Complesso abbaziale dei Santi Nazzaro e Celso a San Nazzaro Sesia (Novara)


a cura di Gjlla Giani

I Beni culturali della Chiesa sono la componente più importante nell’ambito del nostro patrimonio artistico culturale: non solo per il valore più importante in assoluto, inteso come ricchezza materiale, ma singolarmente come la più vasta testimonianza della cultura, del pensiero e della creatività dell’Uomo. Quindi un valore inestimabile e irripetibile ancor più se conservato nel suo contesto storico e ambientale naturale, perché meglio così può esserne compreso il significato nella sua interezza, compreso quello di "strumento di aiuto di quella nuova evangelizzazione di cui il Santo Padre parla in tutti i suoi contenuti". Patrimonio dunque che va protetto come dovere primario di noi Italiani che ne siamo i "depositari" e come diritto di impedire che vada disperso per l’incuria del tempo o peggio ancora per mancanza
di attenzione e quindi tutela. Il contributo di ogni singolo concorrerà alla conservazione e quindi all’arricchimento dei beni che ci appartengono per storia e per tradizione oltre che nel senso materiale, che si è detto, ancora più nell’insieme di tutti quei valori spirituali che contraddistinguono la nostra creatività ben nota in tutto il mondo che fa del nostro Paese meta ambita di visite turistico-culturali, uniche e affascinanti.

LE SCHEDE

Complesso abbaziale dei santi Nazzaro e Celso a San Nazzaro Sesia (Novara)

Località: San Nazzaro Sesia (Novara)
Nome della Chiesa: Santi Nazzaro e Celso
Oggetto segnalato: Complesso abbaziale
Caratteristiche: Abbazia fortificata
Nome del Parroco: Don Mario Allolio
Progetto di musealizzazione di: D.ssa Camilla M. Anselmi, Milano
Segnalato da: D.ssa Camilla M. Anselmi

Da sinistra: vista del chiostro e del campanile dopo i recenti restauri; la facciata della chiesa inquadrata dai due corpi del nartece.

Situato nella pianura novarese, non lontano dallo sbocco della Val Sesia, nel paese di San Nazzaro Sesia, il complesso è di fondazione romanica, dell’XI secolo.
Durante gli anni ’50 del ‘400 la chiesa fu consacrata ai Santi Nazario e Celso e fu ristrutturata, le fortificazioni potenziate e il chiostro affrescato con le storie di San Benedetto. Nel 1801 subì le soppressioni napoleoniche e gli edifici abbaziali furono trasformati in edifici rurali, l’archivio fu completamente disperso. Nel corso del XX secolo sono stati effettuati vari interventi di recupero della struttura. Il restauro più importante fu quello degli anni ’60-’70. Fu sistemato anche il chiostro, i lavori evidenziarono le pessime condizioni del portico e degli affreschi quasi del tutto scialbati, i quali furono in parte puliti. Nel corso degli anni 2003-2005 è stata eseguita una campagna di restauro del ciclo di affreschi, sponsorizzata dalla parrocchia, dalla Regione Piemonte e dalla Fondazione per il Territorio della Banca Popolare di Novara.
Attualmente, l’Abbazia è formata da un complesso di edifici monumentali di diverse epoche circondato da mura merlate con relativi camminamenti di ronda e quattro torrioni angolari. Lo stato di fatto dell’Abbazia mostra che essa possiede
notevoli risorse inutilizzate. Al primo piano del chiostro sono presenti 6 unità abitative rese tali in occasione del Giubileo del 2000 e utilizzate come foresteria per ospiti di passaggio. Inoltre presenta tre grandi saloni, adibiti a svariati usi. Secondo il mio progetto, in questi spazi sarebbe possibile allestire un museo storico-artistico di proprietà ecclesiastica. Infatti l’Abbazia possiede una collezione, ora ridotta a deposito, di opere d’arte e suppellettili ecclesiastiche. La mia idea di progetto è quella di far ritornare la collezione nel suo luogo originario affinché possa riacquistare la sua corretta collocazione. Lo scopo da me perseguito, attraverso la realizzazione del progetto, è la valorizzazione sia del complesso abbaziale sia della sua collezione che ne racconta la storia. Ho strutturato quindi all’interno del complesso un apparato museale in grado di accoglierla con tutte le cautele del caso, nello specifico sicurezza e climatizzazione. Sono stata a colloquio con il Parroco Don Mario Allolio, che sta attentamente valutando la mia idea di museo in quanto riconosce l’importanza della valorizzazione dell’impianto abbaziale e della collezione. Egli ritiene infatti che sia un’impresa realizzabile e grazie all’importanza storica artistica di tale iniziativa si riuscirebbero a reperire i fondi necessari attraverso fondazioni bancarie, enti pubblici e sovvenzioni regionali. Inoltre come sottolinea lo stesso, il museo acquisterebbe oltre alla sua funzione storica-artistica, una significativa funzione pastorale all’interno della Diocesi.

D.ssa Camilla M. Anselmi

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