Il Santo Padre ha nominato S.E.R. Mons. Francesco Marchisano Arciprete della Patriarcale Basilica Vaticana,Vicario Generale per lo Stato della Città del Vaticano e Presidente della Fabbrica di San Pietro. I Beni Culturali tornano in primo piano nella missione della Chiesa.
" Mons. Marchisano, succede al card.Virgilio Noè come custode della tomba dell’Apostolo Pietro e dell’insigne Basilica Vaticana. Questa scelta improvvisa e imprevedibile, è dovuta all’interesse verso i beni culturali e verso la loro valorizzazione pastorale dello stesso Pontefice." Non appena letto pubblicamente il chirografo pontificio, ovvero il documento scritto di suo pugno da Giovanni Paolo II, mediante il quale S.E.R. Mons. Francesco Marchisano veniva nominato, il 24 aprile 2002, Arciprete della Patriarcale Basilica Vaticana, Vicario Generale per lo Stato della Città del Vaticano e Presidente della Fabbrica di San Pietro, mi venne in mente di chiedergli a caldo: «Eccellenza, quali sono in questo momento le cose che ricorda di più negli oltre 45 anni di servizio nella Curia Romana?». Mi rispose senza indugiare: «I trent’anni di catechismo che ho fatto ai bambini sordomuti, perché mi hanno dato l’occasione di accogliere i più piccoli come vuole il Signore; i trentatre anni alla Congregazione dell’Educazione Cattolica, di cui venti da sottosegretario, perché ho potuto conoscere persone stupende come il card. Confalonieri, il card. Garrone, il card. Schröffer e ho potuto aiutare tanti preti e seminaristi in difficoltà; i decenni in cui ho partecipato al Consiglio mondiale delle Chiese, poiché ho respirato l’ecumenismo postconciliare con i grandi protagonisti di quella “primavera dello Spirito”. Quest’ultima esperienza mi porta a ricordare un fatto che mi lega all’impegno per l’Archeologia Sacra, per i Beni Culturali della Chiesa e, da oggi, per la Basilica di San Pietro e i monumenti della Santa Sede. In una riunione ecumenica andammo con rappresentanti di varie confessioni cristiane a visitare la necropoli Vaticana e gli scavi della tomba di Pietro. Dopo la bellissima spiegazione, all’unisono mi hanno detto: “Francesco, le pietre hanno parlato, non c’è altro da aggiungere”’. Fui confortato dalla lezione ecumenica che ci diede l’archeologia cristiana». Ora Mons. Marchisano succede al Card. Virgilio Noè come custode della tomba dell’Apostolo Pietro e dell’insigne Basilica Vaticana. Questa scelta improvvisa e imprevedibile, è dovuta probabilmente all’interesse verso i beni culturali e verso la loro valorizzazione pastorale dello stesso Pontefice. Più volte egli ebbe a confidare a Mons. Marchisano: «Quando ero arcivescovo di Cracovia, se ho potuto stabilire qualche contatto con i lontani, è perché ho sempre cominciato dal patrimonio storico-artistico della Chiesa, che ha un linguaggio che tutti conoscono, un linguaggio che tutti accettano e, su questo linguaggio, ho potuto innestare un dialogo che per altra via sarebbe stato impossibile». Congiungere nella responsabilità di una sola persona gli aspetti teorici e pratici dei beni culturali assolve all’idea di porre il patrimonio storico-artistico a pieno servizio della «missione della Chiesa». Di conseguenza, come Presidente della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa, fin dalla sua istituzione nel 1989, Mons. Marchisano ha potuto stimolare strategie a livello di Chiesa universale in ordine alla tutela giuridica, alla conservazione materiale e alla valorizzazione pastorale dell’ingente patrimonio cristiano presente in tutte le diocesi del mondo. Come Presidente della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra ha saputo salvaguardare il fragile tesoro delle prime memorie cristiane, tramandateci dalla Chiesa primitiva, per indurre le generazioni in avvenire a credere nel martirio della ferialità ed anche della propria vita. Ora, come Arciprete di San Pietro e Vicario del Papa per il Vaticano, egli ha assunto la responsabilità del cuore monumentale del cristianesimo. Tale importante «reliquia» e insigne capolavoro deve però pulsare per l’oggi della Chiesa e del mondo. Fin dai primi momenti del suo nuovo incarico, Mons. Marchisano si è promesso di adoperarsi affinché alla bellezza visibile del più importante monumento della cristianità e al decoro del culto divino dei riti celebrati in San Pietro corrisponda l’impegno spirituale della preghiera e il servizio della carità. Già nell’antica Basilica costantiniana erano infatti accolti i pellegrini e soccorsi i poveri, per cui tale eredità non può essere dimenticata in quest’esordio del terzo millennio. Quale il curriculum vitae di Mons. Marchisano, che quest’anno celebra il suo cinquantesimo anno di sacerdozio? Nasce a Racconigi, in provincia di Cuneo, il 25 giugno 1929. Compie i suoi studi nei Seminari dell’Arcidiocesi Taurinense: il ginnasio a Giaveno (1940-1945), la filosofia a Chieri (1945-1948), la teologia a Torino (1948-1949) e a Rivoli Torinese (1949-1952). Viene ordinato sacerdote nella cattedrale di Torino dal cardinale Maurilio Fossati il 29 giugno 1952. È “provvisoriamente” mandato a Roma per completare i suoi studi in vista dell’insegnamento al Seminario di Rivoli. Nella capitale diventa alunno del Pontificio Seminario Lombardo dal 1952 al 1956. Durante questi anni prende la Licenza in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma (1954) e la Laurea in teologia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma con la Tesi su L’interpretazione di “kekaritomene” Lc. 1,28 fino alla metà del secolo XII (1957).
La «provvisorietà» romana però si muta in definitività, quando il card. Pizzardo lo chiama presso l’allora Sacra Congregazione dei Seminari e delle Università degli studi, nominandolo nel 1956 Aiutante di studio per la sezione dei «Seminari». È quindi incaricato prima dei Paesi Europei e poi dei Paesi dell’America Latina; in seguito deve interessarsi alle Nazioni di lingua tedesca ed inglese, oltreché a quelle «oltre cortina di ferro» e ai Collegi ecclesiastici di Roma. Il 4 maggio 1961 è nominato Cameriere segreto soprannumerario, il 7 maggio 1968 è nominato Capo Uff
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