Filippo Perego

Filippo Perego dei conti di Cremnago è da decenni l’interior decorator dell’élite milanese, per cui ha creato decine di dimore splendide in tutti i sensi, ma soprattutto calde di colore e signorilmente raffinate. Non è un rivoluzionario perché non gli piacciono gli eccessi, ma è un fine conoscitore dei piaceri del mondo e dell’arte, con il cui trend rimane costantemente in contatto.
Filippo Perego of the Cremnago Dukes has been the interior decorator of the Milan-based high society for decades, creating scores of wonderful houses, full of warmth and noble sophistication. He is not a revolutionary because he doesn’t like excesses, but he is a fine expert of the pleasures of worldly life and arts, keeping constantly updated on the latest trends.

Nella vita di tutti i giorni quale stile scegli, a iniziare dal modo di vestire?
Io mi son sempre vestito classico e così vado avanti: in città giacca e cravatta, colori sobri (soprattutto il beige, il blu, il marrone, anche il grigio ma portato con una camicia celeste altrimenti intristisce), mentre in campagna sono sempre in pullover.
Dove ti piace passare le vacanze?
Io amo molto l’Oriente, dalla Birmania al Giappone, dove sono andato più volte ma che continua sempre a piacermi; oppure mi sposto negli Stati Uniti, dove vado a vedere cosa c’è di nuovo, per tenermi al corrente con i nuovi stili di vita.
Qual è lo stile di vita che ti piace trovare nella tua casa?
Io amo molto il calore dato dai tessuti, dalle boiseries, dagli oggetti. Anche il colore è un elemento per me importante. Con l’avvento del minimalismo, pur non condividendolo come gusto, ho sentito che era arrivato il momento di alleggerire, per cui nelle case che sto facendo cerco di essere meno elaborato, anche se non rinuncio a una certa dose di quello che io chiamo calore. Anche le case dove abito si sono un po’ alleggerite, non troppo e subito per non averne uno choc, ma continuerò a farlo nel tempo. In casa però il calore è dato anche dalle persone, e non avendo una famiglia mi piace molto avere intorno degli amici. Io sono molto socievole e durante i week-end mi piace avere con me alcune persone con le quali chiacchierare, giocare a carte o anche stare in silenzio a leggere un libro.
What’s your style in everyday life, starting from your dresses?
I have always dressed in a classic style and I still do: jacket and a tie, soft colors (mainly beige, blue and brown, and gray cheered up with a light blue shirt), while in the country I always wear a jumper.
Where do you like to spend your holidays?
I love the Far East, from Burma to Japan, I have traveled there several times and I am still fond of it, or I visit the United States, to see what’s new and to update myself on new lifestyles.
What’s the lifestyle you prefer for your house?
I love the warmth of fabrics, wood panelings and objects. Also color is important to me. With the onset of minimalism – though I don’t like it – I realized the moment had come for simplification, so in the houses I am working at I am trying to be less elaborate, without giving up a suitable dose of what I call warmth. Also the houses where I live are a little lighter, but not too much and suddenly to spare me a shock, but I’ll move in that direction. In a house, however, warmth is also conveyed by people, and as I have no family, I love to be surrounded by friend. I am the sociable kind and at weekends I like to have friends to chat, play cards or just sit around and read a book.

Interior decoration e tradizione del palazzo italiano
Filippo Perego di Cremnago, milanese, è un interior designer che s’inserisce di diritto nel filone dei grandi architetti decoratori della tradizione lombarda: da Muzio a Ponti, da Lancia a Buzzi (di cui è stato direttamente allievo). Dopo il neoclassicismo degli anni ‘20, il modernismo dei ‘30 e la parentesi della guerra, il dopoguerra vide sorgere una nuova sete di “stile” e l’ambizione di far rivivere il fascino negletto della grande tradizione. E’ a questo punto che s’inserisce con autorevolezza l’opera di Filippo Perego, il quale fin dalle sue prime opere ha cercato di riapplicare con sensibilità moderna la lezione dell’ architettura italiana del passato. Col rifacimento totale di Palazzo Invernizzi in Corso Venezia a Milano, ha iniziato un glorioso percorso che, partendo dalla riscoperta del ‘700 francese negli anni ‘50, è approdato al gusto eclettico dell’ultimo decennio.
Interior decoration and Italian palace tradition
Filippo Perego from Cremnago, Milan, is an interior designer belonging to the school of big architects and decorators of the Lombard tradition: from Muzio to Ponti, from Lancia to Buzzi (who was his teacher). After Neoclassic in the 1920es, Modernism in the 1930es and the war break, the post-war period saw the rise of a new thirst for “style” and the ambition to revive the neglected fascination of tradition. This is where the works by Filippo Perego fit in. From the very start, he has tried to interpret the lesson of traditional Italian architecture with modern taste. With the full renovation of Palazzo Invernizzi in Corso Venezia in Milan, he opened a glorious period which, starting from the rediscovery of French 18th-century architecture in the 1950es, resulted into the versatile taste of the past decade.

la cucina di villa Balsamo a Portofino completamente affrescata su regia di Perego la sontuosa sala da pranzo di Palazzo Invernizzi con boiserie e mobili d’epoca francesi Luigi XVI la camera da letto della signora Invernizzi

