Gino Gigante

 
Tratto da:
Il ferro battuto N°24
Un grande forgiatore di immagini

A Cavallino, nel Salento, da molti anni opera lo scultore del ferro Gino Gigante, allievo del caposcuola Antonio D’Andrea di cui ha messo a frutto, e forse superato, la magistrale tecnica.

Qui a destra, il dettaglio di una grande statua a grandezza naturale: il volto dubbioso di un personaggio tragico del mito greco, Giocasta, madre e nello stesso tempo amante di Edipo. Per Gigante i grandi miti dell’antica Grecia sono ancora attuali perché rappresentano aspetti della natura umana che continuano a ripresentarsi sotto forme diverse.

E’ nato a Cavallino, un piccolo paese dove ha continuato a vivere, non lontano dalla capitale del barocco pugliese, la splendida Lecce. Dopo un valido apprendistato nella bottega di Antonio D’Andrea a soli 14 anni, inizia un rapporto col pubblico che subito l’apprezza e, più tardi a 18 anni, con i galleristi che gli organizzano collettive e personali di scultura in ferro. Dopo un periodo di totale dedizione all’arte della scultura, che gli procura successi e riconoscimenti non solo locali, tenta la strada del mobile decorativo in ferro battuto come attività collaterale ma non meno impegnativa. Dopo aver curato la formazione di un promettente allievo, Salvatore De Luca, apre con lui una Bottega d’Arte e Design in via Petrarca, sempre a Cavallino, e uno show-room in via Lecce visitato da intenditori italiani e stranieri. L’estro di Gigante e la ricca energia esecutiva di De Luca producono oggetti così avanzati dal punto di vista stilistico da attrarre
l’attenzione di designer affermati come Branzi, Dalisi Calatroni ed altri, con cui nel tempo si è stabilita una proficua collaborazione.

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