Duilio forte: la casa ludica di un architetto

Da un ex capannone industriale
Servizio Iolanda Barera Foto Athos Lecce

Tre anni fa era uno spazio industriale, nella periferia est di Milano. Ora è una casa assolutamente affascinante piena di angoli da scoprire. Ha l’aspetto di un grande schizzo tridimensionale in cui le linee vanno interpretate, di un’opera d’arte in continua trasformazione, ma l’estetica non ha il sopravvento sulla funzionalità. E’ un’abitazione con tutti i comfort, dove si vive bene.

Ristrutturazione, sculture, quadri, mobili, sono tutti opera di un giovane architetto italo svedese, Duilio Forte. L’ex capannone industriale è la sua casa, il posto dove vive e lavora. Aveva bisogno di un grosso spazio da reinterpretare e qui l’ha trovato. Nella sua abitazione dislocati su due piani, interrotti da soppalchi – ha ricavato un salone, una sala da pranzo, una cucina, uno studio, due bagnetti, e in masarda, sopra a tutti i locali, la camera da letto.

Che obiettivo ti sei posto quando hai cominciato a lavorare in questa casa?
Renderla abitabile e creare un’emozione spaziale. La ristrutturazione è stata una scoperta dello spazio più che altro. Poi ho cercato di creare un ambiente adatto alle mie esigenze. Anche se non rispecchia l’idea tradizionale di confort, questa è una casa comoda, perché ti dà molta libertà.
In che senso?

E’ molto funzionale. La scala è messa al posto giusto, cioè nel punto in cui ti fa fare meno fatica. La cucina è esposta a ovest, e non poteva essere che così, perché a me piace cucinare la sera con il sole che entra dal vetro. Inoltre ha un terrazzino che gira e arriva ad est, dove d’estate la mattina faccio la colazione. Mentre dall’oblò della stanza, che è posto a sud, vedi la luna, ed è bello soprattutto nelle notti invernali, quando è più bassa.
Usi molto il ferro. Diversi serramenti della casa e anche delle poltroncine e delle sedie sono di questo metallo. Come mai?
Il ferro è un materiale tradizionale, semplice, che mi piace molto. Lo piego a freddo e lo uso anche per realizzare delle sculture. La poltrona all’ingresso è una sorta di nido (un metro e mezzo per un metro e mezzo) quando ti ci siedi dentro ti senti protetto. L’animale a due teste davanti alla porta è una specie di gioco, rappresenta un cane da guardia. Questa casa era un ex capannone industriale che tu hai ristrutturato utilizzandolo anche come laboratorio. Tra le sue caratteristiche ci sono le porte tutte diverse, alcune molto colorate, spesso mimetizzate… In genere le porte sono insignificanti, monotone, tutte uguali. Spesso le si sottovaluta, non le si dà sufficiente peso. Invece sono importantissime, perché sono un accesso che ti svela un ambiente. E’ come l’aeroporto in una città: identifica il dentro e il fuori e ti dà il senso di movimento.
Quindi ogni porta ha un significato diverso?
Ogni porta è una ricerca. Quella all’entrata, l’ho costruita giocando con il legno. Il cancello poi, è in ferro piegato a freddo. Non si vede la serratura, non si capisce come si apre, sembra quindi una scultura. L’idea era quella di riprodurre i rovi. Un altro ambiente molto particolare è il bagno E’ piccolo, ma è assolutamente funzionale, se si parte dal punto di vista che questa è la casa di un single. Mi piacciono i bagni raccolti. Ne ho due. Uno di legno, attiguo alla camera da letto, ma due metri più in basso: ha un lavabo di acciaio inox riciclato che per me ha un valore affettivo. Poi c’è il bagno degli ospiti che è al primo piano, ed è in cemento, con le tubature a vista.

In questa pagina l’entrata della casa di Duilio Forte. In alto il laboratorio. Il pavimento è di cemento i muri in mattoni pieni, l’arco c’era già nella struttura originaria. Qui lo spazio di vita è stato trasformato in spazio ludico.”Una casa – spiega l’architetto – per essere grande deve avere tanti luoghi.” Nel locale troneggiano una MG nera da collezione e un’originale poltroncina da lettura con lampada realizzata dall’architetto con la tecnica del ferro piegato a freddo. In fondo, dietro all’automobile, parte la scala in legno che conduce al primo piano. Qui a destra un cancello – scultura.

Non ti piacciono i locali spaziosi?
Lo spazio per essere utilizzabile deve essere suddiviso. Una casa per essere grande deve avere tanti luoghi. Più è strutturata più è godibile.

Da spazio industriale a casa laboratorio in continua evoluzione. In queste pagine, l’originale abitazione di Duilio Forte, un giovane architetto – artista milanese di 34 anni. Di padre italiano e madre svedese, Forte, dal Paese nordico ha ereditato la passione per le cose semplici e per il legno che ha usato sempre tinteggiato al naturale – con abbondanza in ogni locale: “In una casa ricoperta di legno si vive bene, perché è un materiale che veste il muro come una pelle e lo riscalda” ci spiega. L’intervento di Forte nell’abitazione non è limitato al progetto di ristrutturazione. Mobili, oggetti, quadri – sculture sono tutte realizzate da lui. Il piano terra, uno spazio aperto, delimitato soltanto da arcate in mattone pieno, è il luogo riservato alle feste e all’accoglienza degli amici. Una poltroncina da lettura con lampada in ferro modellato a freddo e una MG nera sono i due punti focali dell’ambiente. Una scala di legno porta di sopra, dove l’atmosfera è già più intima. Lo studio è ultra tecnologico. Computer Machintosh, ultimo modello, macchina fotografica digitale e insieme un vecchio Mac SE30: sono alcuni deglistrumenti dell’architetto che, oltre a una buona manualità ha una vera passione per le nuove tecnologie. Sedie cassetti e poltroncina nera sono tu
tti mobili Ikea. Sullo stesso livello ci sono la cucina e la sala da pranzo dove, di fianco a un tavolone di abete grezzo, pende un’altalena che è appesa a una delle travi a vista del soffitto.

Sopra e a sinistra un angolo dell’abitazione visto da due prospettive diverse. Su un soppalco sopra lo studio, c’è una poltrona in ferro piegato a freddo. Dietro e di fianco quadri, quattro metri per due realizzati in colori acrilici da Duilio Forte, nel 1997. Sono molto vivaci e rappresentano dei paesaggi astratti. Nella pagina accanto il bagno degli ospiti, che si trova al primo piano, ha le tubature a vista e un lavabo in accaio inox riciclato che per l’architetto ha un profondo valore affettivo. Un oggetto che trova il suo contrappunto nella cornice antica che sottolinea lo specchio.

 

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