Chiesa Santa Maria delle Grazie in Pisticci (Matera) Località: Pisticci (MT) Posta lungo l’antico tratturo che da Pisticci conduce verso la valle del Cavone, la chiesa di Santa Maria delle Grazie fu costruita nel XIX secolo dopo che quella originaria fu travolta da una frana. L’aula liturgica è coperta da volta a botte lunettata; l’interno presenta ancora buona parte dei decori floreali a stucco in stile neobarocco; sul fondo, oltre l’altare, c’è una nicchia sormontata da putti inghirlandati che reggono la corona della Vergine. L’altare in muratura è decorato con stucchi colorati a imitazione di marmi pregiati. A causa del cedimento della fondazione, l’abside ruota verso l’esterno, come mostrano le profonde fratture della muratura; la lesione lungo la parete destra del pavimento testimonia un abbassamento fondale anche di questo tratto.
In seguito a lavori di sistemazione stradale, da alcuni decenni la chiesa è sottoposta al piano di campagna; intorno ad essa è stato realizzato un fossato in calcestruzzo che, oltre a invertire la tradizione che vorrebbe l’edificio cultuale sopra il piano stradale, ha favorito infiltrazioni di acque meteoriche che risalgono dai muri. Oltre al progetto di restauro e consolidamento strutturale della chiesa, è stato elaborato un intervento di riqualificazione dell’area circostante con l’obiettivo di favorire la fruizione sistematica dell’antico monumento.
Un finanziamento della Regione Basilicata ha consentito la redazione del progetto di cui si sta realizzando un primo stralcio funzionale che interessa l’abside e il fossato circostante. Dopo aver presidiato il muro absidale con due centine di acciaio ancorate alle parti sane della muratura, si passerà alla sostruzione muraria per ripristinarne la continuità sia all’esterno, sia all’interno, avendo cura di non danneggiare i decori peraltro accuratamente rilevati. Sanata la muratura si procederà alla rimozione del cordolo posticcio di calcestruzzo all’esterno, con l’obiettivo di realizzare un’adeguata sottomurazione per evitare che in futuro si ripeta il cedimento. Non potendo eliminarlo, si cercherà di trasformare il fossato da difetto tipologico, in elemento caratterizzante, con un pavimento in cotto e un rivestimento in maioliche della tradizione locale, raffiguranti scene marine. Renato D’Onofrio, architetto
|