a cura di Gjlla Giani I Beni culturali della Chiesa sono la componente più importante nell’ambito del nostro patrimonio artistico culturale: non solo per il valore più importante in assoluto, inteso come ricchezza materiale, ma singolarmente come la più vasta testimonianza della cultura, del pensiero e della creatività dell’Uomo. Quindi un valore inestimabile e irripetibile ancor più se conservato nel suo contesto storico e ambientale naturale, perché meglio così può esserne compreso il significato nella sua interezza, compreso quello di "strumento di aiuto di quella nuova evangelizzazione di cui il Santo Padre parla in tutti i suoi contenuti". Patrimonio dunque che va protetto come dovere primario di noi Italiani che ne siamo i "depositari" e come diritto di impedire che vada disperso per l’incuria del tempo o peggio ancora per mancanza di attenzione e quindi tutela. Il contributo di ogni singolo concorrerà alla conservazione e quindi all’arricchimento dei beni che ci appartengono per storia e per tradizione oltre che nel senso materiale, che si è detto, ancora più nell’insieme di tutti quei valori spirituali che contraddistinguono la nostra creatività ben nota in tutto il mondo che fa del nostro Paese meta ambita di visite turistico-culturali, uniche e affascinanti. La Chiesa di S.Donato in Contrada Coltura a Latiano (BR)Scheda 20032
L’edificio presenta una linea semplice. La facciata è rivolta a ovest. Le strutture portanti sono in conci di tufo e, ove l’intonaco è mancante, si evidenzia il sistema costruttivo detto "opus incertum". L’interno è formato da un’unica navata a pianta rettangolare. Alla parete di fondo è addossato l’altare, sormontato da un arco. Sotto l’arco si nota un affresco riguardante la vita di san Donato. Secondo il Chionna tali affreschi risalgono al 1785. La copertura mostra una soletta mista in travi di ferro e conci di tufo; probabile frutto di una manipolazione successiva alla costruzione originaria. La pavimentazione risulta anch’essa alterata, perché vi si notano sia basole calcaree sia un battuto di cemento. Dietro l’abside si trova la sacrestia. L’abitazione al primo piano ormai è diroccata.Tra chiesa e abitazione si erge un breve campanile a vela privo di campana.
All’interno della chiesa, sulla destra rispetto alla porta di ingresso, una colonna scanalata alta circa un metro funge da acquasantiera. Una descrizione della chiesa è stata fatta dal Vescovo di Oria, Mons. Calefati, nel 1785, quando vi si recò per consacrare il nuovo altare. In tale descrizione è indicato che la chiesa di San Donato dista dalla città di Latiano circa quattromila passi sulla via che da Latiano porta a San Vito e che è di pertinenza del Capitolo della chiesa di Latiano. Il Calefati dice che la pianta della chiesa ha forma di quadrilatero allungato, il tetto è in travi e canne e le porte di accesso sono due. Sulla parete dell’altare maggiore è dipinta l’immagine di san Donato e più in basso, su entrambi i lati, vi sono le immagini di pie donne che chiedono una grazia. Ai lati dell’altare maggiore vi sono porte che immettono alla sacrestia, dalla quale si accede al piano superiore, ove si trova l’abitazione del custode.L’edificio risulta ristrutturato nel 1923 sotto la direzione di Giuseppe Antonucci di Latiano, e in questa occasione fu sostituito il tetto a canne, che era pericolante, con lamia a botte. |