Una finestra di dialogo per i Beni Culturali di ieri e di oggi
Dopo gli incessanti, accorati appelli rivolti da Mons. Silvio Padoin, Vescovo di Pozzuoli, dall’8 maggio 1993, alle autorità competenti perché la comunità diocesana affidata alle sue cure pastorali potesse riavere la cattedrale finalmente restaurata e riunirsi per celebrare con lui la divina liturgia, pare che qualcosa si stia muovendo. Grazie agli accordi tra Diocesi e Regione Campania, e tra Regione Campania e Commissione Europea, si sta preparando un concorso internazionale per il restauro del Duomo di Pozzuoli. Il bando di concorso sarà pronto entro la primavera 2002 e entro la fine dell’anno dovranno giungere gli elaborati: nel corso dell’anno successivo dovrebbero partire i lavori per la sistemazione della cattedrale. Ne dà notizia il responsabile dei Beni Culturali della Diocesi, Prof. Don Angelo D’Ambrosio che da decenni segue il martirio del Duomo: un tempo scrigno d’arte, ridotto in gran parte in macerie dall’erosione del tempo, da furti e da atti vandalici. Un tempio di età augustea è inserito, in gran parte, nelle strutture architettoniche della cattedrale. La scoperta avvenne nel 1964 quando un incendio la danneggiò gravemente e ne mise in luce gli elementi dell’edificio romano. Si ritiene che le opere di adattamento del tempio pagano in chiesa cristiana risalgano alla fine del V secolo, mentre la prima testimonianza scritta sulla cattedrale è del 1026. Nel basso medio evo furono aggiunte cappelle laterali, più piccole e modeste rispetto alla struttura augustea. Ma la storia della cattedrale di Pozzuoli è segnata dal bradisismo: un terremoto nel 1538 la danneggiò notevolmente. Un deciso intervento di restauro fu intrapreso dal vescovo Martino de León y Cárdenas a distanza di quasi un secolo, che, pur cercando di conservare le strutture romane, le fece rivedere secondo i dettami del barocco e le arricchì di ornamentazioni e di opere d’arte, nella prima metà del ‘600. Il dramma, il vero dramma comincia con il terremoto del 2 marzo del 1970: il rione Terra, entro il quale sorge la cattedrale puteolana, venne fatto sgomberare e rimase solo il Vescovo. L’introduzione al volume “Il Duomo di Pozzuoli – Evoluzione del tempio augusteo in chiesa cristiana”, pubblicato dallo stesso Angelo D’Ambrosio con Raffaele Giamminelli, una prima volta nel 1974 e poi ancora nel 2000, riassume così il dramma: “Intoppi burocratici, difficoltà di reperimento dei finanziamenti, aride discussioni intorno ad alcuni problemi connessi a soluzioni progettuali che armonizzassero le varie stratificazioni del monumento, ritardarono enormemente l’esecuzione. Poi la definitiva interruzione delle opere (10 maggio 1979), il terremoto del 23 novembre 1980, con il forzato allontanamento del Vescovo, e l’accentuazione del bradisismo del 1983-84, determinarono il totale abbandono del monumento, sottoposto a deprecabili ed impuniti atti vandalici e saccheggi di tutto quanto era possibile asportare”. Nel ’92 si costituì un consorzio, denominato “Rione Terra” che lasciò sperare in una ripresa dei lavori di ripristino. Questi, dopo una interruzione di circa due anni, sono stati ripresi. Ora ci si aspetta che l’iniziativa che vede coinvolte Regione e Comunità Europea possa portare a buon fine l’opera, salvaguardando quel che resta di testimonianze barocche (le opere di questo periodo sono quelle sulle quali i ladri si sono particolarmente accaniti) e del tempio augusteo.
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