Decormania


Quel colore intenso e libero che viene d’oltremanica.

Lo stile inglese è oggi quello della decorazione molto colorata: lo testimonia un libro edito di recente dalla Hamlyn di Londra.

Foto tratte dal libro “Hamlyn book of decorating” di Barty Phillips per le edizioni Hamlyn di Londra. È
una pubblicazione dedicata all’attuale pratica della decorazione in Inghilterra. La ricca scelta di soggetti, dal dettaglio di un divano alla decorazione globale di un interno, lo rende completo ed esaustivo.

Testo di Walter Pagliero

Chi pensa allo stile inglese come a un modo di arredare compassato e sobrio nei colori si sbaglia di grosso. È dal
periodo elisabettiano che gli interni inglesi godono di forti macchie cromatiche a partire dai quadri, i vivacissimi e sofisticati ritratti del periodo Tudor. Se ci capita di visitare oggi gli appartamenti londinesi di gente trendy, rimaniamo
ogni volta sorpresi della libertà e dalla fantasia senza freni con cui usano a piene mani i colori più pazzi. Certamente
non è la tavolazza mediterranea a cui siamo abituati, in Inghilterra si preferiscono colori più freddi e squillanti, accostati in un modo che ci sembra senza regole, ma che in realtà ha logiche diverse.
Più che una tranquilla armonia, in questo momento a Londra si cercano effetti stridenti che mettono in rilievo colori decisi e di grande personalità. È il singolo colore che deve fare da prima donna e ammaliare per il suo carattere violentemente seducente.
Osservate qui sopra: il fondo blu del quadro e il blu elettrico del sontuoso divano colpiscono al cuore, si possono solo amare od odiare, ma le tende ad essi accostate non sono prudentemente “in tinta” o “neutre” come si usa da noi, sono allegramente arlecchino, uno sberleffo al posto del sussiego.

Colori da favola, interni supercaldi

La principale suggestione di molti interni inglesi, documantati nel libro di Hamlyn, sta nella forte accentuazione dei colori, a partire dalle pareti. Un giallo veramente giallo, dello stesso colore del tuorlo d’uovo, viene alternato con un arancio “buccia d’arancio” rendendo la casa cromaticamente così calda che sembra di essere dentro una fiaba illustrata. Eppure non scade, e la tradizionale eleganza inglese non viene meno. Anzi. Nel decennio precedente gli inglesi avevano scoperto il “délabré”, cioè la sublime decadenza di ciò che si disfa e si sfoglia, e la pratica più in voga
era quella di strappare solo parzialmente le tappezzerie lasciando apparire in parte quelle precedenti, come in un restauro archeologico.
E i mobili si sverniciavano parzialmente svelando il mistero che c’era sotto. Si trattava di una tipica esibizione di
“understatement” (molto diffuso nelle classi alte), che in realtà era un concentrato di snobismo.
Adesso si è voltato pagina e si preferisce giocare alla bella addormentata in un bosco psichedelico. È il bello della moda permettere di rinnovare periodicamente il proprio appartamento dopo i fatidici sette anni suggeriti dagli interior designers. Questo permette agli inglesi trendy di sentirsi, se non nuovi, almeno significativamente rinnovati.
Tale riscoperta del colore può richiamare alla mente, per non muoverci dall’Inghilterra, certi esiti del movimento “Arts and crafts” a cavallo del ‘900, quando personaggi come William Morris, cavalcando il revival medioevalista, riscoprirono nelle tappezzerie disegnate da loro i pettirossi su fondo giallo delle antiche miniature.

Lo stile“gustaviano”si rinnova e diventa gradevolmente colorato.

E’ nei lampadari a gocce reinventati che si fa strada nei nostri interni un nuovo tipo di stile “fantasy”. Quelli antichi e
imponenti ormai vengono tollerati solo nelle case storiche; per l’attuale appartamento in città ci vuole quello moderno, che è chic al punto giusto ed ha dimensioni accettabili. Con questo oggetto del desiderio ben s’intonano gli interni “gustaviani” sempre molto frequentati in Inghilterra (per chi non lo sapesse si tratta dello stile Luigi XVI delle residenze di campagna svedesi un poco trasandate e rustiche).

Una seduzione teatrale e instensa

Le assi delle boiseries secondo questo revival devono essere un po’ sconnesse e mal verniciate (fa parte di quel vezzo che si chiama understatement) e i colori squillanti e imprevedibili, come certi viola e certi violetti assassini. È uno sfondo ideale per storie di seduzione sul tipo delle “Liaisons dangereuses” o di commedie come “Così fan tutte”. In questo caso il segreto di come risultare eleganti passa per il teatro e la letteratura.
Una porta neogotica viene dipinta di verde e decorata con motivi a serpentina e a spina di pesce, un pavimento e una
parete sono riempiti di schegge di colore, un altro pavimento viene macchiato indelebilmente di rosso e di verde. Cosa sta succedendo? È presto detto: si tratta della nuova ondata di decoratori inglesi che cerca di farsi strada nel nostro immaginario.
Ci riusciranno? Spero con più misura, anche se la tendenza a estremizzare fa parte del fascino londinese. In città dinamiche come Londra ciò che &egra
ve; normale viene considerato banale e quindi noioso. E dalla noia ci salvi Iddio (Dio salvi la regina è ormai diventato una vuota formula). Per fortuna la memoria arredativa degli inglesi è molto estesa e ha profonde radici nel passato, per cui il nuovo è spesso ispirato dal vecchio e il mix delle due cose è spesso affascinante. Come nel caso del portone nella foto qui sopra: sembra la chiusura blindata di un truce maniero, ma il trattamento decorativo lo allegerisce e lo trasloca nella favola, non in quella americana e sdolcinata di Walt Disney, ma nel mondo magico delle Arts and Crafts d’inizio ‘900, quando pochi artigiani di talento facevano a mano cose
di qualità per i non molti che potevano permettersele.

e un pizzico di colore in più

Le mode d’oltre Manica spesso, anzi quasi sempre, da noi non hanno attecchito, perché troppe cose ci dividono oltre a quel lembo di mare. In un interno serio da noi la favola è bandita, non ci piace vivere sotto il segno di un sorrisetto autoironico. La casa qui in Italia è sempre “di rappresentanza” anche quando vuol essere giovane e spigliata (anzi più è giovane e spigliata, e più è di rappresentanza). A differenza degli inglesi, noi vogliamo apparire quello che siamo, anzi un po’ di più. Non c’è niente di male, perché è questo nostro atteggiamento atavico che ci ha portato a costruire delle superbe città d’arte (che loro vengono ad ammirare). Detto questo, se gli esempi inglesi ci spingono a rinnovare qualcosa, ben vengano. Siamo pronti a digerire e a far diventare nostri anche gli stili e i colori forti del Nord.

 

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