Diana Alessandrini


Roma rappresenta, per la sua stessa estensione, un caso nel panorama del nostro Paese: ha un diametro di 40 chilometri, equivalente a 9 grandi città d’Italia messe insieme. Non solo. Il 92% del territorio comunale è costituito da agglomerati urbani periferici, dove vive l’86% della popolazione romana. Un territorio caratterizzato da 200 microcittà,
luoghi di identità storica e fisica, centri di gravitazione economica e sociale. Insomma le centralità urbane locali e metropolitane rappresentano una risorsa da valorizzare e in via di valorizzazione.
Nei prossimi 4/6 anni 1.800 milioni di euro finanzieranno 11 programmi di recupero urbano per un totale di 445 interventi. Ma in questi anni il panorama è già profondamente mutato in numerosi quartieri da sempre considerati crogiolo e sinonimo di disagio sociale.
Gli insediamenti più tristemente noti come Corviale, Tor Bella Monaca, Laurentino 38 hanno visto programmi mirati e integrati (contratti di quartiere, articoli 11, Urban) in cui ‘attivatori’ di cultura ed economia sono stati inseriti chirurgicamente nel tessuto urbano, dando origine a un circolo virtuoso che punta a rafforzare l’identità delle periferie.
Il Teatro di Tor Bella Monaca, il Network e l’incubatore di impresa di Corviale, la piazza Elsa Morante del Laurentino 38 sono solo alcuni esempi. Vediamoli rapidamente.
Multidisciplinarietà, ma anche e soprattutto forte legame territoriale sono i due punti di forza del Teatro di Tor Bella Monaca che riutilizza un’area del quartiere già esistente. Un sistema flessibile di spazi, dedicati allo spettacolo, alla produzione artistica e culturale, alla formazione dei giovani e degli studenti. I generi di spettacoli programmati
vanno dalla prosa (31%), al teatro per ragazzi (26%), dalla musica (13%) al multidisciplinare (10%), dalla danza (6%) al reading (3%), dai video (2%) al teatro amatoriale (2%). Da un’indagine, realizzata da Zètema, emerge che il 61% degli spettatori è residente nell’VIII Municipio Roma delle Torri. Si conferma quindi l’importanza di collegare la programmazione culturale del nuovo spazio alle energie e alle domande di un territorio particolarmente vasto e ricco di fermenti anche grazie alla presenza dell’Università ‘Tor Vergata’.
Un risultato interessante l’ha dato il progetto ‘Immaginare Corviale’, da cui è nato un Network creato grazie alla collaborazione con la Fondazione Adriano Olivetti. Una tv, prodotta dall’Assessorato, al servizio del quartiere, come recitava lo slogan, e in onda su un’emittente romana. Una possibilità – soprattutto per i giovani, ma non solo – di comunicare all’esterno un nuova immagine di Corviale, lontana dagli stereotipi più vieti. La tv ha innescato un processo virtuoso di appartenenza e identificazione anche grazie allo studio dei valori architettonici del Corviale stesso, disegnato da Mario Fiorentino, sul modello dell’unità abitativa formulata da Le Corbousier. In questo solco si inserisce anche la proposta di creare un Museo d’arte contemporanea, in rapporto con l’Università di Roma, negli spazi comuni del quarto piano.
La piazza Elsa Morante al Laurentino 38 è un progetto partecipato, dunque realizzato in sinergia con i cittadini. L’idea è realizzare un polo del tempo libero: uno spazio verde che sia anche centro culturale, sala teatrale, centro sportivo. Il progetto è firmato da Luciano Cupelloni.
Insomma un luogo che diventi fulcro del quartiere e che sia in grado di rilanciarlo, soprattutto intercettando la creatività giovanile.
Per questo si uniscono gli spazi dedicati allo sport con quelli dedicati all’arte. La piazza infatti sarà anche il luogo in cui i giovani artisti potranno esporre le proprie opere.
Oltre a questi interventi mi piace citare la chiesa dell’architetto americano Richard Maier a Tor Tre Teste, che con i suoi 35.000 visitatori l’anno ha rivitalizzato il quartiere; la Collina della Pace alla Borgata Finocchio dove un ecomostro di proprietà della mafia è stato sequestrato, abbattuto e il terreno riconvertito in spazio pubblico; l’oasi di Prato Fiorito che mira a ricostruire un segmento della rete ecologica, attivando un meccanismo che coinvolga soprattutto giovani e giovanissimi, legandoli all’identità del territorio.
Ma ci sono anche gli interventi urbanistici più complessi e articolati, come quello della nuova centralità urbana di Acilia-Madonnetta progettata dalla Gregotti Associati International. Infine un ultimo caso, quello dell’Ostiense, quadrante della città che oggi – con il Nuovo Piano Regolatore – non è più periferia, ma Città Storica: l’ex quartiere industriale nei prossimi 10 anni diventerà una sorta di villaggio globale. Gli interventi di riconversione degli stabilimenti industriali in disuso ben esemplificano – non solo dal punto di vista urbanistico, ma anche sociologico e antropologico – l’inglobamento del quartiere nella Città Storica. Un concetto questo che, allargandosi anche alle architetture moderne e contemporanee, consente a quelle che oggi sono periferie di guardare al prossimo futuro con la consapevolezza di poter diventare – con i giusti interventi da parte dell’amministrazione comunale e la partecipazione cittadina – punti pregiati e di forza della città.

Unicam - Sito ufficiale
www.archeoclubitalia.it
Archeoclub d’Italia
movimento di opinione pubblica
al servizio dei beni culturali e ambientali

Condividi

Utilizziamo i cookie per offrirti la migliore esperienza sul nostro sito web.
Puoi scoprire di più su quali cookie stiamo utilizzando o come disattivarli nella pagine(cookie)(technical cookies) (statistics cookies)(profiling cookies)