Il bosco la seconda casa dei Trentini

A Trento ci si è accorti da tempo che la comunicazione è l’anima del progresso e, dato che i trentini son noti per la loro costanza e pertinacia, hanno iniziato con l’assessorato del turismo a rinnovare e a creare nuovi poli d’interesse, martellando i media perché li comunicassero. Adesso è il momento di un altro assessorato, quello dell’agricoltura e montagna, che sta cercando d’impostare in modo più efficiente il rapporto degli abitanti con il bosco e tutti i suoi prodotti. Insomma, qualsiasi cosa ci sia in Trentino, i trentini lo vogliono valorizzare al massimo. E’ per questo che riceviamo la visita di Mauro Confalonieri, giovane dirigente impegnato nel settore forestale della Provincia Autonoma di Trento.

Abbiamo svolto indagini per valutare l’utilizzo, come legna da ardere, anche degli scarti di segheria o della potatura dei boschi, rilevando buone possibilità. Un discorso che torna opportuno anche per risolvere i problemi d’inquinamento da cui una città come Trento non è immune.

Oggi per le stufe da appartamento ci sono tecniche avanzate che permettono di bruciare legna con pochissimi residui inquinanti. L’ uso diffuso di queste tecnologie permetterebbe di ridurre drasticamente l’inquinamento da riscaldamento domestico.

Dott. Mauro Confalonieri, Direttore per il coordinamento generale del Servizio Foreste della Provincia Autonoma di Trento

Qual è il vostro compito?
Il Servizio Foreste, dipendente dall’Assessorato Agricoltura e Montagna, gestisce il patrimonio montano e forestale, che nel Trentino è in prevalenza di proprietà dei comuni. Ci sono dieci "uffici distrettuali forestali" nelle valli principali e cinquanta "stazioni forestali" disseminate su tutto il territorio: nostro compito è comunicare a questi centri le istruzioni decise a Trento, verificando come vengono gestite, e nello stesso tempo riferire al centro le esigenze provenienti dalla provincia.
Su quali basi avete deciso queste campagne?
Il Corpo Forestale Provinciale nel suo insieme ha avvertito da qualche tempo l’esigenza di riavvicinare la popolazione trentina ai suoi boschi, dal momento che l’evoluzione storica ed economica di questi ultimi anni l’ha sensibilmente allontana, portandola verso la città e i suoi stili di vita. L’Assessorato ha fatta propria questa istanza e ha promosso una campagna di sensibilizzazione avvalendosi di una struttura di marketing specializzata nella comunicazione. La campagna è stata organizzata in due fasi: una di sensibilizzazione della popolazione locale al suo patrimonio boschivo, con lo slogan "Il bosco, la seconda casa dei trentini", e un’altra di valorizzazione della principale risorsa che tale patrimonio produce, con lo slogan "Il legno, la seconda vita del bosco".
Questa seconda non è indirizzata ai soli trentini, ma a tutti coloro che utilizzano il legno per trasformarlo in strutture prefabbricate, per usarlo negli interni delle case, per farne oggetti di arredamento. In tale prospettiva si cerca di agevolare la crescita in loco di nuove fabbriche e laboratori di trasformazione, ma anche di pubblicizzare il nostro prodotto nelle strutture già esistenti.
C’è un altro utilizzo del legno che ha molti meriti per la protezione dell’ambiente: la legna da ardere per il riscaldamento domestico.
Un settore su cui ci stiamo movendo in questi ultimi anni è quello dell’utilizzo delle "biomasse" di origine forestale, cioè del legno, per la produzione di energia. Abbiamo dei vicini, qui in Alto Adige, che hanno sviluppato molto bene queste tecnologie di impianti comuni per il riscaldamento di piccoli nuclei abitativi o interi paesi; adesso noi stiamo cercando di promuovere la stessa cosa in provincia di Trento, dove già ci sono, come in Val di Fiemme, nuclei organizzati con una rete di teleriscaldamento a legna. Abbiamo svolto indagini per valutare l’utilizzo, come legna da ardere, anche degli scarti di segheria o della potatura dei boschi, rilevando buone possibilità; occorre collegare meglio le diverse fasi della filiera legno, in modo che nulla vada perso di questa "seconda vita del bosco". Un discorso che torna opportuno anche per risolvere i problemi d’inquinamento da cui una città come Trento non è immune. Oggi per le stufe da appartamento ci sono tecniche avanzate che permettono di bruciare legna con pochissimi residui inquinanti; inoltre sono già presenti sul mercato dispositivi per il filtraggio dei fumi che completano con efficacia l’operazione. L’uso diffuso di queste tecnologie permetterebbe di ridurre drasticamente l’inquinamento da riscaldamento domestico.
Si tratta di un discorso che noi, come servizio forestale del Trentino, stiamo cercando di promuovere, forti del fatto che nella nostra regione esiste una rete capillare di strade forestali che permette di approviggionarsi agevolmente del legno, rendendo competitiva questa alternativa al gasolio. Purtroppo negli anni precedenti il contenimento degli
inquinanti è stato risolto portando il metano anche nelle valli; se ci fosse stata una più corretta sensibilizzazione si sarebbe potuto, già allora, passare direttamente al combustibile più "pulito"attualmente a disposizione: la legna da ardere prodotta dai nostri boschi. (Walter Pagliero)

 

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