Una soluzione di grande originalità: all’intervento di conservazione dell’antica chiesa si unisce un nuovo allestimento che consente l’utilizzo dell’aula liturgica anche per le conferenze e i concerti di musica sacra. Con coerenza il progetto di Fabio Nassuato si inserisce nella luminosa semplicità francescana dell’edificio. Sorge ai margini dell’abitato, preceduta da una scalinata in pietra. Il portale è posto al centro della facciata dal disegno nitido, che compare tra i secolari cipressi posti a corona tutto attorno all’edificio, come una scenografia naturale che lo inquadra e lo separa allo stesso tempo. Un bell’esempio di architettura francescana “minore”: il convento raccolto attorno a un chiostrino quadrato, un lato del quale è definito dalla chiesa. All’interno, questa si presenta a navata unica, priva di decorazioni, con soffitto a travi lignee.
La chiesa di San Gregorio Magno è utilizzata per fini di culto solo in alcune circostanze, quali la celebrazione dell’anniversario del santo. Di qui il relativo stato di abbandono e di carenza di arredi nella quale si trovava prima dell’intervento di restauro. Deciso questo, si è pensato che il luogo potesse essere utilizzato, oltre che per le funzioni sacre, anche come aula per conferenze e concerti di musica sacra: la duplice utilizzazione consentirà un uso più frequente e una più attenta cura. L’intervento è partito da questa idea di riutilizzo misto e ha anche valorizzato la presenza dell’antico sacello, testimonianza del primo edificio quattrocentesco rimasta nella cappella posta lungo la parete est della chiesa attuale, che risale invece ai primi anni del ‘600. Ne è derivato un connubio di raro equilibrio.
L’identità di chiesa, nel cui spazio tuttavia si consentono altre attività non incongrue quali concerti e convegni, è salvaguardata e armonizzata nella nuova definizione progettuale con il mantenimento dell’aspetto originario del presbiterio. Su questo, nell’occasione dello svolgimento di attività diverse da quelle cultuali, potrà essere agevolmente allestito, con strutture mobili che costituiscono parte integrale del progetto di restauro, un palco che si protende verso l’aula, corredato da attrezzature adatte agli eventi musicali. I nuovi arredi lignei, insieme con i rivestimenti, hanno
I due elementi sono collegati con lame di acciaio satinato. Il basamento è di tipo scatolare e contiene un sistema di illuminazione a fibra ottica che evidenzia gli interstizi tra i singoli elementi con una luminosità continua, tenue e delicata. Sul fondo è posta una seduta continua, dotata di un alto schienale. La seduta è leggermente rialzata rispetto alle panche, così che la presenza ne resta evidenziata. Eguale tipo di seduta, con l’alto schienale che funge anche da rivestimento della parete, si accosta anche al muro laterale ovest. Il pannello verticale è scandito da tagli verticali (anch’essi caratterizzati dalla presenza di fibre ottiche). I tagli coincidono con l’allineamento delle panche centrali.
Lungo la parete est, la seduta continua è priva di schienale. In occasione dei concerti, per evitare i riflessi acustici fastidiosi, tipici della volta a botte del presbiterio, una pedana retrattile in legno avanza verso le panche, per ospitare gli strumenti musicali entro la navata, sotto la copertura a travature, dove non vi sono riverberi acustici. L’intervento è stato finanziato dalla Fondazione Cassamarca di Treviso, presieduta dall’On. Dino De Poli.
Lo stile dell’intervento L’intero intervento di restauro della Chiesa di San Gregorio Magno, della struttura e dell’impiantistica, è stato curato da Mark Color di Castelminio di Resana (TV), l’azienda veneta leader nel settore del recupero conservativo di immobili ad alto interesse storico-architettonico, di proprietà della famiglia Marchetti. Il principio di fondo del riassetto complessivo è stato rivolto alla conservazione delle linee architettoniche principali, ai materiali originali, alla distribuzione degli spazi interni ed esterni, all’adeguamento dell’impiantistica in funzione dell’utilizzo dell’edificio. L’intervento si è sviluppato in diverse fasi, a partire da quella riguardante il recupero conservativo degli intonaci interni e dei marmorini esterni. Infiltrazioni, fenomeni di umidità di risalita e vegetativi, esposizione agli agenti atmosferici hanno causato negli anni un deterioramento complessivo delle superfici intonacate.
L’impianto acustico e quello di illuminazione sono stati adeguati alla duplice funzione: gli emettitori di suono non sono visibili ma riescono puntualmente a diffondere il suono nell’intera area anche in occasione di piccoli concerti d’organo, il sistema di illuminazione è razionale nella scala gerarchica tra i punti di significato (altare, ambone, tabernacolo, cappella laterale, ecc.), ha impatto visivo minimo e non interviene sui paramenti murari originari. L’impianto di riscaldamento è studiato ad hoc per l’ambiente. Sono stati utilizzati diversi sistemi: riscaldamento a pavimento, ad aria calda e a convenzione naturale nelle pareti per evitare la “rugiada di condensa” e proteggere gli intonaci.
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