Il Casinò di Lugano

Il trasporto verticale viene rivisitato nel nuovo modello di casinò europeo

La razionalità e l’eleganza dei volumi esterni si combinano con la vivacità e il colore dello spazio interno.

Questo progetto vuole essere un contributo per una nuova cultura europea di Casinò. Questo tipo di edifici, importati fino ad oggi dalla cultura di Casinò americana, sono normalmente solo scatole chiuse, o meglio “scatole a tema”, in cui la scelta del tema non ha nessuna relazione con il luogo e la città. Sono strutture estranee al loro contesto, puro kitsch.
Questo progetto cerca una relazione molto forte con la città, e propone un’architettura che possa ospitare una nuova attività dandole0 una forma capace di comunicare con il fruitore.

Arch. Bruno Huber
Prospetto Est

La sfida è di inventare un tipo di costruzione che, senza poter attingere ad una tradizione tipologica e formale, possa essere l’interpretazione della moderna cultura del gioco inteso nel senso del divertimento e non solo del gioco d’azzardo. Attraverso spazi non solo per giocare ma anche per divertirsi e rilassarsi, quale complemento alla vita di tutti i giorni, si offre una nuova occasione d’aggregazione. Questo Casinò, che vive nella città, dialoga con essa e con i suoi cittadini esprime i suoi contenuti ludici, verso l’esterno attraverso i suoi prospetti e all’interno con i suoi spazi estremi e gli arredi irreali. Il fruitore è trasportato in un’altra dimensione e ciò senza l’uso di tecnicismi esasperati. Il progetto è la ristrutturazione totale e l’ampliamento dell’ex-teatro di Lugano, edificio storico della fine del secolo scorso che ha dovuto più volte adattarsi alle mutate esigenze d’uso.

Dettaglio facciata.
Gli ascensori panoramici si svelano lungo il prospetto Sud.

Trasformazioni non sempre felici che hanno snaturato l’edificio mettendo soprattutto in discussione la sua unità architettonico formale e la relazione con il parco Ciani da un lato e con la città dall’altra. Si è voluto mantenere l’imponente volume del palco dell’ex-teatro, elemento monolitico inconfondibile dall’immagine molto forte e caratterizzante che vuole ricordarci le origini dell’edificio. Viene contrapposto dal prospetto verso il lago che con la sua vetrata retroilluminata funge da faro e segna in modo inconfondibile la fine del lungolago e l’inizio del parco. La parte centrale dell’edificio, e il corpo verso il parco sono stati totalmente ricostruiti per adattarsi alla nuova funzione e di conseguenza è in questa parte dell’opera che il nuovo contenuto trova l’espressione formale. Il corpo centrale è stato
semplificato nelle sue volumetrie per agevolare la sua ricontestualizzazione nel tessuto urbano. L’accesso principale, quello veicolare, avviene attraverso un ampio piazzale verso il parco dove una pensilina molto estesa e sottile slancia lo spazio interno verso l’esterno. Viene comunque mantenuto e rafforzato anche l’accesso da Via Stauffacher da cui è ora possibile intravedere il parco attraverso il grande atrio che in pratica attraversa l’edificio, esso diventa un nuovo importante spazio pubblico della città, in quanto, non essendo ancora zona interna alla sicurezza del Casinò, questo spazio di smistamento è aperto a tutti. E’ un grande ambiente che collega la città al parco Ciani.

Dettaglio degli interni.

In questo modo si vuole mettere in risalto il luogo straordinario in cui si trova il nuovo Casinò, tra città, parco e lago. In tutto il progetto, pur tenendo in considerazione le esigenze di privacy di un Casinò, viene, come gia detto, messa in discussione l’idea di Casinò come scatola chiusa senza relazione con il proprio contesto. In discussione vi è anche l’obsoleta convinzione che il gioco sia attività da nascondere, come una vergogna e il progetto cerca, attraverso gli strumenti dell’architettura, di proporre una nuova interpretazione del gioco. Un’idea in cui il gioco è una nuova occasione d’aggregazione, di svago, un’idea di Casinò che più si avvicina a quella europea raffinata ed elegante dell’inizio secolo, in contrapposizione a quella di dubbio gusto di Las Vegas. Verso la città, su Via Stauffacher una grande vetrata, costruita in modo da risultare quasi impercettibile fa sì che l’edificio presenti due immagini ben distinte, quella diurna che, con la complicità della riflessione dei vetri si inserisce in modo quasi impercettibile nel contesto, e quella notturna in cui la membrana trasparente si smaterializza e appare la facciata vera e propria, una composizione di cubi illuminati e colorati, incastonati in una lama nera. Queste grandi lanterne oltre a proiettare una magica luce multicolore in tutta
la via, vogliono ricordare l’archetipo del gioco, i cubi colorati.

