Dalle vetrate istoriate alla scultura “…Arte e Creazione”, credo che in queste due parole vi siano contenuti tutti i segreti di una “spinta – forza” tendente a collegare e ad unire l’uomo a Dio; qualunque esso sia. Poi, credo che gli strumenti e le capacità che consentono agli uomini di oggettivare concretizzando il “collegamento” e di poter dunque accedere ad un linguaggio capace di trasmettere e tramandare il racconto a “tempi altri” a tutti i tempi possibili, siano il mezzo, il vettore del reale contatto col divino e con lo stesso uomo. La condizione apparentemente precaria, tipica del viaggiatore, consente tappe di ristoro, di pausa. Momenti di sospensione nei quali il viaggiatore opera per sintesi e ripercorre a ritroso il già fatto e pre-organizza il da fare. E’ questo “da fare”, che si legittima sull’analisi puntuale del già avvenuto, del già fatto. Il
Rispettando accanitamente ogni regola metrico- compositiva da onesto accademico di prim’ordine, egli ci dimostra che il vettore per questo viaggio dell’incantamento è sì la capacità d’uso e la conoscenza degli strumenti e delle tecniche, ma legittimante al viaggio è e rimane l’idea. Osservando i lavori del Maestro Poli che interagiscono costantemente con il “luogo” che li accoglie, mi accorgevo che “…mi muovevo in una realtà nuova, che diventava dialettica, un’imminenza in cui io percepivo attiva la trascendenza.
Questa capacità Berniniana più che barocca, ci riporta con estrema facilità a quello stesso incantamento che si prova avvicinandosi “all’Estasi di Santa Teresa”. Egli, capace esecutore possiede il genio che lo legittima e lo eleva al rango di vero Maestro e Artista capace anche di commuovere. Ogni sua Opera, interagendo con il contesto che la ospita, pone all’Artista l’obbligo di pensare anche ad esso per adattarlo e renderlo partecipe a quell’evento che dialogando con l’intimo di ogni uomo si pone al centro di una vita impegnata per l’Arte. Il Maestro Poli dunque incarna quell’Artista capace di raccontarci “emozioni” utilizzando i più idonei linguaggi espressivi. E se ciò non bastasse, egli, magicamente, in una sorta di giuoco circense li abbina e combina trascinandoci inesorabilmente al reale incantamento. Alessandro S. Carone
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