fuoco basso e a tegame coperto; regol
ate di sale e pepe e servite con fette di cotechino ben caldo. (Ricette suggerite da P. Bega)

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