Le scale mobili sono trattate con delle particolari finiture.

All’interno di questi parallelepipedi trovano posto le aree di relax per chi al gioco preferisce la contemplazione dei giocatori. Il suggestivo spazio tra la alma di vetro e la parete, dove trova posto un bar accessibile dall’interno del casinò che dialoga con le facciate, poste a pochi metri, d’alcuni palazzi storici di Lugano. Il bar, a tre metri d’altezza, crea uno zoccolo chiuso al livello della strada, su cui dall’interno vengono proiettati diversi tipi d’informazione, dalle espressioni puramente artistiche tipo video art, ad informazione legato al casinò. Se la grande apertura vetrata è la finestra a scala
della città, queste “finestre tecnologiche” sono a scala dell’uomo. La facciata che dá verso il parco protegge una moltitudine di funzioni, dagli uffici ai locali di sicurezza, tecnici ecc e di conseguenza si è cercato di unificare l’espressione creando una grande immagine dietro di cui qualsiasi attività può trovare posto senza influire sull’idea d’insieme. La soluzione proposta è composta di 2000 lame di travertino, poste su perni e fissate in una posizione da noi determinata. Si tratta di una facciata dal carattere prettamente urbano e ha il compito di essere il fronte della città sul parco. Questo nuovo corpo, anche grazie al materiale, il travertino, che è lo stesso dei volumi esistenti ma interpretato in maniera diversa, unifica i volumi e rafforza l’espressione di tutto l’edificio. L’effetto d’ombre sotto la luce del sole crea effetti sempre diversi secondo il giorno e l’ora e la facciata si apre e si chiude nei diversi settori secondo il punto di vista.

Le vibrazioni delle lame sotto la luce si trasformano in effetto cinetico se si osserva la facciata mentre si è in movimento, per esempio passando in automobile. Da ogni punto di vista il prospetto presenta una diversa composizione di pieni e di
vuoti. Se di giorno l’effetto è comunque quello di un corpo massiccio, di notte, grazie ad una retro-illuminazione di led colorati, essa si smaterializza e diventa leggera, sospesa. La pietra annulla il proprio peso e le lame di luce colorate giocano con il passante apparendo e scomparendo svelando con la loro magia la natura ludica dell’edificio. L’organizzazione interna del Casinò prevede una chiara divisione funzionale tra zone di servizio e zone di gioco: verso il parco, su tre livelli, sono sistemati gli uffici e tutti gli spazi di servizio, mentre gli altri servizi, come lo spogliatoio del personale, trovano posto agli ultimi livelli dell’ex-palco teatro e sopra la hall d’ingresso. La zona di gioco, basata su grandi spazi con pochi pilastri per permettere la massima flessibilità, prevede un primo livello, al piano terra, unicamente
adibito al gioco alle slot machines, un secondo e terzo livello sia con tavoli sia con slot machines ed un ultimo livello più
particolare, per il gioco high limit. Gli spazi di quest’ultimo livello possono godere, oltre che della vista diretta verso il parco Ciani, della possibilità di accedere ad una grande terrazza, luogo privilegiato in rapporto con il parco ed il lago.

A tutti i livelli la superficie di gioco è in relazione discreta, attraverso i cubi in plexiglas, con lo spazio vetrato, mentre sull’altro lato, verso gli uffici, tutte le superfici di gioco si aprono su uno spazio interno a tutta altezza, che ospita le scale mobili e che permette alla luce di scendere, dando vita all’ambiente. L’apertura in verticale a lato dello spazio di gioco, come pure la localizzazione nello stesso punto a tutti i livelli dei bar, dei servizi e delle casse, permettono un immediato e diretto orientamento. In tutto il casinò sono state individuate zone e spazi specifici di relax. Gli interni, curati con estro e raffinatezza dal collega Italo Rota si inseriscono perfettamente nel concetto globale dell’edificio e
contribuiscono a creare quella magia che inizia all’esterno e si intensifica con forme e colori degli arredi e mettono il fruitore in uno stato in cui il tempo viene sospeso e lascia il posto al gioco. L’intento di tutto il progetto è di cogliere l’occasione della realizzazione del Casinò per creare in una tra le parti più importanti della città un edificio che possa diventare il simbolo di una nuova svolta nello sviluppo della grande Lugano creando le premesse per nuove sinergie e diversificazioni che garantiscano alla città uno sviluppo integrato.

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