Chiesa St. Franziskus a Regensburg (Germania)


ARCHITETTURA – COMPLESSO PARROCCHIALE ST. FRANZISKUS A REGENSBURG (GERMANIA)

L’antico borgo bavarese, ricco di insigni opere architettoniche, è diventato negli ultimi anni un fiorente centro urbano in rapida espansione. L’accostarsi del nuovo con l’antico è il tema centrale in questo centro parrocchiale, progettato da Koenigs Architekten: i nuovi edifici stanno accanto alla chiesa medievale, troppo piccola per la crescente comunità.

L’ingegno architettonico di Ilse e Ulrich Koenigs per il centro parrocchiale St. Franziskus a Regensburg, ha prodotto una serie di edifici ben armonizzati, proporzionati secondo l’uso di ciascuno di loro, che insieme danno una grande sensazione di pace a chi entra in quella realtà urbanistica recintata da un muro che raggruppa, intorno alla nuova chiesa, piccoli e grandi edifici satelliti.
Al centro dello spazio, la nuova chiesa: un parallelepipedo bianco, neutrale, con una grande porta di rame che invita a entrare. Sulla destra, come sfondo, la vecchia chiesa con intorno il cimitero, una testimonianza ancora viva e frequentata.
Nel lato destro della chiesa nuova, una serie di finestre con forme irregolari sottolinea otto punti luce interni.
L’edificio è costruito sulle rovine di una vecchia chiesa ottagonale con sei cappelle laterali, due spazi interni all’ingresso, due ai lati della zona presbiterale. Su questo ottagono è stato sviluppato tutto il nuovo edificio: un ovale che si svolge in altezza ruotando e allargandosi con gradualità, spostando i centri dei cerchi virtualmente connessi in maniera irregolare.

Il nuovo edificio sta accanto alla chiesa duecentesca.
Pagina a lato, sul soffitto semitrasparente si creano giochi di luce di grande suggestività. L’aula ha una forma
tendente all’ellittico, incentrata sul presbiterio circolare.

Questo gioco spinge il fedele a guardare verso l’alto; ad entrare in uno spazio bianco, paradisiaco, per proiettarsi in uno splendido cielo di nuvole realizzato con una grande macchina complessa, costruita tra il tetto, di grandi vetrate senza soluzione di continuità, e il soffitto, anch’esso trasparente opaco che raccoglie tutta la luce.
La grande macchina, lunga quanto il soffitto, è fatta con fibra di vetro opacizzato; le sue pieghe formano le grandi nuvole che coprono tutto l’interno dell’edificio.
Si tratta di un nuovo barocco, minimale, per un teatro del tempo anziché del mondo che avvolge con le sue energie la Chiesa orante.
I Koenigs hanno prodotto una vera opera d’arte che unisce architettura e immagini scaturite da un sapiente e intelligente gioco di luci e di forme.
Guardando il loro cielo non si può non pensare al soffitto del teatro del Palladio a Vicenza.

A sinistra, dall’alto: la vista assonometrica dell’aula;
la planimetria. Pagina a lato: lo spazio della chiesa
e la particolare copertura a lucernari che proiettano
sul soffitto opalino figure del cielo.

Questo lavoro è stato presentato al Convegno nazionale di Architettura svoltosi a Terni il 5 maggio 2007 (“Società e Religione. L’architettura dello spazio sacro”) e, in tale sede, ha sollevato anche alcune perplessità. Innanzi tutto riguardo all’immediata riconoscibilità di luogo di culto: nessun segno è presente esternamente. Per questo l’edificio viene immediatamente riconosciuto soltanto da chi vive in quell’ambiente urbano; e se anche vi fosse impressa
o collocata una croce esterna, non ne indicherebbe l’identità specificamente cattolica. Identità che, soprattutto in nazioni dove sono storicamente presenti altre confessioni, cristiane e non, si ritiene debba essere evidente.
Dell’interno viene sottolineata la totale mancanza di immagini.

A sinistra, scorcio di un accesso laterale, elaborato
con artistica movenza. In basso: volume puro,
di astratta geometria.

Complesso parrocchiale St. Franziskus a Regensburg-Burgweinting (Germania)
Progetto architettonico: Koenigs Architekten – Ilse e Ulrich Koenigs, Koeln
Collaboratori: C. Pannhausen, T. Roskothen, V. Mencke, I. Assmann, C. Schlaich, A. Rethmeier, B. Jaeger, S. Bruckmann, C. Michels, M. Illigner
Struttura: Arup GmbH, Duesseldorf (chiesa e campanile); Ing. Orthuber, Regensburg (locali parrocchiali)
Direttore lavori: Ing. Siegmueller, Regensburg
Servizi: Ing. Martin, Regensburg
Artista: Robert Weber, Grafling
Foto: Christian Richters, Muenster

Non vi sono sculture né raffigurazioni pittoriche; si eludono così le sollecitazioni dei documenti liturgici che suggeriscono la necessità di evidenziare i luoghi liturgici, che non sono solamente uno spazio, ma elementi simbolici della presenza del Cristo anche fuori dalle celebrazioni, presenza che diventa reale nella celebrazione sacramentale. Perché escludere le altre arti? Perché non con
tinuare
a proporre nuove committenze d’arte per facilitare la comprensione rituale della salvezza? Perché livellare tutto alla sola architettura, quando ci sono possibilità di unire in una realtà le varie e multiformi espressioni dell’arte per meglio significare la grandezza del Cristo?
I Koenigs hanno realizzato una vera opera d’arte minimale; forse un po’ troppo concettuale, sicuramente comprensibile ai fedeli del Nord Europa, avvezzi a frequentare l’arte contemporanea e a comprenderne i linguaggi e lo sviluppo; tuttavia la tradizione d’arte sacra della Chiesa Cattolica permette di fare proposte molto più ricche di arte, per aiutare la società civile e la massa critica a ripercorrere la strada della tradizione umanistica europea e cristiana.

Don Fabio Leonardis
Direttore Ufficio per i Beni Culturali Ecclesiastici
Diocesi di Terni Narni Amelia

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