Etnico + giusto

Vivere felici in un rustico

Un professionista newyorkese ha scelto di avere come seconda casa, per sé e la sua famiglia, una cascina ben ristrutturata sulle colline della Versilia.

In origine era una casa rurale in parte destinata ad abitazione e in parte a ricovero degli animali da lavoro. La parte abitativa risale alla prima metà dell’Ottocento, l’altra ai primi del Novecento; entrambe rispecchiano il modesto tenore di vita dei suoi abitanti che avevano ben poco terreno da coltivare. Il podere in origine era coltivato a vigneti, ulivi
e ortaggi. La proprietà è stata acquistata da una famiglia americana che ha voluto mantenere il più possibile il suo sapore contadino tradizionale. La ristrutturazione è stata curata da Stefano Lazzarini di Camaiore, che ha restaurato gli edifici utilizzando solo pietra locale e conservando le caratteristiche dell’architettura spontanea locale anche all’interno, per cui la cucina col camino è rimasta esattamente quella delle case rurali del nord della Toscana di cent’anni fa.

“Una casa felice è una casa anch’essa feconda, ricca di emozioni. E’ una casa che nei suoi arredi e nella sua disposizione si vive volentieri e che ospita amicizia, che guarda il presente e il futuro con ottimismo”.

Ramis felicibus arbor
Publio Virgilio Marone

I soffitti e i solai sono rimasti com’erano, si sono solo consolidati e, dove c’era bisogno, rinforzati con nuove travi. Anche i loggiati esterni, che già c’erano, hanno subìto lo stesso trattamento: si sono conservate le pilastrature in legno rinforzando le tettoie con travi e travicelli in castagno e completandole con mezzane di recupero e tegole toscane. I passaggi esterni sono stati ripristinati con pietra locale e solo l’ingresso è stato rinnovato: ora possiede un arco volutamente modesto costruito nel modo più tradizionale. Le finestre sono state conservate con le stesse dimensioni (quindi piccole, come sempre in queste case, perché rendevano più economico il riscaldamento invernale) e con scuretti interni con chiusura a bastone. L’illuminazione esterna è stata fatta con lanterne lucchesi.

La ristrutturazione di questa casa colonica dell’Ottocento è riuscita a conservare tutte le caratteristiche dell’architettura spontanea del nord della Toscana.

Sul retro della cucina è stato lasciato l’antico forno che viene tutt’ora usato (le aperture a triangolo venivano utilizzate per essiccare i prodotti da conservare) e lì accanto, sotto il porticato, vi è il tavolo per pranzare all’aperto.
All’interno il soggiorno contiene l’antica scalinata in pietra e l’arco che vi è stato costruito serve a mettere in comunicazione l’originale zona abitativa con quella per gli animali. Il camino è stato ricostruito utilizzando vecchi gradini di scala. Tutto l’arredamento utilizza vecchi mobili, alcuni provenienti dall’India, mentre sul pavimento in
cotto sono stesi alcuni kilim nordafricani. Le porte sono a due ante, come le vecchie porte lucchesi, e il soffitto esibisce i suoi travicelli lasciati in legno naturale.

In Edicola
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Al piano di sopra vi è la zona notte con la camera padronale e quelle per gli ospiti, tutte modernamente servite da bagni. La camera dei padroni di casa dispone di quattro finestre, ha un soffitto con inclinazioni diverse e il pavimento col cotto originale contornato da uno zoccolo dipinto. Le pareti dei bagni sono decorate a mano con motivi
tradizionali fiorentini e i lavelli in marmo della Versilia. I letti sono ricoperti con biancheria guarnita di pizzi e merletti toscani. Sul retro della casa e abbastanza lontana da essa, poggiata su una balza della collina, è stata costruita una piscina di forma rettangolare con bordo in cotto e percorsi in porfido grezzo. Accanto vi è un solarium con sdraio, ombrelloni e tavoli pieghevoli per quando si vuole fare colazione accanto all&#821
7;acqua.

Al piano terra c’è una stretta fusione tra interno ed esterno grazie alle
porte finestre che si aprono sotto al portico. Tutto questo è abbellito
dal verde delle piante rampicanti che coprono pilastri e muretti.

L’abitudine dei nuovi proprietari è di vivere molto all’aperto; anche per questo tutto intorno alla piscina hanno fatto piantare piante di gelsomino, lavanda, rosmarino e rose rifiorenti. Il giardino è semplice ma molto curato; un enorme pino marittimo domina la casa e altre piante tipicamente italiane come cipressi, ulivi, oleandri e salici spuntano dal prato tenuto all’inglese. Ma non mancano anche magnolie e palme. Questa casa è paradigmatica di un gusto internazionale che sta affermandosi un po’ dovunque e che potremmo chiamare “rustico- etnico”. E’ un modo di vivere e di arredare unendo due culture: quella contadina e regionale italiana, salvata strenuamente dall’oblio che sta per cancellarla, e quella di altri angoli del mondo, in questo caso l’India, da cui si fanno arrivare alcuni pezzi di artigianato artistico particolarmente pregevoli. Le due cose, viste con gli occhi del gusto un po’ modaiolo che ci bombarda dalle riviste patinate, sembrano star bene insieme e aprire nuove prospettive alle nostre seconde case.

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