Due porte a confronto

In contesti diversi, l’uno urbano, l’altro rurale, due artisti contemporanei, Igor Mitoraj e Floriano Bodini, si cimentano con temi dalle forti valenze simboliche. Nel primo troviamo la capacità di richiamare la classicità entro un quadro espositivo che sa parlare alla sensibilità odierna; nel secondo c’è la vigorosa quanto caratteristica sintesi di elementi e suggestioni.

Due pregevoli opere artistiche, allocate in zone diverse e lontane. Si tratta dei portali di Igor Mitoraj per la Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri in Roma e della porta di Floriano Bodini per la Chiesa di San Vincenzo de’ Paoli a La Martella presso Matera. Due situazioni diverse, una urbana l’altra rurale, una antica l’altra moderna, entrambe risolte con genio inventivo da due artisti di chiara fama. Mitoraj non è nuovo per Roma dove è più volte intervenuto coniugandosi con la classicità. Bodini non è nuovo al sacro verso cui ha diretto gran parte del suo genio. Due opere che rivelano emblematicamente la centralità di Cristo nel segno del portale, così da assicurare i credenti e ammonire i lontani. Due artisti che in modo diverso intuiscono il genius loci esprimendolo con tratti di soffusa modernità ed
arcaica tradizione. Mitoraj parla la lingua dei classici, superando l’empasse della postmodernità; Bodini parla la lingua del popolo, esponendo la narrazione con chiarezza.

Il portale e la porta di Santa Maria degli Angeli di Igor Mirotaj a Roma.

Un’icona cristologica per piazza dell’Esedra

Con le opere di Mitoraj l’asse di Via Nazionale, oltre a raccogliersi prospetticamente sul nicchione del calidarium delle Terme di Diocleziano, trova afflato classicheggiante e aura sacrale nelle ante dei portali bronzei che in esso si aprono. Le due sculture enfatizzano con eleganza semplice e ordito ponderato gli stilemi classici del monumento termale per raccontare con forme spiritualizzate il titolo dedicatorio del sacro edificio. Ne deriva una felice contaminatio di classico e di cristiano, che bene si addice ad introdurre i fedeli nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, faustamente ospitata nell’area del tepidarium dioclezianeo. Il Maestro stupisce il fruitore contemporaneo che, seppur distratto e frettoloso, non può rimanere indifferente dinanzi alle fascinose ed enigmatiche fusioni. Nella loro struttura i due portali sono scanditi da ante e lunetta. Questa è risolta in grata entro cui si incorniciano teste a guisa di fregio. Quelle attestano la narrazione dedicatoria con un unico dramma in due atti scenici interfacciati. Il portale di sinistra tematizza l’Annunciazione dell’Angelo a Maria Vergine, quello di destra annuncia la Resurrezione di Cristo. Entrambi gli eventi non hanno testimoni per cui obbligano all’obsequium fidei. Il fondo rappresenta l’orbe terracqueo attraverso campiture glabre e stesure increspate. A custodire tale appannaggio sono gli angeli e a realizzarlo in Cristo sono i martiri. Paradigma dell’umanità redenta è Maria, che si fa portavoce di salvezza e immagine della Chiesa. Maria, in foggia di fanciulla romana, è misticamente ripiegata nel suo «fiat».
Il Risorto, in forma di Apollo con ali di Nike, canta la vittoria sulla morte. Con questi portali Mitoraj fa modernamente rivivere la metodologia primigenia del cristianesimo, allorquando si mutuavano i linguaggi classici, ma si escludevano
i significati pagani.

La chiesa di San Vincenzo de’ Paoli a La Martella presso Matera, con la porta di Floriano Bodini
(v. sopra un particolare).

Un’icona cristologica per La Martella

Bodini si congeda da questo mondo con il portale di San Vincenzo de’ Paoli nel «borgo nuovo» di La Martella presso Matera. Tale edificio racconta ab imis fundamentis l’esodo di molte famiglie verso un sito del tutto estraneo agli
arroccamenti di provenienza, allora miseri e oggi suggestivi. Sono testimonial della sua costruzione Ludovico Quaroni, con la progettazione architettonica, Pietro e Andrea Cascella con le ceramiche per i poli liturgici, Giorgio Quaroni con il Crocifisso parietale, Luciano Nioi con le opere lignee, Enrico Castelli con le opere metalliche, Pasquale Santoro con il monumento Invocazione e Alberto Allegri con la scultura “Viaggio in Italia – L – La Martella”. Ultima acquisizione è il portale bronzeo di Bodini. Un testamento spirituale in un’unica ed insolita anta. Ritornano – a modo di logo bodiniano – le grandi mani che assicurano emblematicamente la misericordia divina. Mani tese che elargiscono il perdono di Gesù, sebbene inchiodate sulla croce. Mani offerenti la benedizione della Madonna e la sua protezione materna. I volti manifestano quiete, così che il dolore si sublima nell’espiazione e lo sgomento nella speranza.
L’ordito compositivo è trinitario, indicato in modo simbolico e ambivalente da tre stelle. Queste memorano altresì la necessità di illuminarsi con le virtù teologali. Sole e luna, unitamente a raggi luminosi, riuniscono l’inguardabile bruttezza dello “Uomo dei dolori” all’inesprimibile bellezza del “Cristo glorioso”. A conferma della narrazione iconografica è il cartiglio “Nessun vero bene /si fa senza patire”. Espressione chiave di San Vincenzo de’ Paoli, apostolo della
carità verso gli ultimi, che additò il Cristo sofferente nei crocifissi di ogni tempo, sollecitando alle fatiche della solidarietà.
La porta si fa epitaffio dell’opera bodiniana. Ancora riduzionismi geometrici, ma più soffusi; ancora corposità plastiche, ma più armoniche; ancora immobilità totemiche,ma più delicate; ancora figurazioni appaganti, ma più intime.

Carlo Chenis

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