ARCHITETTURA HOLY SPIRIT CATHOLIC CHURCH A NAPERVILLE, ILLINOIS (USA)
Un tetto a due falde protegge una chiesa circolare, sorprendentemente grande e accogliente, cui si accede tramite un lungo nartece che ad angolo la abbraccia e offre uno spazio di avvicinamento che invita alla meditazione: un percorso che permette di misurare il passaggio tra dentro e fuori tramite il variare della luminosità.
La quadratura del cerchio: quello che fu un terreno di ricerca nel Medioevo torna alla mente osser- vando questa chiesa dell’Illinois, in cui attenzione liturgica e architettura si fondono in un tutto armonico. L’ampia copertura a due falde, dal profilo così immediatamente familiare e domestico, protegge il tamburo cilindrico che ospita il luogo della celebrazione: così le due forme geometriche, cerchio e quadrato, si fondono in una costruzione che appare bassa vista da lontano, ma che tuttavia ospita ben 1400 persone sedute attorno a un ampio presbiterio che sorge al centro di un cerchio libero, che contribuisce a accentuare la presenza dell’altare, dell’ambone, del crocifisso, i poli liturgici che sono allo stesso tempo splendidamente isolati e intimamente connessi. È la magia della forma circolare: pur nella sua vastità, la chiesa appare raccolta, semplice, aperta allo scambio. È grande quanto una cattedrale, ma offre la sensazione di una comunità molto unita. Nel suo ampio spazio non ci si perde, ma ci si ritrova.
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Il raffronto tra la vista della chiesa dalla strada e la pianta, consente di apprezzare la composizione spaziale che la informa. Il campanile è accanto alla cappella eucaristica e si presenta come un’abside. Tra opere parrocchiali e chiesa si apre il corridoio-nartece ad angolo che porta al battistero illuminato da una vetrata a tutta altezza.
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Questa architettura ha vinto nel 2006 il Premio International Awards Program for Religious Art and Architecture promosso dalla rivista Faith&Form e dall’IFRAA (Interfaith Forum on Religion, Art & Architecture). Nella motivazione, la Giuria tra l’altro afferma: “I punti forti di questo progetto stanno nel suo sviluppo centrale e nei dettagli. C’è un’interessante integrazione di acciaio e legno, che si complementano a vicenda. L’orientamento liturgico è molto evidente ed espresso con chiarezza… Tutto il cammino processionale è appropriato e si sviluppa in modo naturale…” E in effetti la staticità della forma acquista subito dinamismo nell’avvicinarvisi. Dalla strada si vede il campanile con la croce, elementi che qualificano il sito, mentre l’entrata avviene attraverso un percorso avvolgente: un nartece, ubicato tra corpo della chiesa e opere parrocchiali, si sviluppa in un lungo corridoio ad angolo che piega verso sinistra e porta al fonte battesimale, oltre il quale la vetrata trasparente offre uno scorcio di prateria.
Holy Spirit Catholic Church a Naperville, Illinois (USA)
Progetto architettonico: Serena Sturm Architects, Ltd., Northbrook, Illinois Disegni d’interni e liturgici: INAI Studio (B. Chenichek, R. Schiltz), Adrian, Michigan Lighting design: Gary Steffy Lighting Design, Inc., Ann Arbor, Michigan Foto: INAI Studio (pag. 36, foto in alto); Howard Kaplan (tutte le altre foto del servizio)
Da qui si apre l’aula che trova il suo centro – non geometrico, ma eminenziale – nella pedana del presbiterio. Undici colonne binate disposte attorno all’assemblea reggono la struttura portante del tetto e definiscono il camminamento esterno. Su ogni colonna c’è un candeliere, con una vera candela che viene accesa per le celebrazioni: è una delle tante soluzioni studiate da Barbara Chenicek e Rita Schiltz, suore domenicane di INAI Studio, che si occupa di “design liturgico”. Un altro esempio di soluzione originale è l’alta croce lignea su cui si aggancia il crocifisso di stile medievale, staccabile per usi processionali. La copertura metallica è sormontata dal rivestimento ligneo del tetto. E una corona centrale regge i punti luce, ma richiama la corona di spine. Dietro l’altare sta la cappella eucaristica, visibile esternamente come semicerchio accanto al campanile. Si respira ariosità, trasparenza, semplicità. E i segni risaltano non imponenti, ma fortemente presenti.
(L. Servadio)
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