Il calore del focolare Anna Eula Matteoli


Una calda atmosfera in una baita di montagna

Progetto: arch Anna Eula Matteoli
Località: Bardonecchia (TO)
Servizio: Luisa Carrara
Testi: Azzurra Lorenzetto, designer
Foto: Athos Lecce

All’interno di un moderno complesso abitativo si trova questo appartamento arredato in modo da sentirsi "in montagna".
Tessuti particolari sia come tendaggi che nelle poltrone ricordano lo stile tirolese ma con tocchi d’epoca per i tavoli e tavolini presi al "mercatino delle pulci"di Bardonecchia.
I mobili in legno di larice arrivano dall’alta Val di Susa. La travatura crea la calda atmosfera della baita di montagna dove scaldarsi, al rientro di una giornata di sci o di ritorno da una camminata con le ciaspole, davanti al camino.
Il camino, posto nella parete esterna, è di un modello che presenta un rivestimento della legna in ardesia.
Il particolare arredamento conferisce grande unità alla stanza, i colori dei rivestimenti alle pareti come tende ed intonaco sono gli stessi che continuano nella tappezzeria, nei mobili, nel tappeto.
I colori predominati sono il giallo ocra, il rosso, il crema e le due tonalità lignee degli infissi e della travatura.
Un arredo materico completato dal focolare che scalda in senso letterario e metaforico l’ambiente.

Fino dal primo dopoguerra Bardonecchia era già la madre dello sci in quanto ci potevano arrivare con i noti "treni della neve" che stanno, lentamente, ritornando di moda. Si può dire che lo slogan di Bardonecchia sia: "Tradizione e comodità".
Per arrivarci ci sono vari modi oltre al già citato treno, c’è la modernissima strada che da Torino porta direttamente
in paese (circa 90 km) che è molto controllata; mentre se si ha fretta di arrivare si può usare la comoda autostrada del Frejus.
La sua notorietà è soprattutto tra i torinesi che ne sono molto affezionati.
È posizionata al centro di una conca soleggiata e poco battuta dai gelidi venti invernali, punto di partenza per usufruire, sci ai piedi, delle piste dislocate in quattro zone ben distinte. Si scia a Campo Smith-Colomion, a Les Arnauds, a Mélezet-valle Stretta e a Fregiusia- Jafferau, per un totale di 140 chilometri di piste.
Proprio per la sua posizione, dal punto di vista culturale ha sempre avuto un storia a sè in quanto lontana
dalle grandi vie di comunicazione.
Vi sono comunque esempi di archiettura e artistici.
Manufatti lignei, o di pietra come l’antico campanile romanico, che fiancheggia ancora oggi la Chiesa Parrocchiale di Sant’Ippolito, o le tipiche case montane che avevano la stalla e la cucina (o focolare) al pian terreno, al secondo piano le camere e il fienile. Il tetto in losa locale o scandole di legno, le finestre piccole per riparare dalle rigide temperature montane.

 

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