Come è nata questa villa?
Era una proprietà di mia madre e fino a trent’anni fa vi abitava il fittavolo che gestiva il fondo. Questa campagna mi piaceva e a un certo punto ho pensato che se la mettevo a posto poteva diventare una situazione giusta per i miei week-end. Ho cominciato a sistemare due o tre stanze, la cucina e i bagni cercando di far diventare un luogo gradevole anche per gli amici quella cascina sperduta in mezzo alle risaie della Lomellina. Ho aggiunto dei portici per poter pranzare all’aperto protetto da un tetto, poi li ho chiusi facendoli diventare delle verande apribili per renderli abitabili anche d’inverno. Subito dopo ho fatto installare una comoda piscina e ho messo a posto i cortili rustici cercando di dar loro un’atmosfera più di villa che di aia.
I due filari di pioppi già c’erano?
Li ho piantati io e li ho visti crescere a dismisura: adesso hanno superato i trenta metri di altezza e fanno da canocchiale al retro della casa dandole un’importanza che all’inizio certo non aveva. Il giardino invece l’ho voluto mantenere semplice per non dargli un’aria sofisticata in contrasto con la rusticità della costruzione.
What’s the genesis of this villa?
It belonged to my mother and, until 30 years ago, it was lived in by the tenant farmer. I loved this countryside and so I arranged it for my weekends. I started to renovate a couple of rooms, the kitchen and the bathrooms, trying to turn this deserted farmhouse in the middle of Lomellina into a comfortable place also for friends. I added the porches to eat outside, then enclosed them with opening windows to create winter gardens for the cold season. Afterwards, I installed a comfortable pool and tidied up the courtyards, which now look more like a villa than a threshing floor.
Were the two rows of poplars already there?
I planted them and now they are over 30 meters high, creating a stately atmosphere which certainly was not there at the beginning. On the contrary, I preserved the garden in a very simple state, avoiding any sophistication that might clash with the rustic style of the construction.

Per capire lo spirito di questa ristrutturazione occorre conoscere un dato biografico che ha fortemente influito sullo stile di Filippo Perego: il fatto che la sua famiglia da secoli ha vissuto il tempo della villeggiatura in una villa di campagna da loro fatta costruire all’inizio del ‘700 e rimodernata alla fine di quel secolo dall’architetto Piermarini noto per aver progettato il teatro alla Scala e il Palazzo Reale di Milano. Una frequentazione con un capolavoro dell’architettura che lascia il segno.
To understand the spirit of this renovation, a detail of Filippo Perego’s life has strongly affected his style: for centuries, his family had been spending holidays in a country house built in the early 18th century and renovated at the end of the same century by architect Piermarini, the famous artist who created the Scala theater and the Royal Palace in Milan. Such vicinity with a masterwork of architecture has certainly left a mark.

La cascina ho cercato di mantenerla nel suo stato originario, gli intonaci sono ancora quelli di prima e i rampicanti sulle facciate già c’erano, io mi sono limitato ad infittirli. Mi piacciono le case di campagna piene di rampicanti, perché danno loro molto calore.
E all’interno l’ha scaldata con molti oggetti…
Ho cominciato con poche cose ma poi, visto che mi diverto ad andare in giro per mercati e mercatini, ho finito col riempirla totalmente. Alcuni mobili li ho fatti arrivare da altre case, poi ho iniziato la collezione di sculture e dipinti di cani e in poco tempo la casa si è riempita. Adesso quando vedo qualcosa che mi piace particolarmente, prima di prenderla penso a quale pezzo togliere.
I tried to keep the farmhouse in its original state, the plasters are original and the creeping plants on the façade were also there, I just helped them grow thicker. I love country houses covered with creeping plants, because they give a sense of warmth.
And you warmed up the interiors with several objects…
I began with a few things, but then I have fun going around for marketplaces, and I filled it up completely. Some pieces of furniture come from other houses. Then I started the collection of dog sculptures and paintings, and the house was soon full. Now, when I see something I really like, before I buy it, I must think which piece I can replace.

Tra le varie collezioni ho visto anche una serie di oggetti costruiti con corna taurine.
Tutto è nato casualmente: una persona mi ha regalato un bellissimo calamaio fatto con le corna di non so quale animale e la cosa mi è piaciuta; a Londra ne ho visto uno eguale e l’ho preso. Poi sono passato alle sedie, alle poltrone e ai mobili, sempre con queste bellissime corna.
Quello che invece non ricerca, ma disegna da sé, sono i tessuti.
I miei tessuti non sono creazioni astratte, ma nascono per esigenze precise: quando ho deciso l’insieme di una stanza, spesso mi manca una certa stoffa con certi colori e disegni, ma il mercato dell’arredamento non li ha, per cui non mi resta che crearlo. Dopodiché lo metto regolarmente in produzione nella mia griffe di tessuti FP2.
Among your collections, I also noticed a set of objects made with bull’s horns.
It started off by chance: a person gave me a wonderful ink fountain made with the horns of an animal, and I like it. I saw another one in London and bought it. Then I passed on to chairs, armchairs and furniture, all featuring these wonderful horns.
Ins
tead, you don’t look for fabrics, as you design them yourself.

My fabrics are not abstract creations, they respond to specific needs. When I design an entire room, I often need a certain piece of fabric with specific colors and patterns, which I cannot find on the market, so I can only make it myself. And then, I manufacture it in series for my brand FP2.

Condividi

Utilizziamo i cookie per offrirti la migliore esperienza sul nostro sito web.
Puoi scoprire di più su quali cookie stiamo utilizzando o come disattivarli nella pagine(cookie)(technical cookies) (statistics cookies)(profiling cookies)