Il Bello e il Buono

a cura di Gjlla Giani

Conoscere l’anima di un popolo, godere lo spettacolo della sua arte e delle testimonianze che la storia ci ha tramandato, richiede la possibilità di approfondire tutti gli aspetti delle poliedriche, complesse espressioni della creatività umana che restano impressi nelle opere d’arte. Se nell’800 sorse la moda del “grande tour” delle più note
città d’arte italiane (Venezia, Firenze, Roma), la sensibilità odierna si è andata affinando: oggi sta nascendo un turismo culturale attento a cogliere tutte le peculiarità di ogni città e paese di cui l’Italia è immensamente ricca.
Per questo, richiamando l’estetica greca che associava bontà e bellezza come espressione della gentilezza d’animo e della cultura, apriamo questa rubrica, il cui scopo è far conoscere non solo le opere d’arte a carattere religioso di una certa zona. Ma di corredare questa informazione anche con notizie che attengono alla cucina locale. Anch’essa è una forma d’arte.
I piatti tipici di una area geografica, la caratterizzano con efficacia e non possono essere disgiunti dalla tradizione che ha trovato espressione nella pittura, nella scultura o nell’architettura. Quali sono dunque le espressioni della cucina tipica di Massa Carrara?
Ci introduciamo in essa osservando la sua terra: mare, monti e colline, la varietà del territorio della provincia di Massa Carrara è alla base dell’esaltazione dei contrasti della gastronomia. Il palato sarà soddisfatto perché il menu un po’ ovunque è forte di piatti quali tordelli alla massese, lasagne stordellate, polenta con pollo o coniglio alla cacciatora, baccalà marinato, coniglio al forno, maialino di latte al forno, agnello di Zeri, insalata di baccalà, torta di riso.Vini come il Vermentino di Candia che è il fiore all’occhiello della Provincia, ad esaltare il tutto.
E la terra di Lunigiana, che prende il suo nome dall’antica Luni, importante e strategico porto romano, offre piatti che anticamente erano poveri, come i testaroli e i panigacci. Acqua, farina e sale, cotti al testo, piccoli vasi resi incandescenti dalla brace del forno. Dischi di pasta arricchiti e conditi da olio e formaggio ma anche pesto, ragù di carne e di funghi. E poi i dolci (su tutti la spongolata pasta frolla ripiena di canditi e miele) e le castagne, dalla cui farina si preparano frittelle prelibate.
Chi visita il Museo Diocesano di Massa troverà, non lontano dalla sua sede, l’opportunità di assaggiare le specialità locali, tra l’altro nella trattoria “Da Astolfo” (Via Beatrice 58). Qui il baccalà al forno è tra i piatti tipici che si potranno
degustare.

 

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