IL COMMENTO di Amb. Francis Lott – UN DIALOGO INTERNAZIONALE

La Francia ha giocato un ruolo essenziale nello sviluppo dell’Argentina alla fine del XIX e all’inizio del XX secolo. Tale influsso è stato fondamentale nelle grandi trasformazioni di Buenos Aires, divenuta capitale nel 1880. A partire da quegli anni l’urbanismo, l’architettura, le Belle Arti, gli arredi e i decori risentono chiaramente della cultura francese. La società argentina, in particolare i livelli dirigenziali, guardarono a Parigi come esempio per fare di Buenos Aires una “grande città di stampo europeo”. Nell’urbanistica Torcuato de Avéar, primo sindaco di Buenos Aires, riprende i progetti dei boulevard parigini elaborati da Hausmann durante il Secondo Impero.
E al francese Joseph Bouvard, Direttore generale dei servizi di architettura parigini, è affidato il disegno della rete di viali e corsi della capitale argentina. Altra conseguenza del modello francese sono i parchi paesistici, simili a quelli studiati da Alphand per Parigi. Uno dei collaboratori di questi, Charles Thays, dal 1889 rimase a Buenos Aires per 40 anni, compiendo opere che avrebbero caratterizzato durevolmente la capitale (i parchi Palermo, Saavedra, Lezama, Ameghino, Patricios, Chacabuco, Los Andes, Avellaneda, Centenario) e altre città di provincia. L’influsso francese è chiaro anche nei monumenti: per esempio, quello di Rodin dedicato a Sarmiento, o quello del generale Avéar, la maggiore statua equestre del secolo, opera di Bourdelle.
Ma l’influsso francese è ancora maggiore in architettura.
Il modello sul quale nel 1901 fu organizzata la Scuola di architettura argentina è quello dell’Ecole des Beaux Arts e vi insegnarono grandi docenti francesi: Karman, VIlleminot, Maillart. Per questo si intendono le grandi realizzazioni a Buenos Aires per il Centenario dell’Indipendenza (1910): grandi magazzini, hotel, teatri come quello di Colombo, firmati dal belga Jules Dormal, formatosi a Parigi e sensibile all’esempio del Palazzo Garnier. Molti i palazzi firmati da francesi, quali Ortiz-Basualdo (attuale Ambasciata di Francia), progettato da Paul Pater (1914), o la vicina Residenza Pereda (del 1916, oggi Ambasciata del Brasile) che Louis Martin e Jules Dormal hanno progettato sul modello del museo Jacquemart-André di Parigi. Ma l’influsso francese non si limita alla Belle Epoque: continua nel periodo tra le due Guerre grazie a Mallet-Steven, Auguste Perret e agli insegnamenti di Le Corbusier.
In generale, la Scuola di architettura di Buenos Aires forma brillanti progettisti che completano il loro praticantato a Parigi.
Berardo Dujovne ne è un chiaro esempio. La sua opera ha tanta importanza che la Scuola di architettura l’ha nominato decano e gli sono stati affidati i lavori per la Buenos Aires del 1910 (Memoria del porvenir).
La sua posizione istituzionale l’ha messo al centro dei rapporti tra le scuole di architettura di Francia e Argentina. I suoi lavori sono numerosi e di qualità eccellente. Gli edifici, di abitazione o commerciali, come i grandi servizi pubblici da lui progettati, sono tutti caratterizzati da grande impegno estetico che si accompagna a un rigore essenziale espresso tramite assialità e simmetrie. Dujovne integra le sue creazioni nell’intorno, costruito o naturale, in un modo che appare spontaneo ma è frutto di un attento studio strutturale che fonde natura e artifizio. A Dujovne, dal 1993, è affidata la resurrezione di Puerto Madero e la sta compiendo, utilizzando elementi storici quali le gru ormai inutilizzate, per comporre un paesaggio nuovo.
Naturalmente Berardo Dujovne, dopo i suoi studi in Argen tina, è stato formato in Francia, nel 1961 e ‘62, presso il Centre Supérieur des techniques du Batiment di Parigi. Nel corso di tutta la sua carriera le sue relazioni con l’architettura francese sono state esemplari.
Per questo il Governo francese lo ha proposto per l’altissima onorificenza di Cavaliere della Legion d’onore, le cui insegne gli ho personalmente consegnate il 30 maggio 2005, nel palazzo Ortiz Basualdo.

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