Il fascino del tradizionale, la scenografia del verde


Sulle rive del lago di Como

A Menaggio, uno dei più bei paesi del lago di Como, questa antica dimora con quattro secoli di vita alle spalle è stata sottratta a un destino di oblio e di degrado da un’intelligente ristrutturazione, che ne ha riportato alla luce le caratteristiche originali, e da un accorto uso scenografico del verde.

Servizio Vanna Pareschi
Foto F. 38
Testo Roberto Summer

Il fascino dell’architettura tradizionale è senza dubbio fortissimo, soprattutto per chi ha il gusto del vivere in sintonia con la contemporaneità ma senza dimenticare le radici che affondano nel nostro passato: è quello che ha fatto il padrone di questa casa, preda di un subitaneo innamoramento appena l’ha vista, anche se in condizioni fatiscenti. Subito l’ha acquistata e ha pensato a come ristrutturarla: affiancato da un architetto di fiducia, ha consolidato le strutture, fortunatamente ancora valide, ha ripulito le antiche pietre dalle incrostazioni di intonaco che si erano succedute nei secoli, mettendone in luce la primitiva bellezza, ha pulito e ridipinto serramenti e inferriate, ha rimesso in luce le antiche porte di legno massiccio cosparso di borchie di ferro, ha ripristinato le stupende travi di abete.

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Sopra possiamo ammirare la facciata principale della casa verso il cortile con le sue belle pietre, le aperture originarie, il tetto di coppi antichi e soprattutto un uso scenografico del verde, ottenuto con sapienti masse di rose rampicanti e di vite del Canadá, che non solo non occultano ma anzi valorizzano il nobile andamento della facciata. Pagina accanto: uno scorcio di tre quarti sulle facciate secondarie ma sempre affascinanti.

Ficus Beniamina, Jucca, vite canadese, edera in diverse varietà e altre piante rampicanti, vasi di felci e di begoniette sui mobili e su un bel tavolinetto di ferro sono una presenza molto scenografica nell’arredamento, alla pari dei mobili
e dei quadri d’epoca che decorano le pareti a intonaco rustico. Sotto: al soppalco si accede anche dalla scala centrale, attraverso una porta massiccia, “sorvegliata” da un’antica statua precolombiana.

All’interno sono state mantenute le impostazioni volumetriche originarie e, per quanto possibile, anche i materiali di finitura: il soggiorno a doppia altezza è dominato ma nello stesso tempo enormemente valorizzato dal grande soppalco sostenuto da una bellissima struttura di legno massiccio e contornato da una ringhiera di sapore classico; sotto di esso trovano posto da un lato l’angolo pranzo con tavolo fratino e sedie Savonarola e dall’altro la zona conversazione con divani e poltrone di linea ottocentesca molto classica attorno a un tavolino di legno dipinto
con il motivo della Rosa dei Venti. Da rilevare anche qui l’uso molto scenografico delle rigogliose piante verdi, grazie anche alla forte luminosità zenitale dell’ambiente, che diventano vere e proprie protagoniste dell’arredamento.

Hedera Rampicante
Famiglia: Araliaceae – Origine: emisfero boreale
È una liana sempreverde rampicante, originaria del bacino mediterraneo. Il fusto ed i rami generano, nei punti di ombra, delle piccolissime radici che aderiscono ai punti di appoggio della pianta.
Per la sua caratteristica di attaccarsi saldamente ai punti di appoggio, l’edera è il simbolo della fedeltà e dell’amore eterno. È pianta molto usata in campo fitoterapeutico.Si coltiva in piena terra, per l’ornamento di giardini, o in vaso; non va mai esposta in pieno sole, quindi esige l’ombra o la mezz’ombra.
L’edera fiorisce in agosto e settembre, con fiori di colore bianco tenue e piccoli grappoli di bacche rotonde, dure e nere. Le foglie vanno spesso pulite con una pezza umida, o con prodotti lucidanti specifici per le piante. Si riproduce per semina o per talea in primavera.
L’edera ha molte varietà, in natura: l’Hedera hiberica, che ha grandi foglie di color verde; l’Hedera variegata, con foglie verdi con chiazze giallo chiaro; l’Hedera souvenir de Marengo, che presenta foglie ampie verdi con macchie di bianco; l’Hedera roegneriana, con foglie grandi a forma di cuore, di colore bianco; l’Hedera aurea, ha foglie verdi bordate di color giallo brillante e dentellate.

Il livello superiore è destinato alla zona notte mansardata sotto la bella struttura di
legno a vista, conservata anche all’interno delle pareti a testimonianza della primitiva volumetria della casa; per collegare i vari livelli ci sono scale di
muratura a intonaco rustico candido e semplici scale di legno recuperate così com’erano; l’unica aggiunta contemporanea è stata quelle delle finestre a tetto, indispensabili per assicurare il corretto apporto di luce e di aria alle stanze che in precedenza ne erano prive, essendo sottotetto non abitabile destinato solo al deposito delle
vecchie masserizie. I materiali di finitura sono rimasti, per quanto possibile, gli stessi accuratamente restaurati: già si è detto dell’intonaco rustico, i pavimenti sono nel soggiorno, nelle stanze, nei disimpegni e nei collegamenti il vecchio
impiantito di legno restaurato fino a diventare un elegante parquet, mentre nei bagni il cotto tradizionale d’epoca, fatto a mano nelle fornaci a legna e diverso pezzo per pezzo, è stato ripulito e rimesso in nuova luce.

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Pagina accanto: la scala principale che fa da spina dorsale a tutto l’edificio, dal piano terra fino alla mansarda, è caratterizzata dai muri a intonaco rustico a grana grossa e dal pavimento di legno di abete; in un angolo svetta la sedia, anch’essa di legno grezzo di abete, realizzata dall’artista Mario Ceroli.
Sopra: elegante e classica la stanza da bagno con sanitari d’epoca, un bel tavolino vestito e un inginocchiatoio. Accanto: la camera da letto ha le antiche travi incorporate nella parete.

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