Elementi naturali e storici di recupero rivestono un modernissimo focolare
Un mulino ad acqua di epoca secentesca è stato nel tempo ampliato, mentre recentemente il piano terreno è stato trasformato in una abitazione. Non si è voluto però perdere il ricordo del precedente uso e molti elementi architettonici sono stati recuperati dall’antico luogo, anche durante gli scavi di costruzione, e riutilizzati con diverse funzioni, sia strutturali che d’arredo. La casa sorge all’interno dei poderi della famiglia e quando sul luogo si rinvenivano massi, pietre, tronchi d’ulivo ritenuti per forme e aspetto significativi, veniva studiata una loro possibile collocazione nell’edificio. La volta in muratura del grande spazio adibito a soggiorno/pranzo, che era il vano principale del mulino, è stata ripulita dal vecchio intonaco e riportata al suo aspetto materico.
Giuseppe Scarone, Architetto Nella base del camino d’angolo è inserita una ruota in pietra del mulino, mentre massi di pietra rosa di Isallo sono collocati con funzione di piani d’appoggio: provengono dal torchio dell’antico opificio. Il vano della canna fumaria preesistente è stato rivestito, lungo il suo sviluppo, da mattoni refrattari, che costituiscono anche il materiale costruttivo del rivestimento della struttura prefabbricata del camino a focolare aperto, Serie K fornito e prodotto da Edilkamin. Le dimensioni della bocca del focolare sono state calcolate in relazione alla sezione e all’altezza della canna fumaria. Tra l’elemento prefabbricato e la cappa è stato inserito, come materiale isolante, secondo l’antica tradizione, uno strato di cenere di legna. La cenere è un elemento altamente coibente e riduce le dilatazioni dei materiali, limitando quindi le possibili fessurazioni dell’intonaco. La trave curva che corona il focolare è un vecchio tronco, proveniente da un ulivo che cresceva nei terreni circostanti. Il pavimento del soggiorno pranzo è realizzato in cotto antichizzato di Impruneta rosato, di fabbricazione manuale, posato in diagonale, le fughe larghe sono tinteggiate con ossidi. Accanto al grande locale scorreva un corso d’acqua, che un tempo, faceva girare la ruota della macina. L’intervento di ristrutturazione l’ha ora incanalato in una tubazione. La soletta del pianterreno appoggiava direttamente sul suolo, per cui si presentavano problemi di umidità di risalita: si è ovviato creando un’intercapedine areata. I mattoni antichi che costituiscono volte ed archi sono stati ripuliti con una sabbiatura di quarzo. Le giare in terracotta, smaltate all’interno, erano usate per conservare l’olio o il miele e venivano parzialmente interrate, per mantenerne al fresco il contenuto. La vite di legno era una parte del torchio del mulino. L’antica maiolica savonese
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